IL COLLEZIONISTA
Ok, preparati, perché stiamo per fare un tuffo pazzesco nel mondo del collezionismo, lasciandoci andare a un racconto fluido e senza freni, con un occhio di riguardo alla psicologia, che è la parte più succosa e divertente! Ti sei mai chiesto perché ci mettiamo a raccogliere oggetti? Non è solo una mania o un modo per passare il tempo: c’è qualcosa di profondo, quasi istintivo, che ci spinge a farlo. È un viaggio che parte da lontano, da quando i nostri antenati trovavano una pietra strana e decidevano di tenerla, fino a oggi, con le nostre case piene di dischi, libri o chissà cos’altro. Ma tranquillo, niente titoli o roba formale: sarà una chiacchierata tra amici, con un focus speciale su cosa ci passa per la testa quando collezioniamo. Pronto? Si va!Immagina la scena: un uomo preistorico trova una conchiglia luccicante e pensa “questa me la tengo”. È l’alba del collezionismo, un’abitudine che ci accompagna da sempre. Gli Egizi riempivano le tombe di amuleti per l’aldilà, i Romani sfoggiavano monete e busti per far vedere quanto erano fighi. Poi arrivò il Medioevo, con la moda delle reliquie assurde: un dito di un santo o un pezzo di legno che dicevano fosse della croce di Cristo. Roba da matti! Ma non era solo per fare scena: c’era qualcosa di magico, un bisogno di connettersi a qualcosa di più grande. E da lì, il collezionismo è diventato un modo per esplorare, imparare e persino costruire chi siamo. Pensa ai nobili del Rinascimento con le loro “camere delle meraviglie”, o agli archeologi che hanno scavato la tomba di Tutankhamon: ogni oggetto raccolto era una finestra sul passato, una storia da raccontare.Ma ora arriviamo al cuore della questione, la parte che ti farà sorridere: perché diavolo lo facciamo? Cosa ci spinge a collezionare figurine, tappi di bottiglia o vecchi vinili? Qui entra in gioco la psicologia, e credimi, è uno spasso. Diciamocelo: tutti abbiamo avuto una fase da collezionisti, anche solo da bambini con le carte dei Pokémon o i sassi strani trovati in spiaggia. Gli psicologi ci dicono che collezionare è come mettere ordine nel caos della vita. Il mondo là fuori è un casino, ma la tua collezione? Quella è tua, la controlli tu. È un rifugio, un angolino dove ti senti il re. Pensa a quando sistemi i tuoi oggetti: quel senso di soddisfazione, quel “tutto è al suo posto”. È una botta di serenità in un mondo che non sta mai fermo.E poi c’è il lato identitario, che è ancora più intrigante. Ogni cosa che scegli di collezionare parla di te. Sei un tipo da francobolli? Forse ami i dettagli e la storia. Preferisci i fumetti? Magari hai un’anima nerd e sognatrice. È come se la tua collezione fosse un biglietto da visita: “Ciao, sono io, e queste sono le cose che mi fanno battere il cuore”. Sigmund Freud, per esempio, era ossessionato dalle antichità: statue, vasi, roba egizia. Diceva che lo aiutavano a scavare nell’inconscio, un po’ come fare terapia con gli oggetti. E Umberto Eco? Lui accumulava libri rari come se dovesse leggerli tutti in una notte! Collezionare diventa un modo per urlare al mondo chi sei, ma anche per coccolarti un po’. È una pacca sulla spalla che ti dai da solo: “Bravo, hai trovato qualcosa di speciale”.Ma non finisce qui, perché c’è un altro aspetto psicologico che è puro divertimento: il brivido della caccia. Hai mai provato quella scarica di adrenalina quando trovi l’oggetto che cercavi da mesi? Magari è un vinile introvabile o una figurina che completa l’album. Il cuore batte, le mani sudano, e quando finalmente ce l’hai tra le dita, è un’esplosione di gioia. Gli psicologi la chiamano “gratificazione differita”: non è un piacere immediato, ma uno che costruisci passo passo. È come una conquista, un trofeo che ti sei guadagnato. E più è raro, più è difficile da trovare, più ti senti un eroe quando lo aggiungi alla tua collezione. È un po’ come flirtare: il gioco sta nell’attesa, nella tensione, e quando vinci, è mille volte meglio.E vogliamo parlare dell’orgoglio? Perché sì, collezionare è anche un modo per vantarsi, ammettiamolo. “Guarda qua, ho tutti i numeri di questa rivista, e tu no!”. È un gioco innocente, ma ci fa sentire speciali. Non è solo ego, però: c’è anche un senso di appartenenza. Pensa ai club di collezionisti, alle fiere dove ti ritrovi con gente che capisce la tua passione. È come entrare in una tribù: condividi storie, scambi consigli, magari litighi su chi ha il pezzo più bello. E a volte nascono amicizie vere, di quelle che durano anni, tutte nate da un amore comune per, che ne so, le macchinine Matchbox o le monete antiche. Collezionare non ti isola: ti connette.Ora, c’è anche un lato oscuro, perché non tutto è rose e fiori. Hai presente quei tipi che riempiono casa di roba fino a non riuscire più a muoversi? O chi spende l’impossibile per un oggetto, finendo nei guai? Gli psicologi parlano di “disturbo da accumulo” quando la cosa sfugge di mano. Ma per la maggior parte di noi, tranquilli, resta un piacere sano. È quel pizzico di ossessione che rende la vita più colorata, senza trasformarci in matti. E comunque, chi non ha mai sognato di avere una stanza segreta piena dei propri tesori?E poi c’è la felicità pura che ti dà. Collezionare attiva il cervello, ti fa sentire vivo. Ogni oggetto è un ricordo, un’emozione. Quel biglietto di un concerto che hai tenuto? Non è solo carta, è la serata in cui hai cantato fino a perdere la voce. Quella moneta vecchia? È il giorno in cui l’hai trovata per caso e ti sei sentito un esploratore. È un mix di nostalgia, gioia e creatività: con la tua collezione, costruisci un mondo su misura per te. E in un’epoca dove tutto corre veloce, avere qualcosa di tangibile, che puoi toccare e guardare, è come un’ancora che ti tiene coi piedi per terra.Insomma, collezionare non è solo un passatempo da eccentrici: è un pezzo di ciò che ci rende umani. Dalla curiosità di scoprire il passato al bisogno di esprimere noi stessi, fino alla voglia di sentirci parte di qualcosa, ogni oggetto che mettiamo da parte è un capitolo della nostra storia. Che tu sia un maniaco delle action figure o uno che tiene una scatola di cianfrusaglie sotto il letto, stai facendo qualcosa di antico e potente. Quindi, la prossima volta che vedi qualcosa che ti piace, non pensarci troppo: prendilo. Potrebbe essere il primo passo di un’avventura pazzesca, tutta tua!