“MARLENE DIETRICH: La Diva che Sfidò il Tempo”

Card n.279 pag. 5 BUNTE FILMBILDER II. FOLGE

(collezione personale)

Marlene Dietrich, icona del cinema e della musica, ha incarnato con la sua presenza un'epoca di glamour e di cambiamento. La sua personalità, complessa e sfaccettata, si è distinta per un carisma che andava oltre il grande schermo. Dietrich era nota per la sua eleganza senza tempo, una bellezza che sfidava le convenzioni e un talento che si esprimeva tanto nell'interpretazione di ruoli memorabili quanto nella sua voce profonda e sensuale. La sua vita personale, tuttavia, rimaneva avvolta in un alone di mistero, con pochi dettagli che trapelavano al di fuori del suo cerchio intimo. Dietrich era poliglotta, parlando fluentemente tedesco, inglese e francese, e si diceva che amasse la vivace scena dei bar gay e dei balli in travestimento della Berlino degli anni '20. La sua opposizione al regime nazista e il suo impegno durante la Seconda Guerra Mondiale, dove si esibì per le truppe alleate e sostenne gli esuli tedeschi e francesi, hanno dimostrato un coraggio e una fermezza di principi che hanno lasciato un'impronta indelebile. Dietrich non era solo un'artista; era una donna che viveva con passione, che si batteva per ciò in cui credeva e che, con la sua arte, ha toccato il cuore di molte generazioni. La sua eredità continua a influenzare non solo il mondo dello spettacolo, ma anche le sfere della moda e della cultura popolare, rendendo Marlene Dietrich un simbolo eterno di forza e raffinatezza.


"DAGLI ESORDI AL MITO"

Card n.25 della serie SIGNED PORTRAITS OF FAMOUS STARS

GALLAHER LTD (1935)

(collezione personale)

Marlene Dietrich, icona di stile e pioniera del cinema, ha iniziato il suo percorso artistico nella Berlino degli anni '20, un crogiolo di innovazione e ribellione culturale. La sua ascesa dai teatri di varietà e cabaret di Weimar, dove affinò la sua arte sotto l'occhio critico di un pubblico esigente, è stata una testimonianza della sua resilienza e del suo spirito indomito. Dietrich incarnava l'essenza di una nuova donna, indipendente e audace, che sfidava le convenzioni sociali con la sua androgina bellezza e la sua voce calda e avvolgente.
Marlene Dietrich, prima di diventare una stella del cinema, ha affinato il suo talento sui palcoscenici teatrali di Berlino. Questi spazi erano fucine di creatività, dove Marlene poteva sperimentare e modellare la sua presenza scenica unica, che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica.

Card n.7 della serie ֍ FILM STAGE & RADIO STARS 

 ARDATH TOBACCO CO LTD (1935)

(collezione personale)

Le sue performance erano caratterizzate da una miscela di eleganza e audacia, qualità che catturavano l'attenzione del pubblico e che le hanno permesso di distinguersi in un ambiente altamente competitivo. La Dietrich non era solo un'attrice o una cantante; era un'artista completa, che sapeva come coinvolgere il pubblico con la sua voce profonda e sensuale e con la sua capacità di interpretare ruoli complessi e sfaccettati.
Uno degli aspetti più notevoli dei suoi primi spettacoli era la sua abilità nel trasmettere emozioni autentiche, che fossero la malinconia di una ballata o la vivacità di un numero di cabaret. Questa capacità emotiva, unita alla sua presenza scenica, ha attirato l'attenzione di registi influenti dell'epoca, come Josef von Sternberg, che l'ha scelta per il ruolo di Lola Lola nel film "L'Angelo Azzurro", il quale ha segnato la sua transizione dal teatro al cinema e l'ha lanciata verso il successo internazionale. La pellicola non fu solo un trampolino di lancio per la sua carriera internazionale, ma anche un manifesto del suo talento versatile, capace di catturare la complessità emotiva e la profondità dei personaggi che interpretava. Il film, con la sua performance di Lola Lola, la cantante di cabaret dal cuore spezzato, è diventato un classico, celebrando la Dietrich come un'artista che trascendeva i confini nazionali e culturali. Oltre a calcare i palchi dei più famosi teatri è stata anche una stella brillante del cinema muto. Marlene aveva già recitato in diversi film muti, esplorando la sua versatilità come attrice e affinando il suo talento. Il suo debutto cinematografico avvenne nel 1922, e nei primi anni della sua carriera, apparve in opere come "Il piccolo Napoleone", "La tragedia dell'amore" e "La nave delle anime perdute" nel 1929. Questi film muti le permisero di sperimentare con diversi ruoli e generi, dalla commedia al dramma, e di lavorare con registi di talento dell'epoca.

Marlene Dietrich  e Ernst Stahl-Nachbaur nel film "I Rischi del fidanzamento"

Card posizione 1 pag. 78 VOM WERDEN DEUTCHER FILMKUNST 

DER STUMMEFILM

(collezione personale)

Il suo ultimo film muto fu "I rischi del fidanzamento", una commedia del 1930 diretta da Fred Sauer. Quest'opera, nota anche con il titolo tedesco "Gefahren der Brautzeit", si distingue per la sua capacità di catturare le complessità e le sfumature dell'amore e del corteggiamento attraverso una narrazione visiva ricca e coinvolgente. La trama si snoda attorno alle vicissitudini amorose del protagonista, il barone van Geldern, un dongiovanni che si ritrova a navigare tra le insidie e le complicazioni dei rapporti sentimentali. Il film, con la sua ironia e il suo spirito critico, riflette sulle convenzioni sociali dell'epoca e sulle aspettative legate al fidanzamento, offrendo allo spettatore uno spaccato vivido di un'epoca lontana, ma non per questo meno attuale nelle sue tematiche. "I rischi del fidanzamento" è un esempio di come il cinema muto fosse in grado di trattare argomenti profondi e universali, dimostrando che la forza delle immagini può trasmettere emozioni e raccontare storie con un impatto che va oltre le parole. 

Card n.93 pag. 16 DAS ORAMI-ALBUM

(collezione personale)

La performance di Dietrich in questo film muto mostra già tracce della sua presenza scenica e del suo talento, che sarebbero poi fioriti pienamente nei suoi lavori successivi. La critica dell'epoca ricevette il film con un certo distacco e non ottenne un grande successo commerciale, forse a causa del passaggio dal cinema muto al sonoro che stava avvenendo in quel periodo, ma oggi può essere apprezzato come un pezzo di storia del cinema e per la raffinata interpretazione dell'attrice. I primi spettacoli di Marlene Dietrich al teatro e i primi lavori con la pellicola muta rappresentano quindi non solo l'inizio della sua carriera artistica, ma anche la fondazione delle sue future interpretazioni cinematografiche. Ogni performance era un passo verso la creazione di quella figura iconica che ancora oggi ammiriamo e ricordiamo.

Cards n.355 e n.359 pag. 4 dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)


"L'ANGELO AZZURRO" Il Volo di Marlene dal Palco alla Pellicola


Marlene Dietrich nel ruolo dell'elegante chansonette Lola in "BLUE ANGEL"

Card posizione 1 pag. 15 VOM WERDEN DEUTCHER FILMKUNST 

DER TONFILM

(collezione personale)

Il titolo evoca l'immagine di una Marlene Dietrich in metamorfosi, un'artista che lascia il mondo conosciuto del teatro per avventurarsi nell'ignoto del cinema. Questo film, "L'angelo Azzurro", non è stato solo un trampolino di lancio per la sua carriera cinematografica, ma ha rappresentato un vero e proprio atto di coraggio artistico. Dietrich, con la sua interpretazione di Lola Lola, ha dato vita a un personaggio che è diventato un'icona, un simbolo di seduzione e forza che ha trascinato il pubblico in una nuova era del cinema.
La transizione di Dietrich dal teatro al cinema è stata un'impresa audace, specialmente in un'epoca in cui le due arti erano viste come separate e distinte. Il teatro era considerato un'arte elitaria, riservata a un pubblico colto, mentre il cinema era il nuovo intrattenimento di massa, accessibile a tutti. Dietrich ha colmato questo divario con grazia e talento, portando la profondità emotiva e la presenza scenica del teatro sul grande schermo.
Con "L'angelo Azzurro", Dietrich non solo ha cambiato il corso della sua carriera, ma ha anche influenzato il modo in cui le attrici venivano percepite e presentate nel cinema. Ha sfidato gli stereotipi di genere e ha ridefinito il concetto di femminilità, mostrando che una donna poteva essere allo stesso tempo forte, indipendente e seducente. La sua performance ha aperto la strada a nuovi tipi di ruoli femminili, più complessi e sfaccettati.
Il film ha anche segnato un cambiamento significativo nella produzione cinematografica. La collaborazione tra Dietrich e il regista Josef von Sternberg ha introdotto nuove tecniche di illuminazione e fotografia, che hanno contribuito a creare l'atmosfera unica e il tono espressivo che caratterizzano "L'angelo Azzurro". La loro partnership artistica è diventata leggendaria, con Sternberg che ha plasmato l'immagine di Dietrich sullo schermo, mentre lei ha portato una profondità e una complessità al suo personaggio che raramente si vedeva in quel periodo.
In definitiva, "L'Angelo Azzurro" simboleggia un momento di transizione non solo per Marlene Dietrich, ma per l'intero mondo del cinema. Ha dimostrato che il talento e la visione possono superare le barriere tra le diverse forme d'arte, creando qualcosa di veramente memorabile e duraturo. Dietrich, con la sua audacia e il suo spirito pionieristico, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema, e la pellicola rimane un testamento vivente del suo impatto rivoluzionario.

Card n.363 pag. 5 

dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

"L'angelo Azzurro" è un film che ha segnato un'epoca, non solo per il cinema tedesco ma per l'intera storia cinematografica. Il film è basato sul romanzo "Professor Unrat" di Heinrich Mann e racconta la storia di un professore, interpretato da Emil Jannings, che si innamora perdutamente di Lola, portandolo alla sua rovina personale e professionale.
La Dietrich, con le sue calze a rete e il suo look androgino, ha incarnato perfettamente il ruolo della femme fatale, tanto da disegnare lei stessa i costumi per il suo personaggio. La canzone "Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt", che lei canta nel film, è diventata un classico, simbolo della sua immagine di femme fatale.

Card n.13 ֍ WHO IS THIS?   

ARDATH TOBACCO CO LTD  (1936) 

(collezione personale)

Curiosamente, il film è stato uno degli ultimi grandi successi del cinema tedesco prima dell'avvento del nazismo, che ha visto molti artisti, inclusa la stessa Dietrich, lasciare la Germania. Dietrich, infatti, si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha continuato la sua carriera a Hollywood. È interessante notare che, nonostante il regime nazista avesse pianificato di farne un'icona, Marlene Dietrich si è distinta per la sua critica implacabile del nazismo, un’impegno che ha costantemente sostenuto per l’intero corso della sua vita.

Card n.361 pag. 5 

dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

"L'angelo Azzurro" non è solo un film, ma un documento storico che riflette il clima culturale e sociale di un'epoca in transizione. La sua influenza si estende ben oltre il tempo della sua uscita, continuando a essere studiato e ammirato da cineasti e appassionati di cinema.


"Il Sogno Americano di Marlene Dietrich”

Marlene Dietrich, l'incarnazione del glamour e dell'eleganza, lasciò Berlino nel 1930, proprio nel giorno della prima del film "L'angelo azzurro". La sua partenza segnò l'inizio di una nuova era nella sua carriera, poiché si trasferì a Hollywood, dove il suo talento e il suo stile unico furono rapidamente riconosciuti e celebrati. A Hollywood, Dietrich lavorò con il regista Josef von Sternberg, che la trasformò da una relativamente sconosciuta attrice tedesca in una stella carismatica del grande schermo.

Gary Cooper - Marlene Dietrich scena tratta dal film "MAROCCO"

pag.12 dell' ALBUM SALEM FILMBILDER

(collezione personale)

 Il loro primo progetto insieme fu il film "Marocco", che non solo le valse una nomination agli Academy Award come migliore attrice, ma la rese anche la prima attrice tedesca a ricevere tale riconoscimento. Il film "Marocco" fu un trionfo per Dietrich e segnò l'inizio di una serie di successi che avrebbero consolidato la sua posizione come icona di stile e talento a Hollywood. La sua immagine di bellezza fredda e inavvicinabile fu sostituita da quella di una persona più calda e accessibile, conquistando così il cuore del pubblico americano.

Card n.526 pag. 4 

dell' ALBUM MERCEDES FILMBILDER 

AUS TöNENDEN FILMEN FILMALBUM 4

(collezione personale)

Il film "Marocco", diretto da Josef von Sternberg nel 1930, è un'opera che ha segnato la storia del cinema non solo per la sua trama avvincente ma anche per le straordinarie interpretazioni e la notevole collaborazione tra il regista e gli attori. Sternberg, noto per il suo stile visivo ricco e dettagliato, ha lavorato a stretto contatto con Marlene Dietrich, l'attrice protagonista, creando una sinergia che ha permesso di esplorare nuove profondità nel personaggio di Amy Jolly. La performance di Dietrich è stata acclamata per la sua capacità di trasmettere una gamma di emozioni complesse, dalla vulnerabilità alla forza, contribuendo significativamente all'impatto emotivo del film.

Cards n.364 e n.366 pag. 5 

dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

La trama si svolge nel Marocco francese e segue le vicende di Amy Jolly, interpretata dalla leggendaria Marlene Dietrich, una cantante di cabaret che incrocia il destino di Tom Brown, un affascinante legionario della Legione Straniera, impersonato da Gary Cooper.

Card posizione 1 pag. 99 VOM WERDEN DEUTCHER FILMKUNST 

DER TONFILM

(collezione personale)

Il loro incontro scatena una serie di eventi carichi di passione e dramma, con Amy che si trova divisa tra l'amore per Tom e l'attenzione di un ricco ammiratore, La Bessiere, interpretato da Adolphe Menjou. 

Card n.528 pag. 4  dell' ALBUM MERCEDES FILMBILDER 

AUS TöNENDEN FILMEN FILMALBUM 4

(collezione personale)

Marlene Dietrich ha lasciato un'impressione indelebile nella storia del cinema con la sua performance rivoluzionaria. Vestita con un elegante frac nero e un cappello a cilindro, Dietrich ha interpretato una scena memorabile in cui canta e, in un gesto audace per l'epoca, bacia una donna del pubblico.

Card n.358 pag. 4

dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

 Questo momento è diventato iconico non solo per il suo impatto visivo ma anche per il suo significato culturale, mettendo in scena una delle prime rappresentazioni di un bacio lesbico sul grande schermo. La scena ha sfidato le convenzioni sociali e ha contribuito a rendere "Marocco" un film avanguardista, celebrato per il suo coraggio e la sua estetica sofisticata.

Card n.505 pag. 1 

dell' ALBUM MERCEDES FILMBILDER 

AUS TöNENDEN FILMEN FILMALBUM 4

(collezione personale)

La collaborazione tra Sternberg e Dietrich è diventata leggendaria, stabilendo un modello per le future relazioni regista-attore. Sternberg era conosciuto per la sua attenzione maniacale ai dettagli e per la sua capacità di creare atmosfere suggestive, che si riflette nell'interpretazione degli attori, in particolare nella capacità di Dietrich di catturare l'essenza del suo personaggio con sguardi e gesti minimi ma espressivi. La loro collaborazione ha portato a una serie di film di successo, consolidando il loro posto nella storia del cinema come una delle coppie regista-attore più influenti.
Inoltre, il contributo di altri membri del cast e della troupe ha arricchito il film, con costumi e scenografie che hanno contribuito a creare l'ambientazione esotica e l'atmosfera del Marocco degli anni '30. La fotografia di Lee Garmes, che ha vinto un Oscar per il suo lavoro in "Marocco", ha catturato magnificamente la tensione e la chimica tra i personaggi, mentre la colonna sonora ha sottolineato i momenti chiave della narrazione, aumentando l'intensità emotiva delle scene.

Card posizione 4 pag. 4 

da BUNTE FILMBILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Marlene Dietrich, con la sua inconfondibile eleganza e il suo talento, divenne rapidamente una stella di prima grandezza a Hollywood, frequentando i circoli più esclusivi e partecipando attivamente alla vita pubblica. 

Scena presa dal film "DISHONORED"

Card n.527 pag. 4 dell' ALBUM MERCEDES FILMBILDER 

AUS TöNENDEN FILMEN FILMALBUM 4

(collezione personale)

Nel 1931, l'anno in cui recitò nel film "Dishonored", Dietrich ebbe l'occasione di incontrare Charlie Chaplin sul set del suo film "City Lights". L'incontro fu un momento storico del cinema che unì due icone indimenticabili. Marlene, con la sua eleganza e il suo fascino senza tempo, e Chaplin, con il suo genio comico e la sua profonda umanità, crearono un'atmosfera magica che coinvolse tutti coloro che erano presenti. La visita di Dietrich è stata documentata e fa parte della collezione della Deutsche Kinemathek, dove si possono trovare fotografie e altri oggetti che celebrano la carriera e la vita dell'attrice.

Card n.365 pag. 5

dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

 Questo incontro tra due leggende del grande schermo simboleggia l'incrocio di talenti straordinari in un'epoca d'oro del cinema e continua a ispirare ammirazione e nostalgia per quei tempi irripetibili. La loro collaborazione, seppur breve, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema e nella memoria collettiva di chi apprezza l'arte cinematografica.

A BORDO tra AMORE e MISTERO

"Il Viaggio Cinematografico di Shanghai Express”

Clive Brook e Marlene Dietrich nel film della Paramount "Shangai Express"

Pagina n.19 SALEM FILMBILDER ALBUM 2

(collezione personale)

Immagina di essere trasportato indietro nel tempo, al 1932, in un’epoca di glamour e mistero. “Shanghai Express” è la pellicola che ti cattura, diretta dal visionario Josef von Sternberg. La scena si apre con il fischio di un treno che si fa strada attraverso una Cina dilaniata dalla guerra civile. A bordo di questo treno di lusso, destinazione Shanghai, si trova una collezione di anime, ognuna con una storia da raccontare.

Card posizione 6 pag. 14

RAMSES FILM BILDER ALBUM 1

(collezione personale)

Tra i passeggeri, due figure spiccano: Shanghai Lily, la femme fatale dallo sguardo penetrante, e Hui Fei, l’enigmatica bellezza, entrambe interpretate magistralmente da Marlene Dietrich e Anna May Wong. Lily, con il suo passato avvolto nel mistero, è l’ex fiamma di Donald Harvey, un medico inglese che si ritrova casualmente sullo stesso treno. Il loro amore, messo alla prova cinque anni prima, si era infranto, lasciando dietro di sé solo rimpianti.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

estratto dal periodico Motion Pictures (Febbraio-Luglio 1932)

Mentre il viaggio prosegue, il destino interviene: il treno viene fermato dai ribelli, e Harvey viene preso prigioniero. È in questo momento di tensione che Lily si trova di fronte a una scelta: rivelare il suo vero sé o mantenere la sua maschera di indifferenza. La sua lotta interiore è palpabile, così come la chimica tra lei e Hui Fei, che insieme creano momenti di cinema indimenticabili.

Card posizione 3 pag. 2

JOSETTI FILM ALBUM N°3

(collezione personale)

“Shanghai Express” non è solo un film; è un viaggio attraverso le complessità dell’amore e del sacrificio, un’opera che ha segnato il culmine della collaborazione tra Dietrich e Sternberg.

Card posizione 5 pag. 35

JOSETTI FILM ALBUM N°1 

(collezione personale)


Marlene Dietrich e Clive Brook nel film della Paramount "Shangai Express"

Pagina n.04 RAMSES FILMBILDER ALBUM 1

(collezione personale)

Card posizione 2 pag. 30

RAMSES FILMBILDER ALBUM 1

(collezione personale)

Con ogni scena, ogni sguardo scambiato, siamo testimoni di un’arte che trascende il tempo, rendendo questo classico un tesoro del cinema pre-Code. E così, mentre il treno si avvicina alla sua destinazione, ci rendiamo conto che il viaggio è stato molto più di un semplice spostamento da un luogo all’altro; è stato un viaggio dell’anima, un’esplorazione delle profondità del cuore umano. 


MARLENE "LA VENERE BIONDA"

Card posizione 4 pag. 4

JOSETTI FILM ALBUM N°2 

(collezione personale)

“La Venere bionda” è notevole per la sua rappresentazione di una donna che prende in mano il proprio destino in un’epoca in cui le donne sullo schermo erano spesso dipinte come passive o virtuose. Il personaggio di Dietrich sfida le convenzioni sociali e le aspettative di genere, un esempio tipico della libertà creativa dell’era Pre-Code.
Il film fu girato dal 26 maggio all’11 giugno 1932 in California, e uscì nelle sale il 16 settembre 1932, distribuito dalla Paramount Pictures. “La Venere bionda” riflette la tensione tra la libertà di espressione artistica e le pressioni morali dell’epoca, e rimane un esempio significativo del tipo di storie che potevano essere raccontate prima dell’implementazione del Codice Hays.

Card n. 20 pag. 2

BULGARIA FILMBILDER 

(collezione personale)

La trama segue la storia di Helen Faraday, interpretata da Dietrich, una cantante tedesca che sposa un chimico americano, Ned Faraday. Quando Ned si ammala gravemente, Helen torna a cantare nei nightclub per raccogliere fondi per le sue cure. In questo processo, diventa l’amante di un affascinante playboy, Nick Townsend, interpretato da Grant, per ottenere un aiuto finanziario. Il film esplora le complessità del matrimonio, della fedeltà e della sopravvivenza, temi che erano audaci per l’epoca. Pur essendo un film girato prima dell'adozione del Codice Hays nel 1934, l'industria cinematografica americana era guidata da un insieme meno formale di linee guida morali e standard di produzione. La Motion Picture Producers and Distributors of America (MPPDA), fondata nel 1922, era l'organizzazione preposta a supervisionare questi standard. Il presidente della MPPDA, Will H. Hays, fu incaricato di creare un codice di condotta per i film prodotti dalle compagnie membre, al fine di evitare la censura governativa e mantenere l'autoregolamentazione all'interno dell'industria. Questo valeva anche per la pubblicità cinematografica.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

pagina n. 605 dell'annuale Year book of motion pictures (1932)

Durante l'era Pre-Code, la MPPDA cercò di bilanciare la libertà creativa con le pressioni per un maggiore decoro nei film. I produttori e i registi sfruttarono questa relativa libertà per esplorare argomenti che sarebbero stati considerati tabù o troppo provocatori. Prima della produzione del film, la Motion Picture Producers and Distributors of America, ha esaminato le sceneggiature utilizzando il Motion Picture Production Code del 1930 che, pur vietando la prostituzione forzata, consentiva ai personaggi di impegnarsi in adescamento volontario a condizione che il soggetto fosse maneggiato con cura. Ci furono delle negoziazioni tra il regista Josef von Sternberg e la (MPPDA), nel contesto specifico di "Blonde Venus", alcune scene in cui il personaggio di Helen viene trovato dal Detective Wilson a New Orleans sono state modificate. Originariamente, queste scene contenevano riferimenti aperti o inequivocabili alla prostituzione o all’attività sessuale in cambio di denaro o favori. Tuttavia, per conformarsi alle norme del Codice di Produzione, tali riferimenti sono stati rimossi dalla sceneggiatura.
Nel film finito, l’interazione tra Helen e il detective privato è stata resa ambigua, lasciando spazio all’interpretazione dello spettatore senza mostrare direttamente o discutere apertamente di attività proibite dal codice. Altri aspetti della trama, come l’adulterio, rimasero incoerenti con il Codice di Produzione, ma non furono modificati o rimossi. Questo perché il codice non venne applicato in modo rigoroso fino al 1934. 

"Courtesy of the Media History Digital Library"

pagina n. 54 e 55 del Periodico SCREENLAND (JUN-OCT 1932) 

Nel settembre 1932, la rivista cinematografica Screenland pubblicò il racconto intitolato “The Blonde Venus” scritto da Mortimer Franklin. Questo racconto era basato sulla seconda versione della sceneggiatura del film Blonde Venus. È interessante notare che questa versione potrebbe essere stata più simile ai romanzi che piacevano alle lettrici della rivista, e quindi è stata scelta per la pubblicazione.


DIETRICH SENZA CONFINI

 "Esplorando Nuovi Orizzonti Creativi"

Card posizione 5 pag. 4 

da BUNTE FILMBILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Marlene Dietrich, ha collaborato con Rouben Mamoulian per il film "The Song of Songs", segnando una deviazione dal suo frequente collaboratore Josef von Sternberg. Questo passaggio ha rappresentato un momento significativo nella carriera di Dietrich, poiché ha dimostrato la sua versatilità come attrice e la sua capacità di lavorare al di fuori dell'ombra artistica di Sternberg. "The Song of Songs" ha offerto a Dietrich un ruolo complesso e sfaccettato, permettendole di esplorare nuove dimensioni emotive e drammatiche. La performance di Dietrich nel film è stata acclamata per la sua profondità e per la sensibilità con cui ha interpretato il personaggio di Lily. Il film stesso è un esempio del talento di Mamoulian come regista, capace di creare un'opera visivamente affascinante e narrativamente coinvolgente, che ha contribuito a consolidare il posto di Dietrich nella storia del cinema come una delle sue stelle più luminose.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

dal Periodico MOTION PICTURE HERALD (Jul-Sep 1933)

"The Song of Songs" Il film è noto per essere una delle prime opere cinematografiche girate in pre-Code, è un film drammatico romantico americano del 1933 diretto da Rouben Mamoulian e interpretato da Marlene Dietrich nel ruolo di Lily, una ingenua contadina tedesca che si trasferisce a Berlino e vive una serie di disavventure amorose. Il film è basato sul romanzo del 1908 "Das Hohe Lied" di Hermann Sudermann e sulla successiva rappresentazione teatrale di Edward Sheldon. La storia segue Lily, che dopo la morte del padre si trasferisce in città per vivere con la sua severa zia. Durante il giorno, Lily lavora nella libreria della zia, ma la sua vita cambia quando incontra e posa per Richard, uno scultore che vive dall'altra parte della strada. Nonostante l'eventuale storia d'amore tra i due, Lily sposa uno dei ricchi clienti di Richard, il Barone von Merzbach. Tuttavia, alla fine Lily e Richard si riuniscono dopo che lei ha attraversato un personale viaggio di crescita e introspezione.

TWO CHATERINES


"Courtesy of the Media History Digital Library"

pagina n. 41 del periodico The New Movie Magazine (Jan-Jun 1934)

Caterina la Grande, sovrana dell'Impero Russo, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia, non solo come politica e stratega, ma anche come icona culturale. La sua vita e il suo regno sono stati oggetto di numerose rappresentazioni artistiche, tra cui spiccano i film del 1934 che hanno visto Marlene Dietrich e Elizabeth Bergner interpretare la grande imperatrice. Questi due film, "The Scarlet Empress" e "The Rise of Catherine the Great", offrono due visioni distinte e affascinanti di Caterina, ognuna attraverso la lente unica delle attrici protagoniste.

Card n.10 della serie ֍ STARS OF SCREEN & HISTORY 

STEPHEN MITCHELL & SON (1939)

(collezione personale)

Marlene Dietrich, sotto la regia di Josef von Sternberg in "The Scarlet Empress", ha incarnato una Caterina la Grande carismatica e audace. La sua interpretazione è permeata da una forza e una sensualità che trascendono lo schermo, catturando l'essenza di una donna che ha saputo imporsi in un mondo dominato dagli uomini. L'uso di luci e ombre, insieme a un design espressionista, ha creato un'atmosfera quasi mistica, enfatizzando la potenza e la maestosità del personaggio storico.


Card n.5 della serie ֍ CHARACTERS COME TO LIFE

GODFREY PHILLIPS LTD (1938)

(collezione personale)

Elizabeth Bergner, diretta da Paul Czinner in "The Rise of Catherine the Great", ha offerto un ritratto più intimo e psicologico dell'imperatrice. La sua Caterina è una figura complessa, che bilancia l'ambizione politica con le sfide emotive, mostrando una profondità di carattere che va oltre la semplice rappresentazione di una sovrana. La Bergner ha saputo esprimere la determinazione e l'astuzia di Caterina, evidenziando la sua capacità di navigare le acque turbolente della corte russa e di emergere come una leader visionaria.

Card n. 285 pag. 5

da BUNTE FILMBILDER II FOLGE

(collezione personale)

Il confronto tra queste due interpretazioni cinematografiche apre una finestra sul modo in cui l'arte può catturare e reinterpretare la vita dei grandi personaggi storici. Dietrich e Bergner, con le loro performance, hanno contribuito a plasmare l'immagine di Caterina la Grande nell'immaginario collettivo, offrendo due diverse ma egualmente valide prospettive sulla sua figura. Entrambe hanno saputo trasmettere la grandezza e la complessità di una donna che ha regnato con intelligenza e fermezza, lasciando un'eredità che continua a influenzare la cultura e la politica fino ai giorni nostri.

Card n. 35 della serie ֍ FILM FAVOURITES 

A. and M. WIX (1939)

(collezione personale)

L'analisi di queste due opere cinematografiche non è solo un esercizio di critica artistica, ma anche un dialogo con la storia, che ci permette di riflettere su come il passato viene costantemente rielaborato e presentato alle nuove generazioni. Caterina la Grande, attraverso le interpretazioni di Dietrich e Bergner, rimane una figura emblematica, un simbolo di potere femminile e di saggezza politica che trascende i secoli. La loro arte ci invita a esplorare le sfumature di una regalità che è stata, allo stesso tempo, umana e straordinaria, e a riconoscere il valore intrinseco delle diverse rappresentazioni della storia. 

Card n. 4 della serie ֍ FAMOUS FILM STARS 

ARDATH TOBACCO CO LTD (1934)

(collezione personale)

"The Scarlet Empress", un film del 1934 diretto da Josef von Sternberg, è una rappresentazione drammatica e visivamente straordinaria della vita di Caterina la Grande, interpretata dalla leggendaria Marlene Dietrich. Il film è noto per la sua audace interpretazione storica e per l'uso innovativo di luci e ombre che creano un'atmosfera espressionista, quasi teatrale, all'interno del palazzo russo. Dietrich incarna una Caterina la Grande che è al tempo stesso potente e sensuale, una donna che, nonostante le sfide di un matrimonio senza amore e un ambiente di corte complesso, riesce a emergere come una sovrana determinata e influente.

Card posizione 7 pag. 4 

da BUNTE FILMBILDER ALBUM 7

(collezione personale)

La performance di Dietrich è stata lodata per la sua capacità di catturare la complessità del personaggio: una figura storica che è diventata un'icona di potere e di seduzione. Il film segue il viaggio di Caterina dalla sua giovinezza come principessa Sofia Federica di Anhalt-Zerbst, attraverso il suo matrimonio infelice con il granduca Pietro, fino alla sua ascesa al trono dell'Impero Russo.

Card n. 28 della serie PORTRAITS OF FAMOUS STARS (GALLAHER LTD)

(collezione personale)

La Dietrich presenta una Caterina che impara a navigare le acque pericolose della politica russa, diventando una leader astuta e carismatica.

Card n. 41 della serie SHOTS FROM FAMOUS FILMS (GALLAHER LTD)

(collezione personale)

"The Scarlet Empress" è stato prodotto da Paramount Pictures e, sebbene abbia preso notevoli libertà storiche, è stato accolto positivamente dalla critica moderna per la sua rappresentazione artistica e per la profondità emotiva che Dietrich porta al ruolo.

Marlene Dietrich e la figlia Maria Riva

Card n.223 SALEM FILMBILDER ALBUM 2

(collezione personale)

La figlia di Dietrich, Maria Riva, appare nel film come Caterina da bambina, aggiungendo un tocco personale alla narrazione. Il film è un esempio eccellente di come il cinema possa trasformare eventi storici in opere d'arte che rimangono impresse nella memoria collettiva.

"L'ULTIMO ATTO tra MUSA e MAESTRO"

Cards posizione 1-3-6-8  pag. 4 

da BUNTE FILMBILDER ALBUM 7

(collezione personale)

"Capriccio spagnolo", noto anche con il titolo internazionale "The Devil Is a Woman", è un film del 1935 diretto da Josef von Sternberg e rappresenta l'ultima collaborazione tra il regista e l'attrice Marlene Dietrich. Quest'opera cinematografica, tratta dal romanzo "La donna e il burattino" di Pierre Louÿs, è ambientata nella pittoresca Siviglia all'inizio del Novecento e narra le vicende di una seducente cortigiana, Concha Perez, interpretata da Dietrich.

Card n. 16 della serie FAMOUS FILMS STARS 

CARRERAS LTD (1935)

(collezione personale)

Il film esplora temi di passione, seduzione e distruzione, con la Dietrich che incarna una figura femminile potente e ambigua, capace di suscitare desiderio e rovina negli uomini che la circondano. La collaborazione tra Sternberg e Dietrich è stata una delle più fruttuose e artisticamente significative dell'epoca, dando vita a film che hanno segnato la storia del cinema per il loro stile visivo innovativo e le interpretazioni magnetiche di Dietrich. Tuttavia, "Capriccio spagnolo" si distingue per essere l'apice e il termine di questa partnership, in quanto entrambi gli artisti consideravano il film come il culmine della loro espressione creativa congiunta. Nonostante la loro precedente serie di successi, il film non fu accolto bene dal pubblico al momento della sua uscita, e ciò contribuì a creare tensioni tra i due. Inoltre, il contesto politico dell'epoca, in particolare la crescente censura nazista in Germania, paese di origine di Dietrich, pose ulteriori sfide alla distribuzione e alla ricezione del film. La Dietrich, già icona dello stile e dell'emancipazione femminile, si trovò così a dover navigare in un panorama cinematografico in cambiamento, mentre Sternberg cercava nuove direzioni artistiche. Queste dinamiche, insieme alle evoluzioni personali e creative di entrambi, portarono alla conclusione della loro collaborazione con "Capriccio spagnolo", lasciando un'eredità di film che continuano a essere studiati e ammirati per la loro complessità estetica e narrativa.


UN PUNTO DI SVOLTA

Card n.33 della Seconda Serie MODERN BEAUTIES 

BRITISH AMERICAN TOBACCO (B.A.T.) (1938)

(collezione personale)

Marlene Dietrich, dopo aver lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema grazie alla sua collaborazione con Josef von Sternberg, ha continuato a dimostrare la sua versatilità artistica attraverso una serie di ruoli che hanno sfidato le aspettative e rotto i confini tradizionali del genere cinematografico. Il suo talento e la sua determinazione l'hanno vista navigare attraverso le turbolenze creative, come evidenziato dall'episodio del 1936 durante la produzione di "I Loved a Soldier" che doveva essere un remake del film Hotel Imperial del 1927. Questo progetto, che inizialmente prometteva di essere un'altra pietra miliare nella sua carriera, si è rapidamente trasformato in un campo di battaglia creativo, con Dietrich e il regista Henry Hathaway in disaccordo su vari aspetti della produzione, dalla sceneggiatura agli approcci di regia.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

estratto del periodico Silver Screen (Apr-Sep 1936)

La decisione di Dietrich di abbandonare "I Loved a Soldier" non è stata solo una dimostrazione della sua indipendenza artistica, ma anche un'affermazione del suo rifiuto di essere limitata da un genere o da un regista. Questo atto di ribellione ha rafforzato la sua immagine di icona di stile e forza, una donna che non solo sfidava le convenzioni sociali ma anche quelle artistiche. La sua partenza dal progetto ha portato il produttore Ernst Lubitsch a sospendere la produzione, un evento che ha segnato un punto di svolta significativo nella realizzazione del film.
Nonostante la sospensione, la Paramount e Dietrich hanno trovato una risoluzione amichevole ai loro disaccordi, come annunciato nel marzo dello stesso anno. Con la sostituzione di Dietrich con Margaret Sullavan, la produzione è ripresa, sebbene con un cast rinnovato e sotto una nuova direzione. Il risultato finale è stato "Hotel Imperial", (come il titolo originale del film di Pola del 1927), completato nel 1939, un film che, pur essendo lontano dalla visione originale di "I Loved a Soldier", ha trovato il suo posto nella storia del cinema. Curiosamente, nessuna delle riprese originali di "I Loved a Soldier" è stata utilizzata nel film finale, e nessun filmato è noto per essere sopravvissuto, rendendo questo episodio un intrigante "cosa sarebbe potuto essere" nella carriera di Dietrich.

Cards n. 19 e n. 21 pag. 3

da BUNTE FILMBILDER

(collezione personale)

Dopo un piccolo contrattempo cinematografico, che ci ha lasciati tutti con il fiato sospeso, finalmente arriva sul grande schermo Il film "Desire" del 1936, diretto da Frank Borzage. Un punto di svolta nella carriera di Marlene, offrendole l'opportunità di interpretare una ladra di gioielli affascinante e misteriosa, contrapposta all'ingenuità del personaggio di Gary Cooper. La loro dinamica sullo schermo è stata descritta come elettrizzante, con il film che si distingue per un'atmosfera di glamour e avventura, divergendo dalle tonalità più oscure dei lavori precedenti con Sternberg.

Card n. 283 pag. 5

da BUNTE FILMBILDER II FOLGE

(collezione personale)

La Dietrich ha sfruttato la commedia sofisticata e l'elemento romantico di "Desire" per esplorare nuove sfaccettature del suo talento, dimostrando una leggerezza e un senso del gioco che non hanno mai oscurato la profondità emotiva che la caratterizza. La sua performance in "Desire" ha confermato la sua abilità di adattarsi e brillare in una varietà di contesti, consolidando la sua reputazione come una delle attrici più talentuose e magnetiche del suo tempo.

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Card n.14 della serie ֍ SHOTS FROM THE FILMS

 OGDEN'S (1936) 

(collezione personale)

"MARLENE a COLORI"

La Dietrich ha continuato a lavorare in una serie di film di successo, mantenendo la sua posizione come icona del cinema e influenzando generazioni di artisti con la sua presenza scenica e il suo stile inconfondibile.  Verso la fine dell'anno 1936 arriva "The Garden of Allah",dove Marlene ha interpretato il ruolo di Domini Enfilden, una donna dell'alta società in cerca di significato spirituale nella vastità del deserto del Sahara. Questo film, noto per essere uno dei primi lungometraggi girati in Technicolor, ha permesso a Dietrich di mostrare non solo la sua abilità recitativa, ma anche la sua presenza scenica in un contesto visivamente stupefacente. La sua performance è stata accolta con ammirazione, poiché ha saputo trasmettere la complessità emotiva di una donna che si confronta con profonde questioni esistenziali, rendendo la sua performance indimenticabile.

Cards n. 19 e n. 18 pag. 3

da BUNTE FILMBILDER

(collezione personale)

Il ruolo di Dietrich in questo film è stato significativo anche per la moda, poiché il suo stile elegante e i costumi disegnati per il personaggio hanno influenzato la moda dell'epoca. Inoltre, la sua partecipazione a "The Garden of Allah" ha segnato un momento importante nella storia del cinema, poiché il film è stato un pioniere nell'uso del colore, aggiungendo una nuova dimensione all'esperienza cinematografica e alla rappresentazione di Dietrich sullo schermo.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

pagine 20/21 del periodico Screenland (Nov 1936-Apr 1937)

Vinci una crociera gratuita di 39 giorni al “Giardino di Allah” partecipando al nuovo e grandioso concorso di SCREENLAND! Il primo premio è una meravigliosa crociera nel Mediterraneo del valore di 1.000 dollari. Altre splendide ricompense ti attendono! Una crociera lussuosa, colma di emozioni che dureranno per tutta la vita: questo è il grande premio del nuovo concorso “Giardino di Allah” di Screenland. Il fotomontaggio in cima alle nostre due pagine ti offre solo un assaggio delle meraviglie panoramiche che il vincitore del primo premio avrà la possibilità di ammirare. A sinistra, Marlene Dietrich indossa il delizioso costume che costituisce il secondo premio: un abito di chiffon appositamente progettato e una splendida mantella con cappuccio. RIFLETTICI! Una crociera di 39 giorni, grande, allegra e glamour, al “Giardino di Allah”! Un viaggio emozionante attraverso il Mediterraneo che copre almeno sedici porti, tra cui luoghi romantici come Gibilterra, Algeri, Napoli, Port Said (la famigerata “città più malvagia del mondo”), Rodi, Venezia, la città dell’eterno romanticismo, e infine tornando a New York! Il vincitore del primo premio del concorso “Giardino di Allah” di Screenland verrà trasportato dalla sua città a New York tramite il TWA Douglas Skyliner, allestito presso il Park Central Hotel, fino all’imbarco sulla bellissima SS Roma della Italian Line per la crociera emozionante che partirà da New York il 30 gennaio 1937, con ritorno il 10 marzo. E non è tutto! Oltre al primo premio, prendi nota delle altre splendide ricompense. Il secondo premio è un orologio Gruen da indossare al polso di qualche fortunata signora: un nuovo modello intelligente, bello quanto utile. Poi il grande terzo premio, il costume originale incredibilmente esotico di Marlene Dietrich, raffigurato in questa pagina, indossato come l’adorabile eroina de “Il Giardino di Allah”, la speciale produzione Technicolor di Selznick-United Artists che ispira il nostro concorso.La stessa Dietrich indossava l'abito di chiffon appositamente progettato e il mantello con cappuccio. (Immaginate di dare una festa a Screenland "Garden of Allah" e di salutare i vostri ospiti con il costume indossato da Marlene.)

E poi ci sono altri premi: dieci serie di dodici ritratti incantevoli 11 x 14 tratti da 'Il giardino di Allah', alcuni dei quali ritraggono le scene d'amore più emozionanti tra Dietrich e Boyer." E poi, come ulteriore incentivo, ci sono 50 abbonamenti annuali a Screenland in palio. Decisamente, questo è un concorso che merita di essere preso in considerazione! Assicurati di leggere attentamente il regolamento. Compila il coupon in ogni sua parte, scoprirai che partecipare è semplice e intuitivo. La domanda del coupon è diretta: preferisci i film a colori o in bianco e nero? Spiega la tua scelta in cinquanta parole. Il termine ultimo per partecipare è la mezzanotte del 2 novembre 1936, quindi non perdere tempo, inizia subito! Sto partecipando al concorso "Garden of Allah" di Screenland, e ho allegato la mia lettera. Per favore, rispondi "Sì" o "No" alla seguente domanda: PREFERISCI I FILM A COLORI? SÌ NO! Nome: ________ Indirizzo: ________ Città, Stato: ________.

"PRIMO PREMIO: Una crociera di lusso gratuita di 39 giorni, del valore di $1.000, sulla SS Roma. SECONDO PREMIO: Un orologio da polso da donna Gruen Precision, ultimo modello con cassa placcata in oro. TERZO PREMIO: Il costume più esotico indossato da Dietrich nel film 'Il giardino di Allah' (visibile nella foto a fianco alla pagina). DIECI QUARTI PREMI: Dieci set di dodici ritratti squisiti 11x14 (pronti per essere incorniciati) tratti da 'Il giardino di Allah', inclusi quelli dell'amore tra Dietrich e Boyer. CINQUANTA QUINTI PREMI: Cinquanta abbonamenti annuali alla rivista Screenland. Si prega di leggere attentamente il regolamento! Compila il coupon. Dopo aver determinato la tua risposta alla domanda sul coupon, 'Preferisci i film a colori? Sì o No', spiega i motivi della tua scelta in una lettera di massimo cinquanta parole. Allega la lettera al tuo coupon. Il concorso si concluderà a mezzanotte del 2 novembre 1936. In caso di parità, verranno assegnati premi duplicati. Invia il coupon e la tua lettera all'indirizzo: Concorso 'Giardino di Allah', Screenland Magazine, 45 West 45th St., New York, N.Y. Nessun contributo potrà essere restituito. La decisione dei giudici è definitiva. Nessun membro dello staff di Screenland o delle organizzazioni Selznick International-United Artists può partecipare. Immagina di essere trasportato dalla tua città natale a New York su un lussuoso volo TWA; poi imbarcarti sulla magnifica SS Roma della Italian Line per una crociera di 39 giorni, visitando porti esotici come Gibilterra, Algeri, Palermo, Napoli, il misterioso Sahara, il 'Giardino di Allah' stesso; Gerusalemme, Rodi, Venezia! Queste avventure attendono il vincitore del primo premio. Nella foto a destra, Charles Boyer e Dietrich in una scena de 'Il giardino di Allah'. 

 L'importanza di "The Garden of Allah" risiede anche nel suo impatto culturale. Ha introdotto il pubblico a un mondo esotico e lontano, influenzando la percezione occidentale del Medio Oriente e ispirando una fascinazione per l'esplorazione e l'avventura. Il film ha anche stabilito nuovi standard per la produzione cinematografica, dimostrando che il colore poteva essere utilizzato non solo per abbellire, ma anche per arricchire la narrazione.


 "Marlene Dietrich: L'Arte del Coraggio"

Card n.284 pag. 5 BUNTE FILMBILDER II. FOLGE

(collezione personale)

"Knight Without Armour", conosciuto in Italia come "L'ultimo treno da Mosca", è un film drammatico storico britannico del 1937 che vede protagonisti Marlene Dietrich e Robert Donat. Diretto da Jacques Feyder e prodotto da Alexander Korda, il film è un adattamento della sceneggiatura di Lajos Bíró basato sul romanzo del 1933 di James Hilton. La storia segue le vicende di A.J. Fothergill, interpretato da Donat, un corrispondente inglese che si infiltra in un gruppo rivoluzionario in Russia e viene poi imprigionato in Siberia. Durante la guerra civile russa, cerca di fuggire insieme alla bellissima contessa Alexandra, interpretata da Dietrich. La performance di Dietrich nel film è stata notevole, mostrando la sua versatilità e il suo talento nel ritrarre personaggi complessi e stratificati.
Per quanto riguarda l'impatto sulla carriera di Marlene Dietrich, "Knight Without Armour" è arrivato in un momento cruciale questo ruolo ha offerto a Dietrich l'opportunità di dimostrare ulteriormente la sua abilità recitativa in un contesto internazionale. Nonostante il film non sia stato un successo commerciale straordinario, ha rafforzato la sua reputazione come attrice di talento capace di affrontare ruoli drammatici. Inoltre, durante la produzione, Robert Donat ha avuto un grave attacco di asma e il film è stato ritardato per quasi un mese.

Card n.16 della serie FAMOUS LOVE SCENES

GODFREY PHILLIPS LTD (1939)

(collezione personale)

Dietrich ha dimostrato la sua dedizione non solo come attrice ma anche come persona, opponendosi alla decisione della produzione di fare sostituire Donat e rinunciando al suo salario per tutta la durata della malattia di Robert, assistendolo fino a quando non è stato in grado di ritornare alle riprese del film. Questo gesto ha evidenziato il suo impegno professionale e umano, contribuendo a consolidare la sua immagine pubblica di stella compassionevole e professionale.
In conclusione, "Knight Without Armour" ha avuto un ruolo significativo nella carriera di Marlene Dietrich, non tanto per il successo commerciale, quanto per l'opportunità di esplorare una gamma più ampia di sfumature recitative e per il suo comportamento esemplare durante tutta la produzione del film.


UN ALTRO "ANGELO"

“Angel” è un film del 1937 diretto da Ernst Lubitsch. Si tratta di una commedia romantica e drammatica prodotta negli Stati Uniti e interpretata da Marlene Dietrich, Herbert Marshall e Melvyn Douglas. Altri attori nel cast includono Edward Everett Horton, Laura Hope Crews e Herbert Mundin.

Card n.18 della seconda serie ֍ FILM STARS

CARRERAS LTD

(collezione personale)

Marlene Dietrich interpreta il ruolo di Maria, Lady Barker in Angel (1937). La sua interpretazione è notevole per la sua abilità nel trasmettere una combinazione di eleganza, mistero e seduzione. Dietrich è famosa per il suo stile unico e la sua presenza magnetica sullo schermo. Nel film, Maria è una donna affascinante e complessa, coinvolta in un triangolo amoroso con il diplomatico britannico Sir Frederich Barker e l’affascinante Anthony Halton. Marlene Dietrich riesce a catturare l’attenzione dello spettatore con la sua bellezza e il suo carisma, rendendo il personaggio di Maria intrigante e indimenticabile. La sua interpretazione contribuisce a rendere Angelo un film memorabile e iconico del cinema degli anni '30 . La critica lo ha spesso lodato per la sua sceneggiatura intelligente e i dialoghi ricchi di sfumature, che richiedono un'attenzione particolare per cogliere tutte le perle di saggezza che vi sono nascoste. Marlene Dietrich brilla nel ruolo della protagonista, portando sullo schermo una performance che è stata descritta come algidamente angelica, ma al contempo intensamente appassionata. Il film è noto per la sua capacità di descrivere con leggerezza e arguzia la superficie serena di relazioni che nascondono passioni tumultuose. Nonostante il finale possa sembrare prevedibile, è l'abilità di Lubitsch nel dirigere gli attori e nel tessere una narrazione affascinante che rende "Angel" un'opera memorabile e un esempio luminoso del suo genio cinematografico.


"UN ELEGANTE RIBELLIONE"

Marlene Dietrich, icona di stile senza tempo, ha rivoluzionato il mondo della moda con il suo audace utilizzo dell'abito maschile.

Card posizione 4 pag. 2

JOSETTI FILM ALBUM N°3

(collezione personale)

La sua figura androgina, accentuata da completi sartoriali, giacche tuxedo e scarpe stringate, ha sfidato le convenzioni e ispirato una nuova era di libertà espressiva nel vestire. Dietrich non si limitava a indossare abiti maschili; li trasformava, conferendo loro un'eleganza e una sensualità che erano unicamente sue. Questo articolo esplora come Marlene Dietrich abbia adottato l'abbigliamento maschile non solo come una scelta di stile, ma come un potente strumento di espressione personale e artistica.

Card posizione 2 pag. 2

JOSETTI FILM ALBUM N°3

(collezione personale)


Nel cuore degli anni '30, Marlene Dietrich apparve sul grande schermo e nei salotti dell'alta società, sfoggiando smoking e tailleur con una naturalezza che lasciava il pubblico senza fiato. La sua immagine in "Marocco", dove indossava un frac e baciava una donna, rimane uno dei momenti più emblematici della sua carriera e un simbolo della sua sfida alle norme di genere dell'epoca. Dietrich non seguiva le tendenze, le creava, e il suo stile androgino è diventato un punto di riferimento per le donne che desideravano rompere gli schemi e affermare la propria individualità.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

pagine 38 del periodico Modern Screen (Feb - Oct 1933)

PERCHÉ DIETRICH INDOSSA I PANTALONI , , . 

Le ragioni di Marlene per cui è apparsa in pubblico con pantaloni sartoriali in stile maschile regolare

di JEAN CUMMINGS

Vista all'apertura de "Il segno della croce" in smoking da uomo, Marlene Dietrich ha dominato l'intera serata! Maurice Chevalier, che ha trascorso l'intervallo con la star tedesca, sembrava decisamente invidioso del taglio perfetto del cappotto maschile di Marlene!"

l'articolo di cui sopra, in un giornale di Hollywood, porta la "stagione dei pantaloni" di Marlene Dietrich al culmine. Oltre a Chevalier, la maggior parte degli uomini presenti al teatro lanciava sguardi pieni di desiderio alla bella ragazza bionda che stava in piedi, con le mani nelle tasche dello smoking più perfetto della città! È vero, i pantaloni non sono una novità per la Dietrich! Li indossa da mesi in giro per Hollywood. Li ha indossati così spesso, infatti, che c'è un serio dubbio nella mente di molti spettatori che ora possieda persino un vestito' Li ha indossati nonostante il fatto che quasi tutti gli scrittori di Hollywood l'abbiano twittata. A Hollywood non piace! Lo dice, e lo dice sul serio! Tuttavia, la Dietrich continua a indossare i pantaloni. Perché? 

L'uso dell'abito maschile da parte di Dietrich non era un semplice gesto di ribellione; era un'affermazione di forza e indipendenza. In un'epoca in cui le donne erano spesso confinate a ruoli secondari, lei usava i suoi abiti come armatura, un modo per affermare la propria presenza e il proprio potere in un mondo dominato dagli uomini. Eppure, c'era anche una vulnerabilità in questa scelta: Dietrich mostrava che dietro la maschera del glamour c'era una donna complessa, piena di contrasti e sfaccettature.
La Dietrich ha influenzato innumerevoli designer, da Yves Saint Laurent a Giorgio Armani, che hanno visto nell'abito maschile non solo un capo di vestiario, ma un simbolo di eleganza senza tempo. Il suo stile ha attraversato decenni, sempre attuale, sempre rivoluzionario. Oggi, guardando indietro alla sua eredità, possiamo vedere come Marlene Dietrich non abbia solo cambiato il modo in cui le donne potevano vestirsi, ma anche il modo in cui potevano essere percepite e percepire se stesse.

Card posizione 3 pag. 4

JOSETTI FILM ALBUM N°2

(collezione personale)

In conclusione, l'adozione dell'abito maschile da parte di Marlene Dietrich è stata molto più di una moda passeggera. È stata una dichiarazione audace di autonomia e un rifiuto delle aspettative sociali. Con ogni giacca tuxedo e ogni paio di pantaloni sartoriali, Dietrich ha scritto una nuova pagina nella storia della moda, una pagina che continua a ispirare coraggio e originalità in chiunque osi seguire le sue orme.


 "Dietrich in Miniatura: L'Arte delle Cigarette Cards"

Card n. 49 serie ֍ FILM STARS 

CARRERAS LTD (1937) 

(collezione personale)

Le cigarette cards, piccole schede illustrative inserite nei pacchetti di sigarette, sono un affascinante capitolo nella storia della pubblicità. Nella prima metà del XX secolo, queste carte hanno catturato l'immaginario collettivo, fungendo da veicoli per una vasta gamma di soggetti, da attori famosi come Marlene Dietrich a momenti storici e conquiste tecnologiche. La loro popolarità non era solo dovuta alla qualità delle immagini o all'interesse per i soggetti raffigurati, ma anche al loro ruolo di precursori delle moderne strategie di marketing.

Card n. 15 serie FILM STARS 

JOHN PLAYER & SONS (1934) 

(collezione personale)

 Attraverso le cigarette cards, le aziende di tabacco hanno potuto creare un legame diretto con i consumatori, incentivando la raccolta e il completamento di intere serie, un po' come accade oggi con i programmi fedeltà.
Marlene Dietrich, con la sua eleganza senza tempo e il suo fascino enigmatico, è stata immortalata in queste carte, consolidando il suo status di icona culturale. Queste rappresentazioni non solo celebravano la sua figura pubblica, ma contribuivano anche a costruire il mito intorno alla sua persona, influenzando la percezione del pubblico e la sua eredità artistica. Le cigarette cards di Marlene Dietrich sono diventate così oggetti da collezione, ricercati dai fan e dagli appassionati di memorabilia cinematografica, testimoniando come la pubblicità possa trasformarsi in un mezzo per preservare e onorare la memoria delle stelle del passato.
L'uso delle cigarette cards nella pubblicità rifletteva il potenziale delle immagini visive per creare connessioni emotive e culturali. Queste carte hanno anticipato l'importanza del branding visivo e dell'identità di marca, concetti che oggi dominano il panorama pubblicitario. Inoltre, la loro diffusione ha dimostrato come la pubblicità potesse beneficiare della distribuzione di contenuti che avessero un valore aggiunto per il consumatore, un principio che rimane valido nell'era digitale, dove i contenuti di qualità sono fondamentali per coinvolgere e fidelizzare il pubblico. Le cigarette cards, con la loro capacità di catturare l’essenza di un’epoca, offrono uno sguardo affascinante non solo sulla storia della pubblicità, ma anche sulle vite delle icone che hanno adornato questi piccoli pezzi di cartone.

Prendiamo, ad esempio, la card, qui in basso, che ritrae Marlene Dietrich e Maurice Chevalier, due giganti del cinema dell’epoca d’oro. Dietrich, con la sua bellezza androgina e la sua voce profonda e sensuale, e Chevalier, con il suo charme francese e il suo sorriso contagioso, erano più di semplici colleghi; erano simboli di un’era definita dall’eleganza e dal glamour.La loro apparizione insieme su una cigarette card non era solo un pezzo di marketing, ma anche un sussurro di gossip che attraversava l’oceano. Si diceva che la loro amicizia fosse colorata da un’intimità che andava oltre il grande schermo, alimentando la curiosità e le fantasie dei fan. Queste carte, quindi, diventano documenti preziosi che raccontano storie non solo di campagne pubblicitarie, ma anche di relazioni e scandali che hanno tenuto il pubblico incollato alle pagine dei giornali dell’epoca. In questo modo, le cigarette cards non sono solo testimonianze della storia della pubblicità, ma anche di quella personale e culturale, offrendo uno scorcio sulle dinamiche sociali e sulle personalità che hanno plasmato il tessuto culturale del loro tempo.

Card posizione 2 pag. 2

JOSETTI FILM ALBUM N°1

(collezione personale)

Maurice Chevalier e Marlene Dietrich, due icone del cinema del ventesimo secolo, hanno condiviso una relazione complessa e affascinante che ha trascinato il pubblico in una storia di amicizia, amore e lealtà. Sebbene non abbiano mai condiviso lo schermo in un film, la loro vicinanza fisica ai camerini della Paramount nel 1932 ha gettato le basi per una relazione che sarebbe fiorita lontano dagli occhi del pubblico. Il musical "Dietrich & Chevalier: Falling in Love Again", che ha debuttato al St. Luke's Theatre, esplora questa storia d'amore non raccontata, offrendo uno sguardo intimo nella loro vita e nelle circostanze che li hanno uniti.
Durante gli anni tumultuosi della Seconda Guerra Mondiale, la loro relazione prese una svolta drammatica. Chevalier, accusato di collaborazionismo con i nazisti, si trovò a fronteggiare un processo per tradimento alla fine del conflitto. Fu in questo momento critico che Dietrich, conosciuta per le sue ferme convinzioni anti-naziste e per il suo eroismo, intervenne coraggiosamente in sua difesa. La sua testimonianza fu cruciale nel processo, e la loro amicizia si rafforzò ulteriormente in seguito a questo evento.
La loro connessione professionale e personale continuò a svilupparsi ben oltre gli anni della guerra. Entrambi divennero simboli di resilienza e di talento artistico, mantenendo un legame che resistette alle prove del tempo e delle circostanze. La loro storia è un esempio di come le relazioni umane possano trascendere le difficoltà e diventare fonte di ispirazione e sostegno reciproco.
La narrazione del loro rapporto nel musical "Dietrich & Chevalier" non solo celebra la loro eredità artistica ma illumina anche gli aspetti meno conosciuti della loro vita, mostrando come due stelle di tale calibro abbiano potuto influenzarsi a vicenda sia professionalmente che personalmente. La loro storia rimane un'affascinante testimonianza dell'epoca d'oro di Hollywood e della complessità delle relazioni umane all'interno di essa.

Cards posizione 1-2 pag. 4

JOSETTI FILM ALBUM N°2

(collezione personale)

Il ruolo della fotografia nella cultura popolare e nella storia dell'arte è di fondamentale importanza, specialmente quando si parla di figure iconiche come Marlene Dietrich. La fotografia ha il potere di catturare non solo l'immagine fisica, ma anche l'essenza e lo spirito di un'epoca.

Card posizione 2 pag. 2

 HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

Attraverso l'obiettivo, i fotografi dello studio Ross hanno saputo immortalare la presenza magnetica e l'eleganza senza tempo di Dietrich, contribuendo a costruire e consolidare il suo status di leggenda. Queste carte, con le loro immagini attentamente curate, riflettono l'importanza della fotografia come mezzo di comunicazione visiva e come strumento per plasmare l'identità pubblica delle star.

Cards n.523-524-525 pag. 4 dell' ALBUM MERCEDES FILMBILDER 

AUS TöNENDEN FILMEN FILMALBUM 4

(collezione personale)

Inoltre, la fotografia ha giocato un ruolo cruciale nell'evoluzione della moda e del cinema, documentando i cambiamenti stilistici e influenzando le percezioni del pubblico. Presentare una collezione di cigarette cards di Marlene Dietrich è quindi un modo per esplorare e celebrare l'arte della fotografia, oltre a rendere omaggio a una delle più affascinanti figure del ventesimo secolo. Queste immagini, che un tempo accompagnavano i momenti di pausa di molti, oggi ci permettono di fare un viaggio nel tempo, offrendo uno sguardo intimo su un'era definita dalla sua estetica raffinata e dal suo innegabile impatto culturale.


Cards n. 16-17-18-19  pag. 2

SALEM FILMBILDER

(collezione personale)

Cards n. 16-17-18-19  pag. 2

SALEM FILMBILDER ALBUM 2

(collezione personale)

Cards n.356-357-360 pag. 4

dell' ALBUM HäNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)


"Il Fascino di Dietrich: Una Vita in Immagini"

(collezione personale)

Le cards che rappresentano Marlene Dietrich, con la loro eleganza senza tempo e il fascino che ha attraversato decenni, sono veri e propri tesori di storia e cultura. Ogni card è un tributo alla sua figura iconica, catturando l'essenza di una donna che ha definito l'epoca d'oro del cinema con la sua presenza magnifica e la sua personalità indomabile. Queste immagini, sia che si tratti di fotografie in bianco e nero o di disegni artistici, riflettono la varietà delle sfaccettature di Marlene. Attraverso queste cards, si può percepire la sua capacità di trasformarsi e di adattarsi, mantenendo sempre un'aura di mistero e fascino. La selezione di queste cards per il capitolo finale non è solo una scelta estetica, ma anche un omaggio a una leggenda che continua a ispirare artisti e ammiratori in tutto il mondo.