STORIA DEL COSTUME DEL CINEMA
  1. Cronologia
  2. Il Cinema Muto
  3. Evoluzione del costume nel passaggio dal muto al Sonoro
  4. Il Sonoro: La Rivoluzione del Cinema

Le cigarette cards, piccole schede collezionabili distribuite insieme ai pacchetti di sigarette, erano molto popolari tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Queste carte raffiguravano una vasta gamma di soggetti, tra cui attori e attrici del cinema, e sono diventate preziosi reperti storici che ci offrono uno sguardo unico sul passato. Attraverso la mia collezione di cigarette cards, analizzeremo come i costumi cinematografici si sono evoluti nel corso degli anni, influenzando e riflettendo le tendenze della moda dell’epoca.
Dai primi film muti agli sfarzosi musical degli anni '30 e '40, i costumi hanno sempre avuto un ruolo centrale nel definire l’identità visiva dei film. Esploreremo come i costumisti hanno lavorato per creare abiti che non solo fossero esteticamente piacevoli, ma che contribuissero anche a raccontare la storia e a delineare i personaggi. Inoltre, vedremo come l’istituzione dell’Oscar per i migliori costumi nel 1948 abbia riconosciuto l’importanza di questa arte nel mondo del cinema.

Nel silenzio eloquente delle sale cinematografiche dei primi del Novecento, un nuovo medium artistico prendeva vita. I film muti, con le loro sequenze in bianco e nero, offrivano agli spettatori storie raccontate senza parole, dove ogni gesto, ogni espressione e ogni costume avevano il potere di trasmettere emozioni e narrativa. In questo universo visivo, i costumi non erano semplici indumenti, ma strumenti narrativi che delineavano il carattere e lo stato sociale dei personaggi. Gli attori, spesso, portavano i propri abiti da casa, aggiungendo un tocco di autenticità e personalità ai loro ruoli.
Questi abiti, sebbene fossero di uso quotidiano, venivano trasformati dalla magia del cinema in iconiche rappresentazioni dell'epoca. Un cappello poteva indicare lo status sociale, mentre un abito consumato poteva raccontare una storia di difficoltà e lotta. La mancanza di colore non diminuiva l'impatto visivo dei costumi, anzi, accentuava le texture e le forme, permettendo agli spettatori di percepire e interpretare la moda e i costumi dell'epoca attraverso sfumature di grigio.

Card n.13 della serie HOW FILMS ARE MADE

 B. MORRIS & SONS LTD (1934)

(Collezione personale)

Con il passare del tempo, i costumisti iniziarono a sperimentare con materiali, disegni e accessori, cercando di catturare l'essenza dei personaggi e delle storie che volevano raccontare. Questo processo creativo ha portato alla nascita di costumi che, pur essendo fedeli al periodo storico rappresentato, erano arricchiti da un tocco di teatralità e fantasia, elementi che sarebbero diventati distintivi del cinema successivo.
La collezione di cigarette cards, con le sue immagini di attori e attrici vestiti per i loro ruoli, diventa così un archivio visivo di questa evoluzione. Ogni carta è una finestra sul passato, un frammento di storia che ci permette di esplorare come i costumi dei film muti abbiano influenzato la percezione e la rappresentazione della moda e della società.
Attraverso queste piccole ma significative testimonianze, possiamo viaggiare indietro nel tempo e osservare come i costumi dei film muti riflettessero e al contempo modellavano le tendenze della moda. Dalle silhouette austere e formali dell'era vittoriana alle linee più audaci e liberate del nuovo secolo, i costumi cinematografici hanno segnato il passaggio da una società rigida a una più espressiva e dinamica.

Card n.21 della serie HOW FILMS ARE MADE
 B. MORRIS & SONS LTD  (1934)
(Collezione personale)

Il primo capitolo di questa storia, quindi, si apre con un'immagine: quella di un attore o un'attrice che, davanti allo specchio del camerino, indossa i propri abiti, pronti a trasformarsi sotto i riflettori in un'icona senza tempo. È un momento di trasformazione, non solo per chi indossa il costume, ma per l'intera arte cinematografica, che da quel punto in poi non smetterà mai di evolversi e incantare.


IL CINEMA MUTO

Il cinema muto segna un'era fondamentale nella storia del cinema, un periodo in cui l'assenza di dialoghi sonori ha dato vita a un linguaggio visivo ricco e espressivo. Tra il 1915 e il 1927, il cinema ha visto la nascita di capolavori che hanno sfruttato il costume come strumento narrativo primario. In questo periodo, il costume non era solo un abito indossato dagli attori, ma un elemento chiave che contribuiva alla narrazione, sostituendo e amplificando la parola non pronunciata.
La nascita dei primi film è stata caratterizzata da sperimentazioni tecniche e stilistiche, dove il costume ha avuto il compito di definire immediatamente il personaggio, il suo status sociale, le sue emozioni e le sue intenzioni. Film come "Nascita di una nazione" di D.W. Griffith hanno utilizzato il costume per creare un'immediata distinzione tra i personaggi, sfruttando colori e stili per riflettere ideologie e sentimenti. Allo stesso modo, "Il gabinetto del dottor Caligari" di Robert Wiene ha fatto uso di costumi e scenografie stilizzate per creare un'atmosfera onirica e disturbante, che ha contribuito a definire il genere del cinema espressionista tedesco.
Questi film non solo hanno mostrato come il costume potesse sostituire la parola, ma hanno anche dimostrato come potesse influenzare l'atmosfera e la percezione psicologica del pubblico. Il costume nel cinema muto era un linguaggio a sé stante, capace di trasmettere messaggi complessi e di arricchire la trama senza l'uso della voce. Questo ha permesso ai registi e ai costumisti di esplorare nuove forme di espressione, rendendo il costume un elemento artistico e narrativo di primaria importanza.

Nei primi anni del cinema, spesso erano gli scenografi a occuparsi anche dei costumi, come nel caso di “Cabiria”. Non esistevano ancora figure specializzate esclusivamente nella creazione dei costumi.
Con il tempo, però, la professione del costumista divenne più definita e specializzata.



INTOLERANCE

Tra i primissimi film in cui il costume ha avuto un'importanza significativa, possiamo citare le opere del cinema muto come "Intolerance" (1916) di D.W. Griffith, che con i suoi elaborati costumi ha contribuito a creare un'immersione storica senza precedenti. Anche "The Birth of a Nation" (1915), sempre di Griffith, nonostante le sue controversie, è noto per l'uso dei costumi nell'epoca della Guerra Civile Americana.

Poster del Film

PLAY►

Il film “Intolerance” (1916), diretto da David Wark Griffith, è un’opera monumentale che abbraccia circa 2500 anni di storia, rappresentando quattro episodi paralleli: la caduta di Babilonia, la Palestina ai tempi di Gesù, la strage degli ugonotti nella notte di San Bartolomeo e un episodio moderno ambientato negli Stati Uniti. Uno degli elementi chiave che contribuisce a rendere questo film un capolavoro visivo è l’uso dei costumi.

CLARE WEST

Clare West è stata una delle prime costumiste di Hollywood e ha lavorato su molti film importanti dell’epoca del cinema muto. La carriera di West è spesso associata a “Intolerance” del 1916, forse a causa delle polemiche suscitate dal film precedente, ma il suo primo film fu il monumentale e controverso “The Birth of a Nation”, su cui lavorò per due anni e che uscì nel 1915. Sebbene tecnicamente innovativo, il film è noto per la sua narrativa razzista, che giustificava una violenza inimmaginabile e lodava la creazione del Ku Klux Klan. A West è attribuita la creazione del famoso cappuccio bianco, simbolo distintivo del movimento.

"Courtesy of the Media History Digital Library"
pagina n. 39 e 40 della rivista PHOTOPLAY - (Aprile  1917)

"Ritorno a Babilonia per le nuove mode LO SCHERMO È UN VERO E PROPRIO CREATORE DI STILE, PERCHÉ LA "PRINCIPESSA AMATA" STA ISPIRANDO I MODISTI DELLA QUINTA STRADA Di Lillian Howard Disegni di Eleanor Howard"

Il suo secondo lavoro su “Intolerance” è particolarmente degno di nota per l’accuratezza storica e la grandiosità dei costumi, che hanno contribuito a rendere il film un capolavoro visivo. I costumi babilonesi di questo film sono stati talmente influenti da ispirare tendenze nella moda dell'epoca, come evidenziato da un articolo di Photoplay del 1917 intitolato "Back to Babylon for New Fashions". West è stata riconosciuta come "Studio Designer" presso la Triangle Film Corporation e si ritiene che "Intolerance" sia stato il primo film di Hollywood a presentare costumi progettati per ogni membro del cast, inclusi gli extra. 

Clare West è stata una figura chiave nell'evoluzione del costume cinematografico, sfruttando il suo talento per raccontare storie visive e per esplorare nuove forme di espressione artistica. Il suo lavoro ha gettato le basi per le future generazioni di costumisti e i suoi costumi rimangono un simbolo dell'innovazione e della creatività del cinema muto.

Scena tratta dal film

I costumi in “Intolerance” sono fondamentali per creare un senso di autenticità e per trasportare lo spettatore attraverso le diverse epoche storiche rappresentate nel film. Ogni episodio richiede un’accurata ricostruzione storica, e i costumi giocano un ruolo cruciale in questo processo. Ad esempio, i costumi babilonesi sono ispirati a reperti archeologici e a rappresentazioni artistiche dell’epoca, contribuendo a creare un’immagine vivida e realistica della civiltà babilonese.

I costumi aiutano a definire i personaggi e a comunicare informazioni importanti su di loro senza bisogno di dialoghi. In un film muto come “Intolerance”, questo aspetto è particolarmente importante. Ad esempio, i costumi dei personaggi di alto rango sociale sono riccamente decorati e realizzati con materiali pregiati, mentre quelli dei personaggi di classe inferiore sono più semplici e funzionali. Questo contrasto visivo aiuta lo spettatore a comprendere immediatamente il ruolo e lo status sociale dei personaggi. Griffith utilizza i costumi per enfatizzare le tematiche del film, come l’intolleranza e la lotta per la sopravvivenza. Ad esempio, quelli dei personaggi oppressi sono spesso di colori scuri e tessuti grezzi, mentre quelli degli oppressori sono luminosi e sfarzosi. Questo uso del colore e della texture aiuta a sottolineare le dinamiche di potere e le tensioni sociali presenti nel film.

Scena tratta dal film

“Intolerance” è noto per le sue scenografie grandiose e i suoi costumi elaborati. Con oltre 5.000 costumi e 7.000 comparse, il film rappresenta un trionfo dell’artigianato cinematografico. I costumi contribuiscono a creare un impatto visivo straordinario, rendendo ogni scena un’opera d’arte a sé stante. La cura dei dettagli nei costumi aiuta a creare un’esperienza immersiva per lo spettatore, trasportandolo in mondi lontani e tempi passati.

Poster del Film

I costumi in “Intolerance” sono un elemento fondamentale che contribuisce alla grandezza del film. Essi non solo aiutano a creare un senso di autenticità storica, ma anche a caratterizzare i personaggi, enfatizzare le tematiche e creare un impatto visivo duraturo. L’eredità di “Intolerance” continua a vivere, influenzando il cinema e la televisione contemporanei.



CLEOPATRA

POSTER del FILM

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag.656-657 della rivista THE MOVING PICTURE WORLD (3 Novembre 1917)

THEDA BARA COME CLEOPATRA
I recensori di New York esaltano il super film stupendo di WILLIAM FOX che presenta THEDA BARA in una performance emozionante di CLEOPATRA al Lyric Theatre, 42ª Strada, vicino a Broadway, N.Y. TOSANDS TURNED AWAY.

"Il film è stato prodotto con effetti, scenografie e costumi splendidi, ed è un trionfo della bellezza pittorica." -MORNING WORLD.

"Il film è grande; uno è completamente sopraffatto. Il film è un trionfo dell'arte del produttore." -EVENING JOURNAL.

"Cleopatra" è immenso nella sua portata e magnificenza. È una produzione stupenda." -EVENING SUN.

"Cleopatra" è una produzione immensa. La signorina Theda Bara è una Cleopatra del tipo più affascinante." -MORNING TELEGRAPH.

"Cleopatra" è veramente una delle produzioni più straordinarie e stupende mai viste sullo schermo." -EVENING MAIL.
FOX FILM CORPORATION

Un altro film molto importante è "Cleopatra" del 1917, un'impresa monumentale che ha richiesto un impegno straordinario nella creazione dei costumi, elemento chiave per l'atmosfera e l'autenticità del film. I costumi, disegnati con una ricchezza di dettagli e una fedeltà storica impressionante, hanno contribuito a immergere gli spettatori nell'antico Egitto, un mondo di lusso e magnificenza.

Cards n.11 della serie Cinema Stars

  Bucktrout & Co. Ltd. (1923)

(Collezione personale)

Theda Bara, nel ruolo della regina Cleopatra, indossava abiti che non solo rispecchiavano lo stile e la moda dell'epoca ma erano anche carichi di simbolismo e significato. Ogni costume era un'opera d'arte, realizzata con tessuti preziosi e decorazioni elaborate, che riflettevano lo status regale e il potere seduttivo del personaggio.

"Wikipedia"

Articolo tratto da - The Washington Times ( Novembre 1917)

Card n.9 - EGYPTIAN KINGS & QUEENS AND CLASSICAL DEITIES

JHON PLAYER & SONS (1912)

(Collezione personale)

La sfida di rappresentare visivamente la storia di Cleopatra è stata affrontata con un'attenzione meticolosa ai dettagli. Gli abiti di scena di Theda Bara sono stati progettati per catturare l'essenza di una regina che ha usato la sua immagine e il suo stile per esercitare influenza e potere. I costumisti hanno lavorato instancabilmente per creare una varietà di look che trasmettessero la complessità del personaggio: da regina divina a seduttrice mortale, ogni aspetto di Cleopatra è stato esplorato attraverso il vestiario.

THEDA BARA

Il processo di creazione dei costumi non è stato solo un esercizio di stile, ma anche un'accurata ricerca storica. Gli abiti dovevano essere fedeli all'epoca rappresentata, pur mantenendo un tocco di modernità che li rendesse accattivanti per il pubblico del tempo. Questo ha richiesto una profonda comprensione della storia e della cultura dell'antico Egitto, così come delle tendenze della moda del 1917. Il risultato è stato un equilibrio perfetto tra autenticità storica e appello contemporaneo, che ha lasciato un segno indelebile nella storia del costume cinematografico.

Scena tratta dal film

George James Hopkins

A realizzare tutto questo ci pensò George James Hopkins, nato a Pasadena il 23 marzo 1896 e scomparso a Los Angeles l'11 febbraio 1985, è stato un'icona del design scenografico e del costume nel mondo del cinema americano. La sua carriera, iniziata nel 1917 e conclusasi nel 1975, è stata segnata da un talento eccezionale e una dedizione che hanno lasciato un segno indelebile nell'industria cinematografica.
Dopo gli studi in design, Hopkins si avventurò nel teatro come scenografo, per poi fare il grande salto nel cinema con la Fox Film Corporation. Collaborando con il regista J. Gordon Edwards, Hopkins mise in mostra il suo talento in "Cleopatra" (1917), occupandosi sia delle scenografie che dei costumi, dimostrando una versatilità e una visione artistica che lo avrebbero contraddistinto per tutta la vita.
La sua abilità non passò inosservata, come dimostrano le 13 nomination agli Oscar e le quattro vittorie per la migliore scenografia. Tra i film che gli valsero l'ambita statuetta ci sono capolavori come "Un tram che si chiama Desiderio" (1951), "My Fair Lady" (1964), "Chi ha paura di Virginia Woolf?" (1966) e "Hello, Dolly!" (1969), opere che hanno definito l'estetica di un'epoca e continuano a influenzare i designer di oggi.
Oltre a questi, Hopkins ha lavorato su altri film di grande rilievo come "East of Eden" (1955) e "Dial M for Murder" (1954), dimostrando una capacità unica di catturare l'essenza visiva necessaria per portare sullo schermo storie memorabili. La sua vita personale non è stata meno interessante, con il suo nome che è emerso durante le indagini sull'omicidio del regista William Desmond Taylor, uno degli scandali più eclatanti di Hollywood negli anni '20.
George James Hopkins è stato un vero innovatore che ha saputo interpretare e trasformare la visione dei registi in immagini indimenticabili, lasciando un'eredità che continua a ispirare e a essere celebrata nel mondo del cinema. La sua storia è quella di un uomo che, con forbici, tessuti e bozzetti, ha scritto pagine importanti della storia del cinema, dimostrando che dietro ogni grande film c'è sempre un grande scenografo e in questo caso anche un grande costumista.



MALE and FEMALE

Poster tedesco del Film

PLAY►

Tornando a Clare West, la sua collaborazione con Cecil B. DeMille ha rappresentato un punto di svolta nell'arte del costume cinematografico. West, con il suo talento innovativo e la sua visione artistica, ha saputo interpretare e trasformare le idee di DeMille in costumi che hanno trascinato lo spettatore direttamente nell'epoca dorata di Hollywood. La loro sinergia ha permesso di creare un'estetica visiva che non solo definiva i personaggi ma anche l'atmosfera e il tono delle scene, contribuendo in modo significativo alla narrativa e all'impatto emotivo del film. I costumi di West, infatti, non erano semplici vestiti, ma narrazioni tessute che parlavano di status, potere e psicologia dei personaggi, arricchendo la complessità della storia raccontata da DeMille. Questa partnership ha stabilito nuovi standard per il design dei costumi, influenzando generazioni di costumisti e dimostrando che i costumi sono tanto parte integrante della narrazione quanto la sceneggiatura stessa. L'importanza dei costumi nel cinema è un aspetto cruciale che va oltre la mera estetica, diventando un elemento narrativo fondamentale.

Nel film "Male and Female" del 1919, il costume assume un ruolo di primo piano, fungendo da catalizzatore visivo per la narrazione e per l'esplorazione delle dinamiche di genere e classe. I costumi, disegnati con una maestria che riflette l'opulenza e la complessità dell'epoca, non solo adornano i personaggi ma parlano anche delle loro identità e del contesto sociale in cui si muovono. La pellicola, che si basa sulla commedia "The Admirable Crichton" di J.M. Barrie, presenta una storia di sopravvivenza e di rovesciamento dei ruoli sociali, dove i costumi diventano un elemento chiave per comprendere il cambiamento dei personaggi e la loro evoluzione psicologica.
La scelta dei tessuti, i dettagli sartoriali e gli accessori utilizzati nei costumi di "Male and Female" sono un riflesso fedele delle tendenze della moda del 1919, un periodo caratterizzato da un'eleganza raffinata e da un senso di libertà e praticità che emergeva dopo la prima guerra mondiale. Le donne, rappresentate nel film da Gloria Swanson nel ruolo di Lady Mary Loam, indossano abiti che esprimono una nuova femminilità, con linee più morbide e silhouette che si allontanano dagli stili rigidi del decennio precedente. Gli abiti da tè, i vestiti di seta e velluto, e i costumi ispirati all'antica Babilonia sono esempi di come il costume nel film sia utilizzato per trasportare lo spettatore in un altro tempo e luogo, creando un'esperienza immersiva.

 Gloria Swanson and Thomas Meighan in una scena tratta dal film

Thomas Meighan, nel ruolo del maggiordomo Crichton, attraverso il suo costume, incarna la transizione da servitore a leader, simboleggiando il capovolgimento dei ruoli sociali che avviene sull'isola deserta. Il suo abbigliamento, inizialmente formale e rispettoso delle convenzioni, si trasforma in qualcosa di più pratico e adatto alla vita sull'isola, riflettendo il suo adattamento e la sua ascesa a una posizione di comando.

Thomas Meighan and Gloria Swanson in Male and Female (1919)

Lobby Card (1919)

Le scene ambientate nell'antica Babilonia sono particolarmente notevoli per il loro design dei costumi, che incorporano elementi di lusso e dettagli esotici, contribuendo a creare un senso di grandiosità e di dramma. Questi costumi, insieme alla famosa scena del bagno di Gloria Swanson, non solo dimostrano l'abilità di DeMille nell'uso del costume per arricchire la narrazione, ma anche la sua capacità di sfruttare il costume come strumento per esplorare temi più profondi come il potere, la seduzione e la vulnerabilità.

Bebe Daniels che indossa il costume creato da Mitchell Leisen

Nel film "Male and Female" del 1919, oltre a Clare West, altri due costumisti hanno contribuito alla creazione dei costumi: Paul Iribe e Mitchell Leisen. Questi artisti hanno lavorato insieme per realizzare le visioni di Cecil B. DeMille, creando abiti che non solo catturavano l'essenza dei personaggi ma che contribuivano anche a definire il tono visivo del film. 

Card n. 248 ORAMI ZWEITE SERIE

(Collezione personale)

I costumi di Bebe Daniels, in particolare, sono stati notati per il loro design ricco e dettagliato, che rifletteva la sua posizione all'interno della storia. La collaborazione tra questi talenti ha permesso di portare sullo schermo una rappresentazione fedele dell'opulenza e del dramma dell'epoca, con costumi che sono diventati iconici nella storia del cinema
Il costume in "Male and Female" non è solo un ornamento, ma un mezzo attraverso il quale si esprimono le tensioni e le aspirazioni dei personaggi, diventando un elemento essenziale per la comprensione del film. La cura dei dettagli e la ricchezza dei materiali utilizzati nei costumi parlano della maestria dei costumisti dell'epoca e della loro capacità di utilizzare il vestiario come un'estensione della personalità dei personaggi e della loro storia.
"Male and Female" è un esempio straordinario di come il costume possa essere impiegato nel cinema per arricchire la narrazione e per fornire uno sguardo approfondito sulle convenzioni sociali e sulle dinamiche di genere. Il film, attraverso i suoi costumi, offre uno spaccato della società del tempo e, allo stesso tempo, una riflessione sulla natura umana e sulle sue contraddizioni.  



THE AFFAIRS OF ANATOL

Poster del Film

PLAY►

La trama segue Anatol Spencer, un uomo insoddisfatto del suo matrimonio che cerca avventure e nuove esperienze. Durante il film, Anatol si imbatte in vari personaggi e situazioni che mettono alla prova la sua moralità e le sue convinzioni. Alla fine, Anatol e sua moglie Vivian decidono di lasciare la vita mondana per ritirarsi in campagna, cercando una vita più semplice e autentica.
“The Affairs of Anatol” rimane un classico del cinema muto, apprezzato non solo per la sua trama intrigante ma anche per il suo cast eccezionale e i costumi magnifici che catturano perfettamente l’essenza dell’epoca. I vestiti del film sono chiaramente ispirati allo stile di Erté, lo scenografo e illustratore di origine russa. Anche se Erté non andò a Hollywood in veste ufficiale fino al 1925, gli abiti di West erano simili alle sue illustrazioni, in particolare per l'uso del velluto nero e delle perle. Questo stile influenzò notevolmente l'estetica del film, contribuendo a creare un'atmosfera di lusso e decadenza. Il film impiegò anche diversi metodi di colorazione, tra cui la colorazione, il viraggio e il processo Handschiegl/Wyckoff. Questo processo litografico a trasferimento di colore, sviluppato da Max Handschiegl con l'aiuto di DeMille, Alvin Wyckoff e Loren Taylor, ha reso visivamente sbalorditivi e straordinari effetti di colorazione.

Fischer, Lucy (2017): Cinema di design. Art Nouveau, Modernismo e Storia del Cinema. New York: Columbia University Press.

Un esempio è la sigaretta rosa con monogramma, colorata con il metodo Handschiegl, che aggiungeva un tocco di modernità e sofisticazione al film

Nel film "The Affairs of Anatol" del 1921, diretto dal visionario Cecil B. DeMille, i costumi non sono solo un riflesso dell'opulenza e del glamour dell'alta società dell'epoca, ma anche un mezzo attraverso il quale si esprime la personalità e lo stato sociale dei personaggi.

Scena tratta dal film

 Gloria Swanson, nel ruolo della protagonista, è stata vestita con abiti che incarnano l'eleganza e la sofisticatezza, arricchiti da dettagli come perle e pizzi, che non solo esaltavano il suo status di socialite ma anche la sua presenza scenica. Questi costumi non erano semplici indumenti, ma veri e propri strumenti di storytelling, che aiutavano a trasmettere sottili sfumature del carattere e della psicologia dei personaggi. DeMille, noto per la sua meticolosa attenzione ai dettagli, ha investito notevoli risorse per assicurarsi che ogni costume fosse perfettamente in linea con la visione artistica del film.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag.29 periodico Photoplay (Jul - Dec 1921)

POLPO: Un animale mollusco con dieci lunghe braccia dotate di ventose, grazie alle quali si attacca tenacemente ad altri corpi, due di queste braccia sono più lunghe delle altre. È molto pericoloso per gli uomini, poiché una volta che li intrappola con i suoi lunghi e potenti tentacoli, la fuga è praticamente impossibile. È noto anche come pesce diavolo, catturando la sua preda e tenendola stretta contro ogni opposizione. Gli uomini hanno spesso incontrato la morte in combattimento con il polpo. Questa è la definizione del dizionario. Non esiste ancora una definizione del vestito da polpo.
Ma la creazione sartoriale evidentemente possiede la maggior parte delle caratteristiche del suo omonimo delle profondità marine. Pensavamo che l'ultima parola sui vestiti da "vamp" fosse stata detta. Ma questo era prima che Clare West, stilista speciale per Cecil B. DeMille, concepisse il vestito da polpo, indossato da Bebe Daniels nel ruolo della donna più malvagia di New York, ruolo che interpreta in "The Affairs of Anatol". Il vestito è unico in quanto privo di qualsiasi caratteristica di scollatura. Potresti fare tutti i costumi per la "Regina di Saba" da esso, eppure è considerato la cosa più seducente sullo schermo. È composto da un delicato georgette grigio chiaro, su cui sono fissate le braccia del pesce diavolo in velluto chiffon nero. Le braccia sono delineate con perle enormi e i due enormi occhi nella testa di velluto nero sono anch'essi di perle lucenti. L'effetto guaina sottostante è di velluto grigio acciaio. Il copricapo è composto da fili sciolti di perle intrecciati nei capelli e fissati davanti con una grande fibbia di jet. È un capo d'abbigliamento dall'aspetto davvero mortale. Qualsiasi uomo che si avvicini a quelle braccia non riuscirà mai a scappare. Ma qualcuno vorrà farlo?

La scelta di non includere un costume da polipo per Gloria Swanson, ma piuttosto per un altro personaggio interpretato da Bebe Daniels, dimostra una consapevolezza del simbolismo e dell'impatto visivo. Questa decisione ha permesso di creare un contrasto tra i personaggi e di enfatizzare ulteriormente le differenze tra le loro personalità e ruoli all'interno della narrazione.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto dal periodico Motion picture news (Sept-Oct 1921)

"The Affairs of Anatol" (USA 1921, Cecil B. DeMille) è un film che merita superlativi da ogni angolazione. Forse nessun altro film prodotto occupa una posizione simile o potrebbe essere selezionato così adeguatamente come esempio di ciò che il fotodramma può raggiungere. "The Affairs of Anatol" non è un "incidente" come spesso è stato affermato per questo film insolito. Rappresenta qualcosa che cervelli, denaro, conoscenze tecniche, esperti di studio e attori eccezionali hanno concepito, pianificato ed eseguito, con una conoscenza molto precisa di quale sarebbe stato il risultato: un film che avrebbe stabilito un nuovo standard perché nessuna parte della sua costruzione ha sofferto in confronto a un'altra - una sorta di "Deacon's One Horse Shay".*
Indubbiamente, a Jeanie MacPherson va il primo premio per il lavoro ben fatto. Con un'idea suggerita dalla commedia omonima, Miss MacPherson ha costruito una storia, senza complicazioni di trama o l'uso di un cattivo, che non è mai banale, di solito altamente divertente e spesso con un tocco veramente umoristico e che porta suspense e interesse dalla prima scena fino alla dissolvenza finale.
A illustrare queste scene ci sono titoli così epigrammatici e abilmente formulati che si ergono come modelli. La continuità è divisa in quattro episodi, con l'azione e gli incidenti di ciascuno ininterrotti - un lavoro perfetto.
Da questo materiale, Cecil DeMille ha consegnato la sua parte di un grande insieme. I set sono sontuosi, a volte bizzarri, e nuovi quando richiesto come sfondo adeguato per l'azione, ma sempre artistici e in linea con lo spirito della commedia. La regia è impeccabile. Ottiene il massimo da ogni incidente, mantiene il ritmo esatto desiderato in ogni scena ma non esagera mai un punto. Il lavoro della camera e le illuminazioni non avrebbero potuto essere migliorati. I titoli artistici sono a colori e stabiliscono un nuovo standard.

* Il termine "Deacon's One Horse Shay" si riferisce a una poesia del 1858 scritta da Oliver Wendell Holmes Sr., intitolata "The Deacon's Masterpiece, or The Wonderful 'One-Hoss Shay'". La poesia racconta la storia di una carrozza (shay) costruita in modo così perfetto che tutte le sue parti si consumano simultaneamente dopo cento anni di utilizzo, anziché rompersi gradualmente nel tempo. Questo concetto viene utilizzato per descrivere qualcosa di costruito con tale precisione e qualità che tutte le sue componenti funzionano perfettamente fino alla fine, senza che nessuna parte si deteriori prima delle altre.
Nel contesto del film "The Affairs of Anatol", l'espressione viene utilizzata per sottolineare come ogni aspetto del film sia stato curato con la massima attenzione ai dettagli, risultando in un'opera in cui nessuna parte è inferiore alle altre. Ogni elemento del film, dai costumi alla regia, dalla scenografia alla fotografia, contribuisce in modo armonioso al risultato finale, proprio come nella "One-Hoss Shay" di Holmes.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag.48 MOTION PICTURE (agosto 1921)

"Il negligé aderente, che Wanda Hawley ha avuto la fortuna di indossare, era di chiffon grigio chiaro, ricamato con perle, con pannelli intrecciati bordati di cerise e bianco su un blu opaco. Era ricco di ornamenti di perline nelle tonalità pastello che catturavano le pieghe qua e là.
A un evento pomeridiano a casa sua, Gloria Swanson, nel ruolo della giovane moglie, era incantevole in un abito pomeridiano di georgette écru, pesantemente adornato con corde di perle, mentre bande di perle tenevano le sue pantofole.
Un abito da sera in raso nero che è perfetto per chi può portarlo con disinvoltura e facilità. Gloria Swanson dimostra la sua capacità di farlo con poca difficoltà. Questo particolare abito era foderato di raso giada e, come l'abito pomeridiano, è bordato di perle. Tuttavia, ogni linea di questa creazione è ricamata, ma con fili singoli."

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag.49 MOTION PICTURE (agosto 1921)

"Hollywood è diventata una rivale della Rue de la Paix. Le creazioni sconcertanti indossate dalle signore in 'The Affairs of Anatol', ad esempio, sono state progettate e realizzate direttamente negli studi. Jeanie MacPherson ha tenuto ben presenti i costumi mentre preparava la sceneggiatura. Poi ha conferito con Cecil de Mille e la sua designer, Miss Claire West. Dopo che ogni abito è stato discusso, tenendo ben presente l'attrice che lo avrebbe indossato, sono stati realizzati vari schizzi, alcuni dei quali sono riprodotti in queste pagine, insieme alle scene corrispondenti che mostrano le attrici che indossano gli abiti particolari. Le attrici erano corrette sia per quanto riguarda il colore che i dettagli. I colori erano quelli con le migliori possibilità fotografiche e, allo stesso tempo, artistici di per sé. L'effetto psicologico dei costumi sugli attori che li indossano è riconosciuto. Il reparto guardaroba ha quindi proceduto a realizzare questi abiti. La verità, quindi, è finalmente venuta fuori. La Rue de la Paix, a lungo il centro della moda parigina, farebbe meglio a tenere d'occhio i suoi allori.

Sopra, Wanda Hawley conferisce un abito da sera con la sua personalità bionda. Il colore giada è stato fatto per i capelli dorati, e questo abito è di chiffon giada e raso color carne, rifinito con file di minuscole e scintillanti perline dorate. È un successo. A sinistra c'è una delle vestaglie da boudoir più seducenti mai viste. Gloria Swanson la indossa con il suo fascino esotico. È di chiffon grigio perla, con un soprabito di raso blu broccato e scintillante, catturato qua e là con bande e palline di morbida pelliccia grigia."

"The Affairs of Anatol" è un esempio emblematico di come i costumi nel cinema siano essenziali per costruire il mondo diegetico, arricchire la narrazione e sviluppare i personaggi. La collaborazione tra Cecil B. DeMille e Clare West ha lasciato un'impronta indelebile nell'industria cinematografica, mostrando che i costumi, quando ben progettati, possono diventare un aspetto memorabile e distintivo di un film.

Card n. 76 - DAS ORAMI - ALBUM

(Collezione personale)

Riguardo alla performance di Gloria Swanson in "The Affairs of Anatol" è un esempio del suo talento e della sua versatilità come attrice. Il film stesso è un testamento alla sua capacità di portare complessità e profondità ai suoi ruoli, contribuendo a definire gli standard del cinema muto e a consolidare la sua posizione come una delle grandi star di Hollywood.



COBRA

POSTER del FILM

PLAY►

"Cobra" è un film drammatico muto del 1925 diretto da Joseph Henabery, noto per i suoi costumi elaborati e spettacolari, che giocano un ruolo cruciale nel definire i personaggi e l'atmosfera del film. I costumi, disegnati da Gilbert Adrian e Lillian M. Turner, sono fondamentali per rappresentare l'eleganza e la sofisticazione dei personaggi principali.

Card posizione 8 pag.31 - JOSETTI FILM ALBUM N°1

(Collezione personale)

Rudolph Valentino, nel ruolo del Conte Rodrigo Torriani, indossa abiti che riflettono il suo status di nobile italiano e il suo fascino da libertino. I costumi di Nita Naldi, che interpreta Elise Van Zile, sono altrettanto elaborati e contribuiscono a delineare il suo personaggio come una donna seducente e misteriosa. Gli abiti eleganti e raffinati di Rodrigo e Elise sottolineano il loro status sociale elevato e le loro personalità complesse. Inoltre, i costumi contribuiscono a creare un contrasto visivo tra i personaggi principali e quelli secondari, enfatizzando le dinamiche di potere e le tensioni emotive all'interno della storia.

Cartolina postale 1660/1

Il lavoro di Gilbert Adrian e Lillian M. Turner su "Cobra" ha avuto un impatto duraturo sul design dei costumi cinematografici. La loro attenzione ai dettagli e la capacità di utilizzare i costumi per arricchire la narrazione visiva del film hanno stabilito nuovi standard per l'industria cinematografica dell'epoca. I costumi non solo aiutano a stabilire l'ambientazione storica e sociale del film, ma giocano anche un ruolo narrativo importante, contribuendo a raccontare la storia e a delineare i personaggi.

Cartolina postale n.873/2  VERLAG "ROSS" Berlin SW 68

Vendita esclusiva Casa Editrice Ballerini e Fratini -Firenze

(Collezione personale)

Nita Naldi, nata Mary Nonna Dooley il 13 novembre 1894 a New York, è stata un'attrice di teatro e cinema muto americana, spesso interpretando il ruolo della "vamp". La sua carriera cinematografica iniziò nel 1920 con "Dr. Jekyll and Mr. Hyde" e raggiunse l'apice con film come "Blood and Sand" accanto a Rudolph Valentino. Naldi era conosciuta per la sua presenza scenica magnetica e il suo stile sofisticato.
Nel film "Cobra" del 1925, Nita Naldi interpreta Elise Van Zile, una donna seducente e misteriosa che rappresenta una tentazione per il protagonista, il Conte Rodrigo Torriani, interpretato da Rudolph Valentino. La sua performance è caratterizzata da una forte presenza scenica e un'eleganza che contribuiscono a delineare il suo personaggio come una figura complessa e affascinante. I costumi elaborati che indossa nel film accentuano ulteriormente il suo ruolo, rendendo la sua interpretazione memorabile e influente.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto dal periodico  Exhibitors Herald (marzo-giugno 1925)

COBRA ' è stato prodotto con la stessa cura artistica con cui un maestro dipinge un grande dipinto. Non è stato risparmiato alcuno sforzo per renderlo sia bello e splendidamente drammatico. Nel realizzare il quadro, Valentino vi ha riversato l'energia appassionata e la devozione che contraddistinguono la sua personalità. La regia di Joseph Henabery mette in risalto le sfumature più sottili del talento attoriale di Valentino. "Cobra" presenta in ogni momento scene allettanti. Le ambientazioni sono state progettate da Willianr Cameron Menzies, designer delle scenografie de "Il ladro di Bagdad". Gli abiti sono stati concepiti da una nuova figura del cinema, quel giovane e brillante artista, Gilbert Adrian, che in precedenza aveva disegnato i costumi per la New York Music Box Revue. Le donne rimarranno stupite dalla bellezza audace e dal fascino di questi abiti. La fotografia di questa produzione fu affidata a J. D. Jennings e Harry Fishbeck, entrambi leader riconosciuti nel loro campo. Nel complesso, un photoplay di distinzione.

Adrian Adolph Greenburg (1944) - Wikipedia

Gilbert Adrian, nato Adrian Adolph Greenburg il 3 marzo 1903 a Naugatuck, Connecticut, è stato uno dei più celebri costumisti di Hollywood. All'inizio della sua carriera, Adrian fu portato a Hollywood nel novembre del 1924 dalla moglie di Rudolph Valentino, Natacha Rambova, per disegnare i costumi per "The Hooded Falcon". Sebbene la compagnia di Valentino si sciolse, Adrian ottenne il suo primo credito sullo schermo per la commedia di Constance Talmadge "Her Sister from Paris".
Nel 1925, Adrian fu assunto come costumista dallo studio cinematografico indipendente di Cecil B. DeMille. Questo segnò l'inizio della sua carriera a Hollywood, dove lavorò su numerosi film, tra cui "Cobra" del 1925. In "Cobra", Adrian dimostrò il suo talento nel creare costumi che non solo riflettevano l'eleganza e la sofisticazione dei personaggi, ma che contribuivano anche a delineare le loro personalità complesse. I costumi di Rudolph Valentino, che interpretava il Conte Rodrigo Torriani, e di Nita Naldi, che interpretava Elise Van Zile, erano particolarmente elaborati e raffinati, sottolineando il loro status sociale elevato e il loro fascino.
Adrian continuò a lavorare con DeMille fino al 1928, quando entrambi si trasferirono alla Metro-Goldwyn-Mayer (MGM). Alla MGM, Adrian divenne capo costumista e lavorò su oltre 200 film, creando abiti iconici per alcune delle più grandi star del cinema dell'epoca, come Greta Garbo, Joan Crawford e Katharine Hepburn.
Il lavoro di Adrian su "Cobra" e altri film dell'epoca stabilì nuovi standard per il design dei costumi cinematografici, influenzando profondamente l'industria e contribuendo a definire l'estetica visiva di Hollywood durante la sua età d'oro.

"Cobra" è un esempio brillante di come i costumi possano arricchire un film, aggiungendo profondità e complessità ai personaggi e creando un'atmosfera visivamente accattivante. La combinazione di una trama avvincente e costumi spettacolari rende questo film un classico intramontabile del cinema muto.



THE FORBIDDEN WOMAN

LOCANDINA del FILM

"The Forbidden Woman" è un film muto diretto da Paul L. Stein, ambientato nel Nord Africa francese. Questo film è particolarmente noto per i suoi costumi, disegnati da Gilbert Adrian, che erano fondamentali per creare l'atmosfera esotica e drammatica del film.

Card n.89 della serie CINEMA STARS 

 GALLAHER LTD (1926)

(Collezione personale)

La trama segue Zita Gautier, interpretata da Jetta Goudal, una bellissima spia al servizio del sultano del Marocco. Zita viene incaricata di ottenere segreti militari dall'esercito francese, ma finisce per innamorarsi del colonnello Pierre Gautier, interpretato da Victor Varconi. La storia si complica ulteriormente quando Zita scopre che il suo amante, Jean La Coste, interpretato da Joseph Schildkraut, è il fratello minore di Pierre.
I costumi di Adrian in "Forbidden Woman" sono particolarmente notevoli per la loro accuratezza storica e il loro stile elaborato. I costumi di Zita, in particolare, riflettono la sua duplice natura di spia e amante, con abiti che combinano elementi esotici e sensuali. Gli abiti dei personaggi maschili, come quelli di Pierre e Jean, sono altrettanto dettagliati e contribuiscono a delineare le loro personalità e il loro status sociale.

Card n.25 della serie CINEMA STARS 2nd SERIES

 W.D. & H.O. WILLS (1928)

(Collezione personale)

Nel film, Victor Varconi interpretava il ruolo del Colonnello Pierre Gautier.

Card n.73 della serie CINEMA STARS

GALLAHER LTD (1926)

(Collezione personale)

Joseph Schildkraut interpretava Jean La Coste, (qui ritratto nell'altro bellissimo film nel ruolo di Giuda Iscariota in"The King of Kings" del 1927, diretto da Cecil B. DeMille)

LOBBY CARD (1927)

Il lavoro di Adrian su "The Forbidden Woman" dimostra la sua abilità nel creare costumi che non solo arricchiscono la narrazione visiva del film, ma che aiutano anche a definire i personaggi e a creare un'atmosfera autentica e coinvolgente. Questo film è un esempio perfetto di come i costumi possano giocare un ruolo cruciale nel cinema muto, contribuendo a raccontare storie complesse e affascinanti.


L'EVOLUZIONE DEL COSTUME NEL PASSAGGIO DAL MUTO AL SONORO


Il passaggio dal cinema muto al sonoro rappresenta una svolta epocale nella storia del cinema, influenzando non solo la narrazione e la tecnica cinematografica, ma anche il design dei costumi. Uno dei film che meglio rappresenta questo cambiamento è "Love" del 1927, diretto da Edmund Goulding e interpretato da Greta Garbo e John Gilbert. Questo film, basato sul romanzo "Anna Karenina" di Lev Tolstoj, è stato uno degli ultimi grandi film muti prima dell'avvento del sonoro. Una versione sonora del film fu rilasciata nel 1928 con una colonna sonora musicale sincronizzata e effetti sonori. La MGM realizzò il film per sfruttare la coppia vincente formata da Greta Garbo e John Gilbert.



LOVE

Pubblicità del Film

PLAY►

"Heat" era il titolo originale del film "Love" ma  durante la campagna pubblicitaria, che fu una delle più grandi dell'epoca, il titolo fu cambiato in "Love" per capitalizzare sulla coppia romantica avendo già avuto successo con il film "Flesh and the Devil" del 1926

"Love" è un esempio perfetto di come i costumi abbiano continuato a giocare un ruolo cruciale anche durante questa transizione. I costumi, disegnati da Gilbert Clark, riflettono l'eleganza e la sofisticazione dell'epoca, contribuendo a creare un'atmosfera romantica e drammatica. Greta Garbo, nel ruolo di Anna Karenina, indossa abiti che esaltano la sua bellezza e il suo carisma, mentre John Gilbert, nel ruolo di Vronsky, è vestito in modo impeccabile, sottolineando il suo status sociale elevato.

Gilbert Clark è stato un talentuoso costumista nato il 4 dicembre 1883 a Norfolk, Norwich, in Inghilterra. Ha lavorato su numerosi film durante l'era del cinema muto e dei primi film sonori, contribuendo a creare costumi che arricchivano la narrazione visiva e definivano i personaggi. Clark è noto per il suo lavoro su film come "West Point" (1927), "The Mysterious Lady" (1928) e "The Road to Romance" (1927). La sua carriera è stata caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli e da una capacità di creare abiti che riflettevano l'epoca e l'atmosfera dei film su cui lavorava. Era conosciuto per essere un perfezionista, il che a volte lo rendeva difficile da gestire, ma il suo talento era indiscutibile.

Card n.9 LOVE SCENES from FAMOUS FILMS  

J. WIX & SONS Ltd. (1932)

(Collezione personale)

Nel film "Love" del 1927, Clark ha creato costumi che esaltavano la bellezza e il carisma di Greta Garbo e John Gilbert, contribuendo a creare un'atmosfera romantica e drammatica. I suoi disegni per questo film sono stati particolarmente apprezzati per la loro raffinatezza e attenzione ai dettagli.Clark ha continuato a lavorare nel settore fino alla sua morte nel giugno del 1942 a Middlesex, in Inghilterra. La sua eredità vive attraverso i suoi contributi al cinema, che continuano a essere ammirati e studiati dagli appassionati di cinema e dai costumisti di tutto il mondo.

Card n. 2 dell'Album FILM-KÜNSTLER AUSALLER WELT

(Collezione personale)

Greta Garbo interpreta Anna Karenina, la protagonista del film "Love" del 1927. Anna è una donna sposata che si innamora del giovane ufficiale conte Vronsky, interpretato da John Gilbert. La sua interpretazione di Anna è intensa e appassionata, mostrando la lotta interiore tra il dovere verso la sua famiglia e il desiderio per Vronsky.

Nel film "Love" del 1927, Gilbert interpreta il conte Vronsky, un giovane ufficiale che si innamora di Anna Karenina, interpretata da Greta Garbo. La loro chimica sullo schermo era palpabile e ha contribuito a rendere il film un successo. La performance di Gilbert come Vronsky è stata intensa e carismatica, mostrando la sua capacità di interpretare ruoli complessi e emotivamente carichi.
La carriera di Gilbert ha subito un declino con l'avvento del cinema sonoro, ma il suo contributo al cinema muto rimane indimenticabile. È morto il 9 gennaio 1936 a Los Angeles, California, a soli 38 anni.

Il 1927 segna l'anno in cui il cinema muto iniziò a cedere il passo al cinema sonoro, con l'uscita di "The Jazz Singer", il primo film parlato. Questo cambiamento ha rivoluzionato il modo in cui i film venivano prodotti e percepiti. I costumi, che fino a quel momento avevano giocato un ruolo fondamentale nel trasmettere emozioni e caratterizzare i personaggi, dovettero adattarsi alle nuove esigenze del cinema sonoro. I costumi cinematografici hanno sempre avuto un ruolo cruciale nella caratterizzazione dei personaggi e nella creazione dell'atmosfera dei film. Con l'avvento del sonoro, i costumi dovettero essere meno rumorosi per evitare interferenze con le registrazioni audio. Inoltre, i costumi dovevano essere più realistici e meno teatrali, poiché il sonoro permetteva una maggiore immersione nella storia e richiedeva una rappresentazione più autentica dei personaggi e delle ambientazioni.
Oltre a "Love", altri film del 1927 hanno avuto un impatto significativo sui costumi cinematografici. "Sunrise: A Song of Two Humans" di F.W. Murnau è noto per i suoi costumi dettagliati e realistici che contribuiscono a creare un'atmosfera autentica e coinvolgente. Anche "The King of Kings" di Cecil B. DeMille, con i suoi costumi elaborati e storicamente accurati, ha giocato un ruolo importante nel definire l'estetica del cinema di quel periodo.


L'ERA DEL SONORO: LA RIVOLUZIONE DEL CINEMA

L'introduzione del sonoro nel cinema ha segnato una rivoluzione epocale. Prima del sonoro, i film erano accompagnati da musica dal vivo e didascalie per spiegare la trama. Con l'avvento del sonoro, i film hanno potuto includere dialoghi, effetti sonori e colonne sonore, trasformando l'esperienza cinematografica. Questo cambiamento ha portato a nuove sfide tecniche e artistiche, ma ha anche aperto nuove possibilità narrative e ha contribuito a rendere il cinema un'arte ancora più coinvolgente e realistica. La transizione al sonoro ha anche influenzato la carriera di molti attori e registi, alcuni dei quali hanno dovuto adattarsi alle nuove tecnologie e modalità di recitazione.


ROMANCE

POSTER del FILM

La collaborazione tra Adrian e Greta Garbo è iniziata nel 1928 con il film "The Mysterious Lady" e si è estesa fino al 1941, anno in cui Garbo si ritirò dalle scene. Durante questi anni, Adrian ha disegnato i costumi per 18 film di Garbo, contribuendo a creare un'immagine di eleganza e sofisticazione che ha definito la sua carriera. I costumi di Adrian per Garbo erano caratterizzati da linee pulite, tessuti pregiati e dettagli raffinati, che esaltavano la sua figura longilinea e il suo viso scolpito. Un esempio è "Romance", un film del 1930 diretto da Clarence Brown e interpretato da Greta Garbo e Lewis Stone. Questo film è un esempio perfetto di come i costumi abbiano continuato a giocare un ruolo cruciale anche durante la transizione dal muto al sonoro.

Cards n.367 e 369 dell'Album HÄNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(Collezione personale)

I costumi, disegnati da Adrian, riflettono l'eleganza e la sofisticazione dell'epoca, contribuendo a creare un'atmosfera romantica e drammatica. Adrian è stato il primo a legare indissolubilmente la moda con il cinema, creando abiti che non solo esaltavano la bellezza delle star, ma che aiutavano anche a delineare i loro personaggi e a creare l'atmosfera dei film. 

La sua collaborazione con Greta Garbo è stata particolarmente significativa e ha segnato una svolta nella storia del costume cinematografico. Garbo, con il suo fascino misterioso e la sua bellezza eterea, è diventata la musa di Adrian, e insieme hanno creato alcuni dei look più iconici della storia del cinema.

Card n.637 dell'Album MERCEDES FILM-BILDER 4

(Collezione personale)

Nel film "Romance" del 1930, Lewis Stone interpreta il ruolo di Cornelius Van Tuyl, un uomo anziano che racconta al suo giovane nipote Harry la storia del suo amore passato con Rita Cavallini, interpretata da Greta Garbo. Cornelius è un personaggio di grande importanza nella trama, poiché la sua narrazione serve come cornice per la storia principale del film.
Cornelius Van Tuyl è un uomo di mondo, sofisticato e benestante, che ha vissuto una vita piena di esperienze e relazioni. La sua storia d'amore con Rita Cavallini è stata una delle più significative della sua vita, e attraverso i suoi ricordi, il pubblico viene trasportato indietro nel tempo per rivivere quei momenti. La sua relazione con Rita era complicata dalle differenze sociali e dalle aspettative della società, ma nonostante tutto, il loro amore era profondo e sincero.
La performance di Lewis Stone è stata lodata per la sua capacità di trasmettere la saggezza e la malinconia di un uomo che riflette sul suo passato. Il suo ruolo è cruciale per il film, poiché fornisce il contesto e la profondità emotiva necessari per comprendere la storia d'amore tra Rita e Tom Armstrong, interpretato da Gavin Gordon.

Card n.639 dell'Album MERCEDES FILM-BILDER 4

(Collezione personale)

La trama segue la storia di Rita Cavallini, interpretata da Greta Garbo, una famosa cantante d'opera che si innamora di un giovane sacerdote, interpretato da Gavin Gordon. La loro relazione è complicata dalle differenze sociali e dalle aspettative della società. I costumi di Adrian aiutano a delineare i personaggi e a creare un'atmosfera autentica e coinvolgente.

dal film "ROMANCE" MGM

 Pag. 12 dell'Album MERCEDES FILM-BILDER 4

(Collezione personale)

Greta Garbo, che interpreta Rita Cavallini, una famosa cantante d'opera, indossa una serie di abiti eleganti e sofisticati che riflettono il suo status di celebrità e la sua bellezza. I suoi costumi sono caratterizzati da tessuti pregiati, come seta e velluto, e sono spesso decorati con dettagli raffinati come perle e pizzi. Questi abiti non solo esaltano la sua figura, ma contribuiscono anche a delineare il suo personaggio come una donna di grande fascino e complessità. Uno degli abiti più memorabili di Garbo nel film è un lungo abito immortalato in questo inserto tratto dall'album MERCEDES FILM-BILDER 4 del 1932.

Greta Garbo in ROMANCE che indossa gli orecchini realizzati da  Eugene Joseff 

Card n. 370 dell'Album HÄNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE
(Collezione personale)

L'importanza degli accessori nel cinema non può essere sottovalutata, e la bigiotteria creata da Eugene Joseff ne è un esempio perfetto. Eugene Joseff, noto anche come Joseff di Hollywood, è stato un pioniere nella creazione di bigiotteria per il cinema. Nato nel 1905, Joseff ha iniziato la sua carriera come apprendista in una fonderia, ma ha trovato la sua vera vocazione nella creazione di gioielli per Hollywood. Negli anni '20, si trasferì a Los Angeles, dove l'industria cinematografica era in piena espansione, e iniziò a sperimentare la creazione di gioielli nel garage della sua casa di Sunset Boulevard.
Joseff sviluppò una finitura metallica opaca per i suoi gioielli, che riduceva al minimo l'abbagliamento delle forti luci dello studio. Questa innovazione gli permise di diventare una risorsa inestimabile per i costumisti di Hollywood, che potevano utilizzare i suoi gioielli senza preoccuparsi dei riflessi indesiderati. Joseff accumulò anche una vasta biblioteca di riferimento per aiutarlo nella creazione di pezzi per film storici, rendendolo un esperto nel campo.
La bigiotteria di Joseff divenne rapidamente molto richiesta, e il suo marchio, "Joseff of Hollywood", divenne sinonimo di eleganza e qualità. Creò pezzi squisiti per attrici famose come Marlene Dietrich in "Shanghai Express", Greta Garbo in "Camille" e Vivien Leigh in "Via col vento". La sua capacità di creare gioielli che esaltavano la bellezza delle star e contribuivano a delineare i loro personaggi lo rese un elemento fondamentale nell'industria cinematografica.
La collaborazione tra Joseff e i costumisti di Hollywood ha contribuito a elevare il ruolo del gioielliere nel cinema, trasformandolo in una figura chiave nella creazione dell'estetica dei film. I suoi gioielli non solo arricchivano la narrazione visiva, ma aiutavano anche a definire i personaggi e a creare un'atmosfera autentica e coinvolgente.
Joseff ha continuato a creare gioielli per il cinema fino alla sua morte nel 1948, ma la sua eredità vive ancora oggi. La sua azienda, Joseff of Hollywood, continua a produrre gioielli e a noleggiarli agli studi cinematografici, mantenendo viva la tradizione iniziata da Eugene Joseff. I costumi, disegnati da Adrian, insieme agli accessori di Joseff, contribuiscono a creare un'immagine visivamente affascinante e credibile dell'epoca.



MATA HARI

POSTER del FILM

Un'altra collaborazione tra Adrian e Greta Garbo si concretizzò nel film "Mata Hari" del 1931, diretto da George Fitzmaurice. Questo film drammatico racconta la storia della celebre spia e danzatrice esotica Mata Hari, interpretata da Garbo, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. 

Card n.7 dell'Album MERCEDES FILM-BILDER 5

(collezione personale)

La trama segue Mata Hari mentre utilizza il suo fascino e la sua bellezza per ottenere informazioni segrete dalle autorità militari, intessendo relazioni con importanti figure militari come il generale russo Serge Shubin, interpretato da Lionel Barrymore, e il giovane tenente Alexis Rosanoff, interpretato da Ramón Novarro.

Cards n.8 e n.10 dell'Album MERCEDES FILM-BILDER 5

(collezione personale)

I costumi del film, disegnati da Adrian, sono fondamentali per creare l'atmosfera esotica e misteriosa del personaggio di Mata Hari. Adrian ha saputo combinare elementi orientali e occidentali nei costumi di Garbo, utilizzando tessuti ricchi e dettagli elaborati per esaltare la sua bellezza e il suo fascino. Gli abiti di Mata Hari nel film sono caratterizzati da veli, gioielli scintillanti e accessori esotici, che contribuiscono a creare un'immagine di seduzione e mistero.

Card posizione 3 pag.15 SALEM-GOLD-FILM-BILDER ALBUM 2

(Collezione personale)

La performance di Greta Garbo nel ruolo di Mata Hari è stata acclamata dalla critica e ha contribuito a consolidare la sua reputazione come una delle più grandi star del cinema dell'epoca. La sua capacità di trasmettere emozioni complesse e di incarnare il personaggio di Mata Hari con grazia e intensità ha reso il film un successo commerciale e artistico.

Cartolina  di Mata Hari che esegue la 'Danse Indienne' scattata da Paul Boyer nel 1907.

Adrian aveva studiato attentamente il costume originale del personaggio di Mata Hari per creare un look autentico e convincente per Greta Garbo nel film del 1931. Adrian era noto per la sua meticolosa ricerca storica e per la sua capacità di combinare elementi autentici con un tocco di glamour hollywoodiano.
Per il ruolo di Mata Hari, Adrian ha esaminato fotografie e descrizioni storiche della vera Mata Hari, una danzatrice esotica e spia durante la Prima Guerra Mondiale. Ha utilizzato queste informazioni per creare costumi che riflettessero l'essenza del personaggio, combinando elementi orientali e occidentali per esaltare il fascino e il mistero di Mata Hari. I costumi di Garbo nel film sono caratterizzati da tessuti ricchi, dettagli elaborati e accessori esotici, come veli e gioielli scintillanti, che contribuiscono a creare un'immagine di seduzione e potere.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto dal periodico  Silver Screen (Nov 1931-Oct 1932)

L'articolo di Eliot Keen elogia Greta Garbo per la sua interpretazione di Mata Hari, una spia famosa per aver causato la morte di cinquantamila uomini. L'umore serio di Garbo rende il personaggio credibile e affascinante. Keen sottolinea che con ogni ruolo interpretato, Garbo ha lasciato un'impronta chiara del tipo di donna che è. In "Mata Hari", Garbo si presenta in una delle sue caratterizzazioni più rivelatrici. Non è più la Garbo delle leggende popolari o della *demi-mondaine di "Susan Lenox", ma una figura che rivela molto di sé stessa, sia letteralmente che metaforicamente. La cosa straordinaria di Garbo, secondo Keen, è che, nonostante non sia mai stata fotografata in costume da bagno o in situazioni intime, ha mantenuto un distacco freddo in ogni ruolo. Ora, in "Mata Hari", mette da parte i suoi sette veli con tranquillità, senza perdere nulla della sua distinzione o eleganza. Keen conclude che gli scrittori che hanno descritto Garbo come una sacerdotessa dovranno rivedere le loro opinioni, e le donne invidiose dovranno trovare nuovi modi per attaccarla. Il clamore è già iniziato, con critiche che affermano che Garbo stia solo cercando di attirare l'attenzione.
*Il termine "demi-mondaine" si riferisce a una donna che vive ai margini della società rispettabile, spesso mantenuta da uomini ricchi e influenti. Questo termine è stato usato per descrivere donne che, pur non essendo prostitute nel senso tradizionale, vivevano una vita di lusso grazie ai loro amanti facoltosi. Nel contesto del film "Susan Lenox (Her Fall and Rise)" del 1931, diretto da Robert Z. Leonard e interpretato da Greta Garbo e Clark Gable, il termine "demi-mondaine" viene utilizzato per descrivere il personaggio di Susan Lenox, interpretato da Garbo. La trama segue la vita di Susan, una donna che fugge da un matrimonio forzato e si ritrova a vivere una vita di lusso e scandali, sostenuta da uomini ricchi e potenti. Quindi, quando l'articolo di Eliot Keen si riferisce a Garbo come "demi-mondaine di 'Susan Lenox'", sta sottolineando il ruolo di Garbo come una donna che vive ai margini della società rispettabile, mantenuta da uomini facoltosi, e che utilizza il suo fascino e la sua bellezza per ottenere ciò che desidera.

Card posizione 1 pag. 31 dell'Album RAMSES FILMBILDER 1

(Collezione personale)

La collaborazione tra Garbo e Novarro in "Mata Hari" è stata un esempio perfetto di come due grandi star del cinema possano lavorare insieme per creare un film memorabile. La loro chimica sullo schermo, unita alla regia di Fitzmaurice e ai costumi di Adrian, ha contribuito a rendere "Mata Hari" un classico del cinema degli anni '30. La performance di Garbo e Novarro ha reso il film un successo commerciale e artistico, consolidando ulteriormente la loro reputazione come due delle più grandi star del cinema dell'epoca.

Cards posizione 5 e 8 della pag.2  RAMSES FILMBILDER ALBUM 1

(Collezione personale)

Cards n.145 e 178 dell'Album MONOPOL FILM BILDER

(Collezione personale)


"Mata Hari" è un esempio perfetto di come i costumi possano giocare un ruolo cruciale nella narrazione cinematografica, contribuendo a creare mondi credibili e affascinanti che catturano l'immaginazione del pubblico. La collaborazione tra Adrian e Greta Garbo ha elevato il ruolo del costumista nell'industria cinematografica, dimostrando che i costumi possono essere una parte essenziale della narrazione visiva e contribuire in modo significativo al successo di un film.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Vestire la Glamour Garbo
I suoi colori preferiti, i suoi materiali preferiti, gli stili a cui risponde di più: tutto questo Adrian lo offre a Greta, la Grande.
Di HELEN LOUISE WALKER
Greta Garbo potrebbe non essere ancora nel mondo del cinema oggi se Adrian non fosse diventato il capo costumista della Metro-Goldwyn-Mayer quando lo fece! Se Adrian non avesse iniziato a lavorare in quel lotto, Garbo avrebbe potuto fare la fine di altre "vamp" e non sarebbe diventata l'individuo distintamente diverso nei film che ora intriga le nostre immaginazioni. Fu Adrian a percepire per primo la qualità della vera Garbo e fu in gran parte responsabile del cambiamento da una figura fantastica e artificiale dello schermo a una personalità definita e potente. La stessa Garbo se ne rende conto. Attribuisce gran parte del suo successo al giovane uomo snello con gli occhi marroni calmi e l'aria di lieve stanchezza.
Dall'inizio—quando iniziò a lavorare sui costumi per "A Woman of Affairs"—ci fu simpatia, comprensione e rispetto reciproco tra questi due. Adrian oggi è uno dei più stretti amici personali dell'attrice svedese e lavorano insieme in completa armonia.
"Garbo è come un albero," è il modo in cui Adrian lo esprime. "Forte, dritto, radicato nella natura. C'è una qualità terrena e elementare in lei. Qualcosa che partecipa dell'essenza delle montagne e delle rocce e delle cose robuste e in crescita. Qualcosa di fondamentalmente e misteriosamente reale e umano."
Questo è ciò che vide in Garbo nei giorni di "Flesh and the Devil" quando la maggior parte delle persone intorno a lei vedeva solo una creatura bizzarra ed esotica con una luce ardente negli occhi. E persistette, ostinatamente, nel vestirla per esprimere ciò che vedeva—vestendola con semplicità e severità, rendendo i suoi vestiti subordinati alla sua personalità—fino a quando tutti gli altri iniziarono a vedere un'attrice dinamica e potente al posto di una semplice figura femminile decorativa. E Garbo è grata per ciò che ha fatto.
Gilbert Adrian, un ragazzo americano, che comprende la sirena svedese e che è uno dei suoi amici più stretti.
Una combinazione imbattibile, questi due. Hanno un'influenza tremenda sulla consapevolezza dei vestiti delle donne di tutto il mondo. Adrian disegna i capi, Garbo li indossa per il mondo intero! Ad esempio, non c'è dubbio che la coppia sia stata direttamente responsabile per i cappelli dell'Imperatrice Eugenia che tutti noi (con emozioni variabili) stiamo sollevando sopra il nostro sopracciglio destro in questo momento. Ricordate i cappelli che Garbo indossava in "Romance"?
Adrian esita a rivendicare il merito delle mode. Gli stili nei vestiti, dice, si muovono in cicli ed esprimono il pensiero dei loro tempi. Nessuno può "creare" una moda a meno che il pubblico non sia psicologicamente pronto per essa. "Ci stiamo muovendo verso una rinascita entusiastica del romanticismo—una reazione dalle modalità severe che seguirono la guerra e che riflettevano il nostro stato d'animo durante quel periodo."
Ma "Romance" ha certamente focalizzato l'attenzione femminile sul cappello civettuolo di Eugenia—e con esso la donna più imitata al mondo che lo indossa. Forse Adrian e Garbo e quel film sono davvero responsabili della rinascita del romanticismo!

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Adrian è una persona interessante. A tre anni dichiarò di essere un artista e iniziò a dimostrarlo con matite o gessetti su ogni superficie disponibile. Fin dai primi anni, rifiutò di disegnare dal vero, preferendo dare le sue "impressioni" di ciò che vedeva intorno a lui, e i suoi disegni originali e fantasiosi erano sorprendenti e un po' sconcertanti per i suoi primi insegnanti. Studiò a New York alla School of Applied and Fine Arts e successivamente andò a Parigi per iscriversi a una filiale della stessa istituzione. Durante la sua prima stagione lì, una compagna di studi, una ragazza di qualche mezzo, lo persuase a disegnare un costume per lei da indossare al ballo annuale del Grand Prix all'Opera di Parigi e fu quel costume, un affare persiano sontuoso, che attirò l'attenzione di Irving Berlin e Hazard Short. Gli offrirono un contratto, lì per lì, per disegnare per il Music Box Revue a New York. Successivamente Natacha Rambova si interessò a lui, con il risultato che costumiò diversi film per Valentino e lo accompagnò a Hollywood. Dopo l'ultimo film di Valentino, "Son of the Sheik", Adrian accettò un contratto con Cecil B. DeMille e rimase con lui per tre anni prima di andare alla M-G-M e incontrare Garbo. Naturalmente, disegna per Norma Shearer, Joan Crawford e Marion Davies, oltre a supervisionare tutti i costumi per i film della M-G-M. Ma la sirena svedese è la sua preferita tra tutti i suoi soggetti adorabili (anche se è troppo gentiluomo per dirlo) e le sue creazioni più riuscite sono state per lei.
Proprio ora sia Garbo che Adrian sono entusiasti dei costumi sontuosi per "Mata Hari", che ha appena completato. Sono le cose più elaborate che abbia mai disegnato per lei e il loro costo si avvicina ai diecimila dollari in contanti. "Garbo è come una bambina nel suo entusiasmo per questi vestiti," mi ha detto Adrian. "Dice che la lavorazione su di essi è così squisita che dovrebbero essere collocati in un museo quando il film è finito e conservati per i posteri.
"Per un'altra attrice avremmo potuto fare i costumi semplicemente esotici ed efficaci, a un costo molto inferiore. Ma Garbo non risponde a nulla di scadente o di imitazione. Per far sì che le piacciano e che si senta al meglio in essi, abbiamo impiegato una lavorazione e una tecnica che sono quasi medievali nella loro squisita attenzione ai dettagli. Le ragazze hanno fatto perline e ricami a mano su queste cose per settimane e settimane e sono belle, a modo loro, come arazzi rinascimentali.
"Tutti hanno linee dritte. Sto vestendo Garbo solo con linee dritte e severe ora. Sono molto più adatte a lei rispetto alle svasature e lei è più felice in esse. E sono espressive di quella forza simile a un albero che è la sua qualità dominante.
"Per gli stessi motivi stiamo usando molto verde. Sembra essere più a suo agio, in qualche modo, in verde; è molto adatto a lei ed è un colore riposante in cui lavorare."
I costumi sono cose magnifiche. Il più bello, forse, è d'argento antico, pesantemente ricamato con smeraldi e cristalli. Adrian non riusciva a trovare il tono esatto di perline di cristallo che voleva, quindi ogni singola goccia scintillante è stata pazientemente dipinta a mano da esperti prima di essere cucita sul vestito in un disegno scintillante di cristallo di ghiaccio! Poi c'è un velluto trasparente color smeraldo, cucito con diamanti grigi, con cui indossa morbidi stivali di camoscio verde. E un abito aderente di velluto fucsia, ricamato con fili d'argento opaco e perline di acciaio tagliato. Stivali di camoscio di un ricco colore vino accompagnano questo.
Garbo danza in questo film per la prima volta nella sua carriera cinematografica. E indossa un abito da ballo indiano orientale che non è davvero un vestito, ma una disposizione di gioielli contro il suo corpo profondamente abbronzato. Con questo indossa un enorme, fantastico copricapo siamese. I suoi piedi sono nudi e ingioiellati. E che camicia da notte indossa in una scena! Strati e strati di soffice nero, mostrando deboli motivi contro la sua pelle! Mio Dio!
"Vedi, Mata Hari era una delle donne più note e più esoticamente pittoresche di quest'epoca," spiegò Adrian. "Una grande cortigiana, una famosa spia, una donna di mistero, dinamica... superba! Aveva un potere tremendo per pura forza di personalità. Sarebbe stata squisita e magnifica!"
Garbo è sempre intensamente interessata ai suoi costumi, anche se non ne ha mai avuti che le piacessero tanto quanto questi. Si diletta in materiali ricchi, ricami pesanti, colori brillanti. Non le piacciono le decorazioni inutili; e le frivolezze femminili graziose e meramente carine non fanno per lei. Prende un interesse artistico nella linea e nel colore. Nulla è troppo difficile, se alla fine la cosa può essere fatta "giusta". Starà in piedi per ore per le prove, pazientemente e allegramente. Non si lamenta mai di essere chiamata allo studio a ore strane per conferenze sui costumi. Lei e Adrian lavoreranno insieme, studieranno, discuteranno i dettagli per settimane, se necessario, e quando il risultato desiderato è raggiunto, è trionfante quanto Adrian stesso.
"Puoi fare qualsiasi cosa con Garbo," dichiara Adrian. "Intendo dire che non devi adattare i tuoi disegni alla sua individualità perché lei la perde quando assume un ruolo. Diventa la persona che deve interpretare e tu vesti il personaggio. Risponde ai vestiti istantaneamente, assume i gesti, i manierismi, il modo stesso di pensare della donna che deve indossarli."
Deve essere un affare affascinante, guardare Garbo "provare" i suoi personaggi, lì in quella piccola stanza, davanti agli specchi lunghi. Sperimentando con il suo modo di camminare, l'alzata del mento, le linee del suo vestito...
Non è vero, dichiara Adrian con veemenza, che sia indifferente al suo aspetto e disinteressata ai vestiti che indossa fuori dallo schermo. Il suo interesse per il suo abbigliamento è intenso quanto quello di qualsiasi altra donna. "Ha un gusto eccellente e sceglie quei suoi semplici costumi su misura con la stessa cura, con la stessa attenzione, di qualsiasi donna di moda. Adatta il suo vestito a se stessa e al tipo di vita che sceglie di condurre. Questa è una vita semplice, come tutti sanno. Quindi è giusto che i suoi vestiti siano severi, che suggeriscano attività all'aperto, che siano coerenti con il suo stile di vita. Una delle prime lezioni di buon gusto è imparare a discernere ciò che è adatto.
"Raggiunge un effetto casuale in quei suoi abiti maschili, con cintura. Quell'effetto casuale non è ottenuto per caso, come qualsiasi donna elegante può dirti!". Non indossa quasi mai colori vivaci fuori dallo schermo. Lana nera e blu navy e tweed misti ruvidi sono i suoi materiali preferiti. Indossa camicette morbide, bianche, con colletto alto con questi abiti e cravatte da uomo. Non alleggerisce mai la loro severità con sciarpe vivaci, e i suoi berretti sono sempre scuri. Scarpe da passeggio basse, comode, pratiche. Guanti casuali, da tirare su. Cappotti su misura. Garbo, nella vita privata, si veste per il comfort all'aperto e la semplicità casuale. Non possiede abiti da sera o morbidi abiti da tè o negligé. Non è vero, dice Adrian, che sia abitualmente cupa e inarticolata. Non è vero che sia "temperamentale" o in alcun modo difficile da gestire. Accetta consigli e suggerimenti prontamente quando rispetta la loro fonte. "Mai c'è stata una donna su cui sono state diffuse più storie assurde! Il suo desiderio di privacy non è fondato su nulla che sia necessario nascondere. Non è perché è stupida o morbosa o ha paura di qualcosa. È una delle donne più intelligenti che abbia mai conosciuto e una delle più amabili. Ha un grande senso dell'umorismo e un vero e caratteristico spirito. "Il suo disgusto per la pubblicità è dovuto a una disposizione estremamente sensibile, a una dignità innata, a un genuino disgusto per essere osservata.

"Courtesy of the site doctormacro.com"



LETTY LYNTON

Poster del Film

Card posizione 5 pag. 30 

JOSETTI FILM ALBUM N°3

(collezione personale)

Il film "Letty Lynton" del 1932, interpretato da Joan Crawford, Robert Montgomery e Nils Asther, è noto non solo per la sua trama drammatica, ma anche per i suoi costumi iconici, disegnati dal leggendario costumista Adrian (Adrian Adolph Greenberg). I costumi di questo film hanno avuto un impatto significativo sulla moda dell'epoca e continuano a essere ricordati come esempi di eleganza e innovazione nel design cinematografico.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Uno dei costumi più celebri del film è il "Letty Lynton dress", un abito in organza bianca con lussureggianti volant svasati lungo le spalle e l'orlo. Questo abito è diventato un simbolo di glamour e ha causato una vera e propria mania della moda a livello nazionale. Si stima che fino a mezzo milione di copie del "Letty Lynton dress" siano state prodotte dopo l'uscita del film. L'abito è stato progettato per armonizzare il fisico di Joan Crawford, che aveva spalle larghe, una vita lunga e gambe corte. I volant e il design dell'abito hanno contribuito a creare un look elegante e sofisticato, che ha ispirato molte donne a cercare di replicare lo stile di Crawford.

"Courtesy of the site IMBD.com"

"Courtesy of the Media History Digital Library"

pag.76 del periodico Photoplay (gennaio - giugno 1932)

L'immagine mostra una pagina di una rivista vintage Photoplay con il titolo "How They Save Crawford's Time". La pagina descrive il processo di creazione di un abito argentato per Joan Crawford, disegnato da Adrian per il film "Letty Lynton". La pagina include tre fotografie: una a sinistra, di Joan Crawford che indossa l'abito completato, e due che mostrano i lavoratori qualificati che creano l'abito.
Il testo spiega che il bozzetto di Adrian viene prima copiato in mussola per evitare di sprecare il prezioso tessuto argentato. La mussola viene poi adattata a un manichino con le esatte proporzioni di Joan, quindi smontata e posizionata sul tessuto argentato. L'ultimo passaggio consiste nell'adattare l'abito argentato al manichino prima che Joan lo provi
.

Oltre al famoso abito bianco, nel film "Letty Lynton" Joan Crawford indossa anche un abito argentato, che è stato attentamente progettato per esaltare la sua figura. Questo abito, come molti altri costumi del film, è stato creato con grande attenzione ai dettagli e ai materiali, riflettendo l'abilità di Adrian nel combinare funzionalità ed estetica. Adrian è stato uno dei costumisti più influenti di Hollywood, lavorando con molte delle più grandi star dell'epoca, tra cui Greta Garbo, Jean Harlow e, naturalmente, Joan Crawford. La sua capacità di creare abiti che non solo apparivano magnifici sullo schermo, ma che anche influenzavano le tendenze della moda del tempo, è stata una delle chiavi del suo successo.

"Courtesy of the site IMBD.com"

"Courtesy of the site doctormacro.com"

L'immagine mostra Joan Crawford in piedi davanti a una porta girevole con elementi di design art déco. Indossa un lungo abito elegante, aderente e con una silhouette a sirena svasato verso il fondo. L'abito ha una scollatura all'americana ed è adornato con una fascia bicolore: bianca e nera, legata intorno alla vita, aggiungendo un elemento di contrasto all'abito di colore chiaro. Lo sfondo con i vetri e l'illuminazione creano un'atmosfera drammatica e sofisticata, esaltando l'eleganza del costume.

Nel caso di "Letty Lynton", i costumi di Adrian hanno giocato un ruolo cruciale nel definire l'estetica del film e nel caratterizzare il personaggio di Joan Crawford. I costumi di "Letty Lynton" hanno avuto un impatto duraturo sulla moda e sulla cultura popolare. L'abito bianco con volant è diventato un'icona di stile, e la sua influenza può essere vista in molte delle tendenze di moda degli anni '30 e oltre. La capacità di Adrian di creare abiti che erano allo stesso tempo innovativi e accessibili ha contribuito a rendere "Letty Lynton" un film memorabile non solo per la sua trama, ma anche per il suo contributo alla moda. In conclusione, i costumi di "Letty Lynton" sono un esempio perfetto di come il design cinematografico possa influenzare la moda e la cultura popolare. Grazie al talento di Adrian, il film ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema e della moda.


TODAY WE LIVE

Poster del Film

"Courtesy of the site IMBD.com"

Scena del Film

Card della serie BEAUTIES OF THE CINEMA

ROTHMANS Ltd. (1939)

(collezione personale)

Card della serie BEAUTIES OF THE CINEMA (ROUND)

ROTHMANS Ltd. (1939)

(collezione personale)

Today We Live (1933), diretto da Howard Hawks, è un film drammatico romantico ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. I costumi del film, disegnati da Adrian, sono un elemento chiave che contribuisce a creare l'atmosfera dell'epoca. Joan Crawford, che interpreta Diana "Ann" Boyce-Smith, indossa abiti eleganti e sofisticati che riflettono il suo status sociale e la sua forza interiore. Tuttavia, i costumi presentano anche un contrasto interessante: mentre gli attori maschili, come Gary Cooper e Robert Young, indossano uniformi militari realistiche, alcuni abiti di Crawford sono considerati anacronistici e troppo moderni per il periodo della guerra. Questo mix di autenticità e glamour hollywoodiano rende i costumi di Today We Live un esempio affascinante di come il cinema degli anni '30 bilanciasse realismo e spettacolo.

Card posizione 4 Pag. 24 - BUNTE FILM BILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Questo mix di realismo e spettacolo non solo rendeva i film visivamente accattivanti, ma permetteva anche al pubblico di immergersi in un mondo che è allo stesso tempo credibile e affascinante. I costumisti dell'epoca erano maestri nel bilanciare questi due elementi, creando abiti che non solo raccontavano una storia, ma che erano anche esteticamente piacevoli e memorabili. Questo approccio ha contribuito a definire l'identità visiva del cinema degli anni '30, lasciando un'impronta duratura nella storia del cinema e della moda.
Oggi, tuttavia, questo equilibrio tra autenticità e glamour è meno comune. I film moderni tendono a privilegiare il realismo, spesso a scapito del glamour, per creare un'esperienza più immersiva e credibile per il pubblico. Questo cambiamento riflette le aspettative contemporanee di autenticità e accuratezza storica, ma può anche significare che il fascino visivo e l'eleganza dei costumi cinematografici del passato sono meno presenti nei film odierni.



QUEEN CHRISTINA

Poster Francese del Film (1933)

Lobby Cards (U.S.A.) (1933)

La Collaborazione Iconica tra Adrian e Greta Garbo continua nel film "Queen Christina" (1933). "Queen Christina" è un film diretto da Rouben Mamoulian e interpretato da Greta Garbo nel ruolo della regina Cristina di Svezia. La trama segue le vicende della regina mentre naviga tra le pressioni politiche e personali, culminando nella sua decisione di abdicare al trono per perseguire una vita di libertà e amore.

Card n.19 della serie SHOTS FROM FAMOUS FILMS
GALLAHER LTD (1935)
(Collezione personale)

I costumi di "Queen Christina" hanno esaltato la bellezza e il carisma di Garbo, creando abiti che riflettono la posizione regale e lo spirito indipendente della regina Cristina. I dettagli storici e l'eleganza dei costumi hanno contribuito a creare un'immagine duratura della regina, influenzando la moda dell'epoca. Nel corso del film, i costumi di Greta Garbo evolvono per riflettere i cambiamenti nel suo personaggio.

Card n.10 della serie FILMS STARS
GODFREY PHILLIPS LTD (1935)
(Collezione personale)

All'inizio del film, la regina Cristina indossa abiti sontuosi e riccamente decorati, che sottolineano la sua autorità e il suo status regale. Man mano che la trama si sviluppa e la regina affronta sfide personali e politiche, i suoi abiti diventano più semplici e pratici, riflettendo la sua crescente indipendenza e determinazione. I vestiti di "Queen Christina" hanno avuto un impatto significativo sulla moda degli anni '30. Molti stilisti dell'epoca hanno tratto ispirazione dagli abiti indossati da Greta Garbo nel film, creando collezioni che riflettevano l'eleganza e la raffinatezza dei costumi di Adrian. Questo fenomeno dimostra come il cinema possa influenzare la moda e il design, creando tendenze che vanno oltre lo schermo.

"Courtesy of the Media History Digital Library"
Estratto dal periodico  Modern Screen (Dec 1933 - Oct 1934)

Con la sua bacchetta magica nella direzione dell'abito, Adrian fa l'inaspettato come al solito. Chi avrebbe mai immaginato che la regina Cristina di Svezia sarebbe diventata la nostra ultima leader della moda? Non avrebbe mai potuto farcela, ne da viva ne da morta, se Adrian non avesse ricreato il suo carattere e le sue mode in una forma così affascinante. Ogni ragazza che ha visto questo film sa cosa fanno gli ampi colletti bianchi e i polsini per la glorificazione di una bellezza che, tra l'altro, sa indossarli con la massima grazia. Percependo la loro popolarità, Macy's Cinema Shop ha fatto realizzare abiti "Queen Christina" per tutti voi, abiti ispirati a quelli effettivamente indossati in questo film di grande successo. L'abito raffigurato nella pagina a fianco (in alto, a destra) è forse il più riuscito perché può essere indossato per quasi tutte le occasioni. Ma che dire del cappotto (a sinistra), con il collo di pelliccia a stola? Non riempirebbe un posto cospicuo nel guardaroba di qualsiasi ragazza? L'abito nero con colletto e polsini in piquet bianco (a destra) e l'abito da padrona di casa (in cima alla pagina) allo stesso modo suscitano emozioni romantiche anche a un solo sguardo.

Macy's Cinema Shop era una sezione speciale dedicata alla moda ispirata ai film, all'interno del famoso grande magazzino Macy's Herald Square. Questo negozio, situato al 151 West 34th Street, è uno dei più grandi e iconici grandi magazzini di New York. Negli anni '30, Macy's ha colto l'opportunità di capitalizzare l'influenza del cinema sulla moda, creando abiti e accessori ispirati ai costumi visti nei film di successo. Questo negozio era particolarmente popolare tra le donne che desideravano replicare lo stile delle loro attrici preferite.
Ad esempio, Macy's Cinema Shop ha creato abiti ispirati a quelli indossati da Greta Garbo nel film "Queen Christina". Questi abiti erano progettati per essere accessibili al pubblico, permettendo alle donne di portare un tocco di glamour hollywoodiano nella loro vita quotidiana.
La popolarità di Macy's Cinema Shop dimostra come il cinema abbia avuto un impatto significativo sulla moda e sul design dell'epoca, influenzando le tendenze e creando nuove opportunità di mercato per i rivenditori.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto dal periodico  Photoplay (Jan - Jun 1934)


PHOTOPLAY ANNUNCIA

A New York, solo da Macy's Cinema Shop e da nessun'altra parte, troverete le mode cinematografiche di Hollywood. Il negozio più grande d'America è stato il primo ad aprire un Cinema Shop. Da un anno, il Cinema Shop di Macy's ha avuto un notevole successo nell'introdurre le mode cinematografiche autentiche e ufficiali agli spettatori più attenti di photoplay nella più grande città cinematografica di tutte.
Troverete le mode cinematografiche di Hollywood da Macy's, sotto il marchio registrato di Macy's Star Picture Fashions. Approvato dall'Auditor di Moda di Photoplay, ogni incantevole indumento riporta il nome della stella e l'immagine in cui indossava l'originale. La magica velocità con cui le mode cinematografiche di Hollywood sono realizzate ti permette di indossare il gemello del nuovo abito della tua stella preferita la stessa settimana in cui il suo film debutta su Broadway!
Il Cinema Shop si trova al famoso terzo piano di Macy's. Photoplay vi invita cordialmente a visitarlo presto e spesso!



MAROCCO

POSTER RUSSO del FILM

PLAY►

Lasciando ora Adrian e il suo lavoro su "Queen Christina" con Greta Garbo nel 1933, facciamo un salto indietro di tre anni per esplorare un altro capitolo affascinante della storia del costume cinematografico.

Nel 1930, il film "Marocco" diretto da Josef von Sternberg ha segnato un'epoca, non solo per la sua trama avvincente e la straordinaria interpretazione di Marlene Dietrich, ma anche per i suoi costumi iconici. Dietro le quinte, il giovane e talentuoso Travis Banton ha giocato un ruolo cruciale nella creazione di questi costumi, che hanno contribuito a definire l'immagine di Dietrich come una delle dive più affascinanti di Hollywood.
Travis Banton ha iniziato la sua carriera come apprendista in una piccola sartoria, dove ha affinato le sue abilità nel design e nella confezione di abiti. La sua grande occasione è arrivata quando Mary Pickford, celebre attrice e figura influente nel mondo della moda, ha scelto uno dei suoi abiti per il suo matrimonio con Douglas Fairbanks nel 1920. Questo evento ha catapultato Banton sotto i riflettori, attirando l'attenzione di importanti produttori cinematografici.
Il suo talento non è passato inosservato a Hollywood, e ben presto Banton è stato chiamato a lavorare sui costumi per "Marocco". La sua capacità di combinare eleganza e funzionalità ha reso i costumi del film memorabili, contribuendo a creare l'aura di mistero e seduzione che circondava Marlene Dietrich. In particolare, l'abito maschile indossato da Dietrich, completo di cilindro e frac, è diventato un'icona di stile.

Card n.358 pag. 4 -  HÄNSOM FILMBILDER TONFILMSERIE

(collezione personale)

L'idea di far indossare a Marlene un abito maschile è stata del regista Josef von Sternberg, ispirato da una festa a Berlino dove aveva visto Dietrich in abiti maschili. Questo look androgino ha avuto un impatto significativo sulla moda e sulla cultura dell'epoca. 

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag.43 del periodico The New Movie Magazine (Aprile 1933)

Tre anni dopo, nel 1933, Marlene Dietrich ha suscitato indignazione a Hollywood per la sua scelta di continuare ad indossare abiti maschili, come smoking e completi da uomo, sia alle feste che in pubblico. Questo comportamento ha portato a una controversia internazionale, con la Paramount che ha dovuto affrontare una crisi di pubbliche relazioni. Gli storici ricordano questo periodo come l'anno della "rottura internazionale sui calzoni di Marlene Dietrich". Un editoriale dell'Hollywood Reporter ha criticato aspramente la Dietrich, suggerendo che la Paramount e l'industria cinematografica non avrebbero perso nulla se lei fosse tornata in Germania. Anche il regista Josef von Sternberg, noto per il suo ruolo di mentore della Dietrich, avrebbe fatto un passo indietro disapprovando i suoi abiti virili. Nonostante le pressioni, Marlene Dietrich ha continuato a indossare pantaloni, ribollendo di indignazione per le critiche ricevute.. 

Quasi una rivoluzione stilistica nel 1933, con diverse attrici che sfidavano le convenzioni di genere attraverso il loro abbigliamento. Prima di tutto, Greta Garbo: in "Queen Christina" (1933), Garbo indossa abiti maschili per gran parte del film, interpretando una regina che si traveste da uomo per esplorare il mondo senza essere riconosciuta. Questo look androgino ha avuto un impatto significativo sulla moda e sulla cultura dell'epoca.
Katharine Hepburn è stata un'altra pioniera in questo senso. Hepburn è stata una delle prime attrici a indossare pantaloni sia sullo schermo che nella vita quotidiana. La sua scelta di abbigliamento era spesso pratica e confortevole, ma anche una dichiarazione di indipendenza e forza. È nota per aver indossato pantaloni in diversi film, tra cui "Christopher Strong" (1933).

Subito dopo "MOROCCO", Banton ha continuato a lavorare su diversi film iconici, contribuendo a definire lo stile delle star di Hollywood. Nel 1931 e nel1932 ha collaborato ancora con Marlene Dietrich nei film "DISHONORED", "SHANGHAI EXPRESS" e "BLONDE VENUS", disegnando i costumi sia per lei sia per Anna May Wong.

Card posizione 6 pag. 14

RAMSES FILM BILDER ALBUM 1

(collezione personale)

Sempre nel 1932 in "Trouble in Paradise", ha disegnato i costumi per Kay Francis e Miriam Hopkins,  creando un look sofisticato e glamour. Hopkins interpreta Lily, mentre Francis interpreta Madame Mariette Colet, e i loro abiti sono stati progettati per riflettere i loro personaggi sofisticati e affascinanti.

Scena del Film

Card n.63 FILM FAVOURITES 3rd Series 

A. AND M. WIX LONDON (1939)

(collezione personale)



I'M NO ANGEL

Scena del Film

Scena del Film

Il vestito con le ragnatele indossato da Mae West nel film I'm No Angel (1933) è uno dei costumi più iconici creati da Travis Banton. Questo abito è noto per il suo design audace e unico, che riflette perfettamente il personaggio di Tira, interpretato da Mae West. L'abito è realizzato in seta nera e presenta un motivo di ragnatele argentate che si estendono lungo le maniche e la parte inferiore del vestito. Questo design non solo aggiunge un tocco di mistero e fascino, ma esalta anche la figura di Mae West, creando un look seducente e indimenticabile. Le ragnatele argentate sono disposte in modo da creare un effetto visivo di leggerezza e grazia, accentuando ogni movimento dell'attrice durante le sue performance. Questo dettaglio non solo esalta la bellezza di Mae West, ma contribuisce anche a creare un'atmosfera di opulenza e raffinatezza, tipica dei numeri di danza e delle esibizioni musicali del film. In sintesi, il vestito con le ragnatele di Mae West in "I'm No Angel" è un esempio perfetto del talento di Travis Banton nel creare costumi che non solo esaltano la bellezza delle star, ma contribuiscono anche a definire i loro personaggi e a creare l'atmosfera del film.

Lobby Cards (U.S.A.) (1933)

Card n.28 - SHOTS FROM THE FILMS

GODFREY PHILLIPS LTD. (1934)

(collezione personale)

Lobby Cards (U.S.A.) (1933)

Scena del Film

Un altro degli abiti più memorabili del film è un abito da sera bianco con dettagli in argento e una lunga coda di piume, che Mae West indossa durante una delle sue performance. Questo abito, insieme agli altri costumi del film, ha contribuito a consolidare l'immagine di Mae West come icona di stile e simbolo di femminilità e potere.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

pagina n. 21 rivista CINELANDIA - (GENNAIO  1934)

Mae West, la stella dalle curve generose, che erano l'ideale dei nostri nonni, cerca di introdurre questi modelli poco adattabili alle forme femminili di oggi.
West, la famosa e ben formata attrice di teatro e ora del cinema, ha influenzato enormemente la moda attuale. Le vetrine dei negozi espongono abiti "alla Mae West".
Chi ha visto il suo film "She Done Him Wrong" noterà quanto bene si adatti alla sua figura "curvilinea" lo stile fin de siècle. Nel suo film "I'm No Angel" indossa creazioni straordinarie che sa portare con grande grazia. In queste pagine mostriamo alcune di esse, che, sebbene non siano del tutto pratiche, servono a mostrare la tendenza a resuscitare la moda antica di cui abbiamo parlato. Notate, per esempio, l'abito nero confezionato in tessuto metallico con paillettes nere e argentate. Non si può negare che la sua figura sia estremamente attraente. L'abito è stato disegnato da Travis Banton, stilista della Paramount, che ha adornato le spalle di questa creazione con fiori di velluto nero.
Un abito meno fantastico e più pratico è quello di velluto bianco. Il mantello e il manicotto sono di pelliccia di volpe platino. L'altezza e l'eleganza di Mae le permettono di indossare perfettamente il cappello di velluto nero a tesa larga.
Tulle verde e paillettes verde scuro formano l'abito da gala che Mae mostra sopra, e quello che indossa sotto è di crêpe, con collo, polsini e coda di piume di struzzo.



CHRISTOFER STRONG

Poster del Film

Christopher Strong (1933), noto in Italia come La falena d'argento, è un film drammatico diretto da Dorothy Arzner, una delle poche registe donne di quell'epoca. Il film vede protagonista Katharine Hepburn nel ruolo di Cynthia Darrington, una spericolata aviatrice.

Card n.6 - FILM STARS 

GODFREY PHILLIPS Ltd. (1934)

(collezione personale)

Katharine Hepburn offre un'interpretazione straordinaria, la sua performance è caratterizzata da una combinazione di forza e vulnerabilità, che cattura perfettamente l'essenza di una donna indipendente e determinata. Hepburn riesce a trasmettere la complessità del suo personaggio, un'aviatrice coraggiosa che lotta per la sua libertà personale e professionale in un mondo dominato dagli uomini.
I costumi del film, disegnati da Howard Greer e Walter Plunkett, sono fondamentali per definire i personaggi e l'atmosfera del film. Uno dei costumi più iconici è l'abito da falena indossato da Katharine Hepburn. Questo abito è caratterizzato da un design audace e unico, che riflette perfettamente il personaggio di Cynthia Darrington.

Scena del Film

Bozzetto di Walter Plunkett

L'abito da falena è realizzato in un tessuto argentato che brilla sotto le luci, creando un effetto visivo spettacolare. Le ali della falena, che si estendono dalle spalle fino a terra, sono decorate con dettagli intricati che ricordano le ali di una vera falena. Questo costume non solo esalta la bellezza di Katharine Hepburn, ma contribuisce anche a creare un'immagine di grazia e leggerezza, in linea con il tema del volo e dell'indipendenza del personaggio.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag. 31 del periodico Motion Picture (Aug 1933-Jan 1934)

In sintesi, i costumi di Christopher Strong sono un esempio perfetto del talento di Howard Greer e Walter Plunkett nel creare abiti che non solo esaltano la bellezza delle star, ma contribuiscono anche a definire i loro personaggi e a creare l'atmosfera del film.




BELLE of the NINETIES (1934)

POSTER del FILM

Poster del Film

Belle of the Nineties (1934) è un film diretto da Leo McCarey e interpretato da Mae West, che ha anche scritto la sceneggiatura basata sulla sua storia originale "It Ain't No Sin". Il film è ambientato negli anni '90 del XIX secolo e segue le vicende di Ruby Carter, una stella del vaudeville che si trasferisce a New Orleans per lavorare in un nightclub di lusso.

Card n.66 - THE FILM STAR ALBUM

Carreras Ltd. nel 1934 sigarette "PICCADILLY JUNIORS"

(collezione personale)

"Courtesy of the site doctormacro.com"

I costumi del film, disegnati da Travis Banton, sono una parte fondamentale del fascino visivo del film. Banton, noto per il suo lavoro elegante e sofisticato, ha creato abiti che esaltano la figura di Mae West e riflettono il glamour dell'epoca. Mae West indossa una serie di abiti da sera lussuosi, caratterizzati da tessuti pregiati come seta e velluto, spesso arricchiti con dettagli scintillanti come paillettes e perline.

Card n.47 - FILM STARS Second Series

JOHN PLAYER & SONS (1934)

(collezione personale)

Scena del Film

Gli abiti di Mae West sono completati da accessori distintivi, come cappelli elaborati, guanti lunghi e gioielli vistosi. Questi dettagli aggiungono un tocco di eleganza e aiutano a definire il personaggio di Ruby Carter come una donna di grande stile e carisma. Oltre agli abiti da sera, Mae West indossa anche costumi di scena spettacolari durante le sue performance nel nightclub. Questi costumi sono progettati per catturare l'attenzione del pubblico e includono elementi come piume, frange e dettagli metallici.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Anche gli abiti quotidiani di Mae West nel film sono curati nei minimi dettagli. Travis Banton ha creato una serie di abiti eleganti e alla moda che riflettono il gusto sofisticato del personaggio. I costumi di "Belle of the Nineties" sono un esempio perfetto del talento di Travis Banton nel creare abiti che non solo esaltano la bellezza delle star, ma contribuiscono anche a definire i loro personaggi e a creare l'atmosfera del film.

Gli abiti particolari che Mae West indossava per promuovere "Belle of the Nineties", come quelli da ragno, pipistrello, farfalla o addirittura da Statua della Libertà, erano utilizzati principalmente per scopi promozionali e pubblicitari. Questi costumi erano parte della sua strategia di marketing audace e creativa, che rifletteva il suo stile unico e provocatorio.

Questo film è spesso considerato erroneamente un film pre-Code, ma in realtà è stato rilasciato pochi mesi dopo l'implementazione del Codice Hays, il codice di censura cinematografica che regolava i contenuti dei film negli Stati Uniti. "Belle of the Nineties" ha subito diversi tagli e modifiche a causa della censura imposta dal Codice.

Poster del Film con il primo titolo "It Ain't No Sin"

Il film, originariamente intitolato "It Ain't No Sin", un'espressione colloquiale in inglese che significa "Non è un peccato", rifletteva lo stile audace e provocatorio di Mae West. Tuttavia, ha dovuto cambiare titolo e rimuovere o modificare alcune scene e dialoghi per conformarsi alle rigide linee guida del Codice di Produzione. Questo codice, implementato nel 1934, regolava i contenuti dei film per evitare rappresentazioni considerate immorali o inadeguate. Alcuni dei cambiamenti includevano la riduzione delle allusioni sessuali e dei doppi sensi tipici dei film di Mae West. Nonostante queste restrizioni, Mae West riuscì comunque a mantenere il suo stile unico e il film fu ben accolto dal pubblico. 

Card n.4 - DANCE BAND LEADERS

LAMBERT & BULTER (1936)

(collezione personale)

Una curiosità, Duke Ellington e la sua orchestra hanno partecipato al film "Belle of the Nineties". Mae West, che era una grande fan di Duke Ellington, ha insistito affinché lui e la sua orchestra apparissero nel film. Nonostante le iniziali obiezioni degli esecutivi della Paramount Pictures, Mae West ha ottenuto ciò che voleva, e Duke Ellington e la sua band hanno accompagnato l'attrice in diverse scene del film, inclusa l'esecuzione del jazz standard "My Old Flame"

Copertina "MY OLD FLAME" (1934) (ristampa del 1959)

"My Old Flame" è diventata da allora uno standard jazz, ed è stata cantata da artisti del calibro di Billie Holiday, Peggy Lee, Dinah Washington, Helen Humes e Marlena Shaw, con interpretazioni strumentali di Charlie Parker per l'etichetta Dial nel 1947, Gerry Mulligan con Chet Baker nel 1953, il trombonista J.J. Johnson nel suo album del 1957 Trombone Master, Sonny Rollins nel suo album del 1993 Old Flames e molti altri. Il brano è stato registrato anche dall'orchestra di Stan Kenton, e da Zoot Sims in una "interpretazione sensibile" secondo la rivista Jazz Improv. Spike Jones e i suoi City Slickers registrarono una versione parodia nel 1947 con la voce di Paul Frees (che imitava Peter Lorre). John Scofield ha incluso la canzone nel suo album solista del 2022.



GEORGE WHITE'S SCANDALS (1934)

POSTER del FILM

George White's Scandals (1934) è un film musicale diretto da George White e Harry Lachman, noto per le sue vivaci esibizioni e numeri di danza. Il film offre uno sguardo dietro le quinte del mondo del vaudeville, seguendo le vicende di un gruppo di artisti mentre preparano uno spettacolo di varietà.
I costumi del film, disegnati da Charles LeMaire, sono una parte fondamentale del suo fascino visivo. LeMaire, un rinomato costumista di Hollywood, ha creato abiti che non solo esaltano la bellezza degli attori, ma contribuiscono anche a definire i loro personaggi e a creare l'atmosfera del film. I costumi di LeMaire per "George White's Scandals" sono caratterizzati da un'eleganza sofisticata e da un'attenzione ai dettagli che riflette il glamour dell'epoca.
LeMaire ha utilizzato una varietà di tessuti pregiati e dettagli scintillanti per creare abiti che catturano l'attenzione del pubblico. Gli abiti da sera indossati dalle protagoniste femminili, ad esempio, sono realizzati in seta e velluto, spesso arricchiti con paillettes e perline. Questi abiti non solo esaltano la figura delle attrici, ma contribuiscono anche a creare un'atmosfera di opulenza e raffinatezza.

undefined

Scena del Film

Oltre agli abiti da sera, LeMaire ha creato costumi di scena spettacolari per i numeri di danza e le esibizioni musicali. Questi costumi includono elementi come piume, frange e dettagli metallici, progettati per catturare l'attenzione del pubblico e aggiungere un tocco di spettacolarità alle performance.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Bozzetto originale per il Film  "George White's Scandals"

Gli abiti quotidiani dei personaggi, invece, sono curati nei minimi dettagli e riflettono il gusto sofisticato dell'epoca.
In sintesi, i costumi di Charles LeMaire per "George White's Scandals" sono un esempio perfetto del suo talento nel creare abiti che non solo esaltano la bellezza degli attori, ma contribuiscono anche a definire i loro personaggi e a creare l'atmosfera del film.



NOW I'LL TELL

Poster Svedese del Film

Un altro film del 1934 che ha come protagonista Alice Faye è Now I'll Tell, un film drammatico pre-Codice Hays diretto da Edwin J. Burke, con protagonisti Spencer Tracy, Helen Twelvetrees e Alice Faye. Il film racconta la storia di Murray Golden, un giocatore d'azzardo senza scrupoli che promette alla moglie Virginia di smettere di giocare una volta raggiunti i 200.000 dollari. Tuttavia, la sua avidità lo porta a continuare a giocare, mettendo a rischio la sua vita e quella delle persone a lui care.

Rita Kaufman

I costumi del film, disegnati da Rita Kaufman, giocano un ruolo fondamentale nel definire i personaggi e l'atmosfera del film. Kaufman ha creato abiti che riflettono il periodo storico e il contesto sociale dei personaggi, contribuendo a rendere la narrazione più autentica e coinvolgente. Per il personaggio di Virginia Golden, interpretato da Helen Twelvetrees, Kaufman ha scelto abiti eleganti e raffinati che rispecchiano il suo status sociale e la sua personalità. Gli abiti di Virginia sono caratterizzati da tessuti pregiati come seta e velluto, spesso arricchiti con dettagli come pizzi e perline. 

Card n.8 - MODERN BEAUTIES THIRD SERIES

 B.A.T. (1938)

(collezione personale)

Per il personaggio di Peggy Warren, interpretato da Alice Faye, Kaufman ha creato costumi che riflettono la sua natura più audace e seducente. Gli abiti di Peggy sono spesso più vistosi e provocanti, con dettagli come scollature profonde e tessuti scintillanti. Questi costumi aiutano a definire il personaggio di Peggy come una donna sicura di sé e determinata a ottenere ciò che vuole. Infine, per il personaggio di Murray Golden, interpretato da Spencer Tracy, Kaufman ha scelto abiti che riflettono il suo stile di vita da giocatore d'azzardo. Gli abiti di Murray sono eleganti ma pratici, con giacche ben tagliate e cravatte alla moda. Questi costumi aiutano a creare un'immagine di un uomo che cerca di mantenere un'apparenza di rispettabilità nonostante le sue attività illecite.

Card n.24 - Film Stars

CARRERAS LTD (1938)

(collezione personale)

L'abito con le piume indossato da Alice Faye nel film Now I'll Tell (1934) è un esempio perfetto del talento di Rita Kaufman nel creare costumi che esaltano la bellezza delle star e contribuiscono a definire i loro personaggi. Questo abito è caratterizzato da un design elegante e sofisticato, che riflette il glamour dell'epoca.
L'abito è realizzato in un tessuto lucido, probabilmente satin o seta, che dona un aspetto lussuoso e raffinato. La parte superiore del vestito è aderente, mettendo in risalto la figura di Alice Faye, mentre la gonna presenta un alto spacco che rivela una gamba, creando un effetto drammatico e seducente. Le piume, che decorano le spalle e il collo, aggiungono un tocco di spettacolarità e movimento all'abito.



THE PAINTED VEIL

Poster del Film (1934)

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Copertina del periodico PICTUREGOER WEEKLY (marzo 1935)

Card n.1 - FROM SCREEN and STAGE

ARDATH TOBACCO CO. Ltd. (1936)

(collezione personale)

Tornando alla collaborazione Adrian-Garbo ecco un altra iconica pellicola. The Painted Veil (1934), diretto da Richard Boleslawski, è un film drammatico che vede protagonista Greta Garbo nel ruolo di Katrin Koerber Fane. La Garbo indossa nel film innumerevoli costumi cinesi, opera di Adrian, alcuni divenuti molto popolari nella moda dell'epoca, come la fascia per capelli indossata dalla diva nella visita al tempio cinese. Adrian ha realizzato costumi che riflettono l'eleganza e la raffinatezza degli anni '30. Gli abiti di Greta Garbo sono caratterizzati da linee pulite e tessuti pregiati, che mettono in risalto la sua figura slanciata e il suo portamento regale.

Card n.11 - FILM STAGE & RADIO STARS

ARDATH TOBACCO CO LTD (1935)

(collezione personale)

Scena del Film

Card n.7 - SIGNED PORTRAITS OF FAMOUS STARS

GALLAHER Ltd. (1935)

(collezione personale)

Uno dei due abiti più rappresentativi del film è l'abito con il grande fiocco rosa sotto il collo indossato da Greta Garbo. Questo abito è realizzato in un tessuto pregiato, probabilmente seta o satin, che dona un aspetto lussuoso e raffinato. Il colore dell'abito è spesso neutro, come bianco o avorio, per esaltare la bellezza naturale di Greta Garbo. Il fiocco è posizionato sotto il collo, creando un punto focale elegante e sofisticato. Questo dettaglio aggiunge un tocco di femminilità e grazia all'abito, rendendolo perfetto per il personaggio di Katrin Koerber Fane.

Scena del Film

Card posizione 4 pag. 3 BUNTE FILM BILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Scena del Film

L'abito bianco indossato da Greta Garbo in The Painted Veil (1934) è un esempio perfetto dell'eleganza e della raffinatezza degli anni '30. Questo abito è caratterizzato da un design sofisticato, con un copricapo bianco che aggiunge un tocco di raffinatezza. L'abito è lungo e fluido, con una cintura che accentua la vita dell'attrice, creando una silhouette elegante e slanciata. La parte superiore dell'abito è aderente con un nodo bianco a corda sul petto che chiude in maniera sofisticata l'abito, mettendo in risalto la figura slanciata di Greta Garbo, mentre la gonna è ampia e fluida, permettendo libertà di movimento e contribuendo all'effetto drammatico dell'intero costume. Il copricapo bianco completa il look, aggiungendo un ulteriore tocco di eleganza e coerenza.
La fascia per i capelli rappresenta la delicatezza e la raffinatezza del personaggio di Katrin Koerber Fane. Questo costume riflette la crescita interiore del personaggio e la sua ricerca di indipendenza e libertà.

In The Painted Veil (1934), Greta Garbo interpreta Katrin Koerber Fane, una donna che si trova in un matrimonio infelice con il dottor Walter Fane, interpretato da Herbert Marshall. La performance di Garbo è intensa e piena di sfumature, mostrando la sua lotta interiore e la ricerca di indipendenza. Herbert Marshall offre una rappresentazione convincente di un uomo devoto al suo lavoro ma distante nella vita personale. Insieme, le loro interpretazioni creano una dinamica complessa e affascinante, esplorando temi di amore, tradimento e redenzione.

LOBBY CARD (1934)

Card posizione 8 pag. 3 BUNTE FILM BILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Card n.55 - FILM STARS seconda parte

JOHN SINCLAIR Ltd. (1937)

(collezione personale)

In The Painted Veil, Greta Garbo interpreta Katrin Koerber Fane, mentre George Brent interpreta Jack Townsend, l'uomo con cui Katrin ha una relazione extraconiugale. La chimica tra Garbo e Brent è palpabile sullo schermo, con Garbo che porta una profondità emotiva al suo personaggio, mostrando la sua lotta interiore tra il dovere verso suo marito e i suoi sentimenti per Jack. Brent, d'altra parte, interpreta Jack con un fascino e una passione che rendono credibile la loro relazione. Insieme, le loro interpretazioni creano una dinamica intensa e complessa, esplorando temi di amore e tradimento.

LOBBY CARD (1934)

Scena del Film

Card posizione 6 pag. 3 BUNTE FILM BILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Card n.30 - SHOTS FROM FAMOUS FILMS

GALLAHER Ltd. (1935)

(collezione personale)

Card n.66 - FILM STARS Second Part

JOHN SINCLAIR Ltd. (1937)

(collezione personale)

"Courtesy of the Media History Digital Library"

"IL PRIMO SERVIZIO FOTOGRAFICO DI MODA DI GARBO IN CINQUE ANNI!"

"The Painted Veil" posati esclusivamente per Photoplay.

-Seymour-

"Tre costumi emozionanti da 'The Painted Veil' posati esclusivamente per PHOTOPLAY - Questi costumi non sono disponibili nei negozi di Hollywood Cinema Fashions."

"Di tutte le grandi stelle, Greta Garbo è la più sfuggente quando si tratta di posare con nuove mode. Pertanto, è con emozione che vi presentiamo un'anteprima di tre costumi disegnati da Adrian per la favorita dello schermo. Un abito di crepe di seta grigia, sopra, ha un giogo di organza modellato e maniche profonde di tipo dolman."

"Il tipo di abbigliamento sportivo che Garbo ama - disinvolto nelle linee spavalde di un cappotto di flanella bianca. Una nota maschile nel cappello da marinaio in feltro blu navy, e il cappello di feltro preferito, anch'esso in blu navy con una nuova altezza alla corona e una svasatura verso il basso alla tesa. Il suggerimento di Adrian per un costume da resort."

"Una nuova versione del famoso cappello a pillbox di Garbo è questa creazione distintamente orientale in feltro cordato con ornamento di giada. La giada è ripetuta negli ornamenti cinesi esotici usati per decorare il semplice abito di crepe bianco. La sciarpa al collo è tenuta dai grandi fermagli e la cintura larga è composta interamente da quadrati antichi tenuti dalla fibbia di giada intagliata. Adrian usa di nuovo la manica dolman ma continua la pienezza fino alla mano, dove si allarga verso l'esterno. Anche questo è un grande suggerimento per i resort invernali."

La combinazione di performance attoriali intense e i costumi raffinati rendono questo film un classico intramontabile, capace di affascinare il pubblico ancora oggi.



CLEOPATRA

Lobby Card (U.S.A.) (1934)

Il film “Cleopatra” del 1934, diretto dal visionario Cecil B. DeMille e interpretato dalla carismatica Claudette Colbert, è un esempio emblematico del genere cinematografico dei kolossal, che ha segnato l’epoca d’oro di Hollywood. Questa produzione, nota per la sua magnificenza e le scenografie elaborate, incarna la quintessenza del cinema epico, mirato a stupire e intrattenere il pubblico con rappresentazioni grandiose di eventi storici. La scelta di DeMille di portare sul grande schermo la vita di Cleopatra si inserisce in un contesto più ampio di fascinazione per l’antico Egitto, che ha influenzato non solo il cinema, ma anche la moda, l’architettura e le arti durante gli anni '20 e '30.

Scena del Film

Card n.6 - ANCIENT EGYPT

CAVANDERS Ltd. LONDON (1928)

(collezione personale)

Attraverso i costumi, il film riesce a trasmettere un senso di autenticità e opulenza. I costumi, disegnati con grande attenzione ai dettagli, riflettono la ricchezza e la complessità della cultura egizia. Claudette Colbert, nei panni di Cleopatra, indossa abiti sontuosi e accessori elaborati che non solo esaltano la sua bellezza, ma anche il suo status di regina.

Scena del Film

Card posizione 2 pag. 21 

BUNTE FILM BILDER ALBUM 7

(collezione personale)

Scena del Film

Attraverso i costumi, il film riesce a trasmettere un senso di autenticità e opulenza. I costumi, disegnati con grande attenzione ai dettagli, riflettono la ricchezza e la complessità della cultura egizia. Claudette Colbert, nei panni di Cleopatra, indossa abiti sontuosi e accessori elaborati che non solo esaltano la sua bellezza, ma anche il suo status di regina. Ogni costume è una testimonianza della maestria artigianale e della ricerca storica che hanno caratterizzato la produzione del film, contribuendo a creare un'esperienza visiva indimenticabile per il pubblico. Il costumista Travis Banton, uno dei più importanti designer di Hollywood dell'epoca, ha creato i costumi per "Cleopatra". 

Card n.5 - STARS OF SCREEN & HISTORY

STEPHEN MITCHELL& SON (1939)

(collezione personale)

La sua collaborazione con DeMille per "Cleopatra" è stata particolarmente significativa. Banton ha disegnato un intero nuovo guardaroba per Claudette Colbert, che inizialmente aveva rifiutato i costumi realizzati dallo staff di DeMille.

Scena del Film

Uno dei costumi più iconici del film è l'abito in lamé dorato con copricapo e gioielli verde smeraldo, indossato da Colbert in questa scena in cui tenta di avvelenare Marco Antonio. Questo abito, insieme ad altri costumi del film, è stato disegnato con una precisione e un'attenzione ai dettagli straordinarie, riflettendo la ricchezza e l'opulenza dell'antico Egitto, se premi il bottone sotto la TV puoi vedere altre scene tratte del film dove Claudette indossa dei costumi differenti.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Abito di lana blu con disegno egiziano. Aderente fino alle ginocchia dove si allarga in numerose pieghe in una lunga coda plissettata.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

PAG.62 della rivista SCREENLAND (Novembre 1934)

GUIDA SPECIALE AL GLAMOUR DI SCREENLAND
Abiti che sono "Cleopatra"-conscious! Claudette Colbert ti mostra la versione moderna delle creazioni indossate dalla Regina del Nilo.
A sinistra, Claudette indossa un adattamento di "Cleopatra" che ha inserito nel suo guardaroba personale per l'autunno. È un abito da hostess in crepe di lampone, con una silhouette a tunica e un motivo a scarabeo alla gola e ai polsi. Disegnato da Banton.
A destra, una modernizzazione di Banton di un costume di "Cleopatra" in raso blu profondo scintillante, modellato sulla figura fino alle ginocchia. Il colletto gioiello, in un motivo a fiore di loto, è una nota egiziana.
In basso, Frances Drake ti mostra la tendenza "Cleopatra" nelle scarpe. I sandali gioiello offrono il modo elegante per una ragazza di tenere entrambi i piedi ben piantati a terra!
Frances Drake riecheggia l'influenza di "Cleopatra" con il diadema tempestato di strass che indossa, in basso.
E qui in questo primo piano, in basso, Miss Drake modella per noi un altro ornamento scintillante per la pettinatura serale.

Adrian, il celebre costumista di Hollywood, ha avuto un impatto significativo sulla moda dell'epoca con i suoi disegni per "Cleopatra". Adrian, noto per il suo lavoro su film iconici come "The Wizard of Oz" e numerosi film della Metro-Goldwyn-Mayer, ha creato costumi che non solo hanno definito i personaggi sullo schermo, ma hanno anche influenzato le tendenze della moda fuori dallo schermo.


TOP HAT

Il Fascino dei Costumi in "Cappello a Cilindro"

Poster del Film

Cards n.3 e n.8 - FILM STARS Described by FLORENCE DESMOND

CARRERAS LTD  (1936)

(collezione personale)

 "Top Hat" è un film musicale del 1935 diretto da Mark Sandrich, con protagonisti Fred Astaire e Ginger Rogers. Questo film è noto non solo per le sue spettacolari sequenze di danza e le musiche di Irving Berlin, ma anche per i suoi costumi iconici, creati da Bernard Newman.

"Courtesy of  Wikipedia"

Costume designer Bernard Newman, actress Ginger Rogers, and a seamstress during the filming of Top Hat in 1935.

Bozzetto del costume di Bernard Newman per l'abito con le piume indossato da Ginger Rogers

Bernard Newman è stato un rinomato costumista americano, nato il 18 novembre 1903 a Joplin, Missouri, e morto il 30 novembre 1966 a New York. È stato il capo designer per Bergdorf Goodman e il capo costumista per RKO Pictures. Ha disegnato costumi per circa 35 film, vestendo star come Ginger Rogers, Katharine Hepburn, Lucille Ball e Helen Broderick.
Newman ha iniziato la sua carriera come vetrinista per Bergdorf Goodman, un lussuoso grande magazzino di Manhattan, e successivamente è diventato il capo designer. Ha studiato a Parigi presso l'Art Student's League, il che ha influenzato il suo stile sofisticato e innovativo.
Nel 1934, Newman è stato assunto da RKO Pictures per disegnare i costumi per il film "Roberta", che ha avuto un grande successo e ha consolidato la sua posizione come capo designer presso lo studio. Ha collaborato frequentemente con Ginger Rogers, creando costumi memorabili per molti dei suoi film musicali con Fred Astaire, tra cui "Top Hat", "Follow the Fleet" e "Swing Time".

Card n.42 - FILM EPISODES

GALLAHER Ltd. (1936)

(collezione personale)

Uno dei suoi disegni più famosi è l'abito blu con piume di struzzo indossato da Ginger Rogers nella sequenza "Cheek to Cheek" di "Top Hat". Questo abito, sebbene problematico durante le riprese a causa della tendenza delle piume a staccarsi, è diventato iconico e ha guadagnato a Rogers il soprannome di "Feathers".
Newman è stato postumo incluso nella Costume Designers Guild Hall of Fame nel 2004, riconoscendo il suo contributo significativo al mondo del cinema e della moda.

Uno degli episodi più memorabili legati ai costumi riguarda l'abito di piume di struzzo indossato da Ginger Rogers nella scena di danza "Cheek to Cheek".

Scena del Film

Questo abito, sebbene visivamente affascinante, causò non pochi problemi durante le riprese. Le piume tendevano a staccarsi e volare ovunque, infastidendo Fred Astaire e il regista Mark Sandrich. Fred si lamentò che le piume gli finivano nel naso e nella bocca mentre ballava. Nonostante le proteste, Ginger Rogers insistette per indossare l'abito, credendo che aggiungesse eleganza e fluidità alla danza. La madre di Ginger, Lela Rogers, intervenne per sostenere la figlia nella sua decisione. Grazie al suo intervento, Ginger riuscì a mantenere l'abito, che è diventato uno degli elementi più iconici del film. Il costume alternativo proposto era un abito bianco che Ginger Rogers aveva già indossato in un film precedente, "The Gay Divorcee".

Card n.45 - FAMOUS FILM SCENES

GALLAHER Ltd. (1935)

(collezione personale)

Tuttavia, l'abito di piume di struzzo rimase la scelta definitiva, contribuendo a creare una delle scene di danza più memorabili della storia del cinema.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto del Periodico MOVIE MIRROR (Giugno/Novembre 1935)

"Perché, naturalmente, è Fred Astaire, il gentiluomo con il 'Top Hat' (questo è il suo nuovo film RKO con Ginger Rogers)! Devi iniziare presto nella vita per ottenere quella disinvoltura agile che eleva il 'ballo' a un'arte. Quando aveva solo otto anni, Fred e la sua altrettanto famosa sorella, Adele, guadagnavano 200 dollari a settimana nel vaudeville. Adele è ora Lady Cavendish, e Fred... beh, Fred è il re della danza del palcoscenico e dello schermo."

Card n.48 - SHOT FROM THE FILMS
ODGEN'S (1936)

(collezione personale)

Fred Astaire è noto per il suo stile impeccabile e sofisticato, e il film "Top Hat" non fa eccezione. In questa pellicola, Astaire indossa il classico abito da sera con cappello a cilindro, frac, camicia bianca e cravatta bianca, che è diventato un simbolo del suo stile elegante e raffinato.
Il costume di Astaire in "Top Hat" ha avuto un'importanza particolare per lui perché rappresentava l'apice del suo stile e della sua eleganza. L'abito da sera con cappello a cilindro non solo esaltava la sua figura slanciata e la sua grazia nei movimenti, ma contribuiva anche a creare l'atmosfera di lusso e raffinatezza che caratterizza il film.
Inoltre, il costume di Astaire in "Top Hat" è diventato iconico e ha influenzato la moda maschile dell'epoca, consolidando la sua immagine di gentiluomo impeccabile e di grande talento.



ROBERTA

Poster del Film

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pubblicità pag. 53 THE NEW MOVIE MAGAZINE (APRILE 1935)

Facciamo un passo indietro di qualche mese, quando Bernard Newman è stato assunto dalla RKO Pictures. Un altro film in cui Newman ha lasciato il segno con i suoi straordinari costumi è "Roberta" del 1935. Diretto da William A. Seiter e interpretato da Irene Dunne, Fred Astaire, Ginger Rogers e Randolph Scott, "Roberta" è un classico del cinema musicale che combina musica, danza e moda in modo impeccabile.

Card n.93 - CINEMA CAVALCADE VOLUME II

A. & M. WIX (1940)

(collezione personale)

Questo film precede "Top Hat" e continua a mostrare il talento di Newman nel creare abiti che definiscono l'eleganza e la sofisticatezza dell'epoca.La storia ruota attorno a John Kent (Randolph Scott), un ex giocatore di football che si reca a Parigi con il suo amico Huck Haines (Fred Astaire) e la sua band. John visita la sua zia Minnie (Helen Westley), proprietaria della casa di moda "Roberta". Qui incontra Stephanie (Irene Dunne), la capo designer, e si innamora di lei. Nel frattempo, Huck riconosce una vecchia amica, Lizzie Gatz (Ginger Rogers), che ora si fa chiamare Contessa Scharwenka. Newman ha creato abiti che riflettono l'eleganza e la sofisticatezza della moda parigina degli anni '30. I costumi giocano un ruolo cruciale nel film, non solo per il loro aspetto visivo, ma anche per il modo in cui contribuiscono a caratterizzare i personaggi e a creare l'atmosfera del film.

Uno degli aspetti più memorabili del film è la sfilata di moda che presenta una serie di abiti glamour e innovativi. Questa scena non solo mette in mostra il talento di Newman come designer, ma sottolinea anche l'importanza della moda nella trama del film. Gli abiti indossati da Irene Dunne e Ginger Rogers sono particolarmente degni di nota per la loro eleganza e stile.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

L'abito di Ginger Rogers è in stoffa pregiata dorata. La sciarpa ha frange lunghe fatte di minuscole perline dorate.

"Courtesy of the site IMBD.com"

Ginger Rogers, una delle attrici e ballerine più celebri di Hollywood, ha interpretato il ruolo di "Countess Scharwenka", una cantante e ballerina di cabaret. La sua performance in "Roberta" è stata acclamata per la sua energia e il suo talento, che hanno contribuito a rendere il film un successo.

"Courtesy of the site IMBD.com"

"Courtesy of the site IMBD.com"

Card n.34 - FILM STARS by DESMOND

CARRERAS LTD (1936)

(collezione personale)

"Courtesy of the site IMBD.com"

Questo regale completo da sera che avvolge Irene è realizzato in raso argentato sormontato da un ampio collare di zibellino rosso. Una tiara tempestata di diamanti e rubini le conferisce un tocco da imperatrice. Il corpetto incrociato e la schiena scollata, sono sbalorditivi.

"Courtesy of the site IMBD.com"

Irene Dunne, una delle attrici più versatili e amate di Hollywood, ha interpretato il ruolo di Stephanie, la talentuosa e affascinante designer di moda. La sua performance in "Roberta" è stata acclamata per la sua eleganza e il suo carisma, che hanno contribuito a rendere il film un successo.

"Courtesy of the site IMBD.com"

L'unico ornamento di questo abito da ballo in raso nero indossato da Ginger è un' enorme spilla tempestata di gioielli scintillanti.

In sintesi, "Roberta" è un film che celebra la moda e la musica, con costumi che giocano un ruolo fondamentale nel definire l'estetica e l'atmosfera del film. La combinazione di abiti eleganti, musica incantevole e performance memorabili rende "Roberta" un classico del cinema musicale degli anni '30. Il successo di "Roberta" ha avuto un impatto duraturo sulla moda e sul cinema. I costumi del film sono diventati un punto di riferimento per l'eleganza degli anni '30 e hanno ispirato molte produzioni successive.


RECKLESS

Poster del Film

Scena del Film

Card n.39 - FILM PARTNERS

GALLAHER Ltd. (1935)

(collezione personale)

"Reckless" è un melodramma musicale del 1935 diretto da Victor Fleming e prodotto da David O. Selznick. Il cast principale include Jean Harlow, William Powell, Franchot Tone e May Robson. La trama segue Mona Leslie, una star del musical che affronta una serie di eventi drammatici e complicazioni personali.
La storia segue Mona Leslie, una star del musical incarcerata per guida spericolata. Viene salvata dal suo amico Ned Riley, un promotore sportivo e giocatore d'azzardo, per partecipare a un evento di beneficenza. Mona inizia a frequentare Bob Harrison Jr., un ricco ammiratore, ma la loro relazione porta a complicazioni e tragedie, culminando nel suicidio di Bob. Mona è sospettata di omicidio, ma viene dichiarata innocente. Nonostante ciò, la sua reputazione è rovinata e deve lottare per sostenere suo figlio e tornare al lavoro.

"Courtesy of the site IMBD.com"

Card n.18 - STARS of the SCREEN

GODFREY PHILLIPS Ltd. (1936)

(collezione personale)

Il film ha avuto diversi titoli provvisori, tra cui "Salute", "There Goes Romance" e "A Woman Called Cheap". Joan Crawford era stata inizialmente scelta come protagonista, ma fu sostituita da Jean Harlow una settimana prima dell'inizio della produzione. La voce di Jean Harlow è stata doppiata dalla cantante Virginia Verrill, che ha eseguito le canzoni del film.

"Courtesy of the site IMBD.com"

L'abito che indossa Jean in questa scena del film è composto da una gonna nera con spacchi e volant, abbinata a una camicetta bianca di taffetà con maniche a sbuffo.

"Courtesy of the site IMBD.com"

Jean in abito da sera di raso lucido, segna il tempo con un bastone da passeggio.

I costumi di "Reckless" sono stati curati da Adrian, i suoi costumi per Jean Harlow in "Reckless" sono un esempio perfetto del suo talento nel creare abiti che esaltano la bellezza e la personalità delle attrici. I suoi disegni erano noti per l'uso audace di tessuti e dettagli intricati, che hanno contribuito a creare l'immagine iconica delle star del cinema dell'epoca.
La trama di "Reckless" è liberamente ispirata a un evento reale: lo scandalo del matrimonio del 1931 tra la cantante Libby Holman e l'erede del tabacco Zachary Smith Reynolds, e la sua morte per una ferita da arma da fuoco alla testa.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto da "THE MOTION PICTURE HERALD" (aprile 1935)



NO MORE LADIES

Lobby Card (1935)

"No More Ladies" è una commedia romantica del 1935 diretta da Edward H. Griffith e George Cukor, con protagonisti Joan Crawford, Robert Montgomery e Franchot Tone. Il film è basato su una commedia teatrale di A.E. Thomas e racconta la storia di una giovane donna che cerca di impartire una lezione al suo fidanzato infedele. La trama segue Marcia Townsend (Joan Crawford), una giovane donna sofisticata e determinata, che scopre che il suo fidanzato Sherry Warren (Robert Montgomery) è un donnaiolo incallito. Decisa a fargli capire l'importanza della fedeltà, Marcia organizza una festa in cui invita tutte le ex amanti di Sherry, sperando di metterlo di fronte alle sue azioni. La situazione si complica ulteriormente quando Marcia inizia a sviluppare sentimenti per Jim Salston (Franchot Tone), un amico di Sherry. Il film esplora temi di amore, fedeltà e le dinamiche delle relazioni romantiche con un tocco di umorismo e dramma.

Uno degli aspetti più affascinanti di "No More Ladies" sono i costumi, che riflettono perfettamente il glamour e l'eleganza degli anni '30. I costumi del film sono stati disegnati da Adrian, che con un lavoro innovativo e sofisticato, ha creato abiti che esaltano la bellezza e la personalità degli attori, in particolare quelli di Joan Crawford. I suoi disegni erano noti per l'uso audace di tessuti, dettagli intricati e silhouette eleganti.

"Courtesy of the site IMBD.com"

Uno degli abiti disegnati da Adrian che ha ricevuto applausi è la creazione crêpe bianco. La scollatura a scatola è una nota nuova, ottenuta da una lunghezza diritta e generosamente arricciata che si modella in un quadrato. Arricciatura anche sui polsini delle maniche corte e per la mezza cintura posteriore, fermata con due specchietti sul retro al posto dei bottoni.

Card n.130 pag.19 - BUNTE FILMBILDER (1936)

(collezione personale)

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Gli abiti da sera di Joan tratti da "NO MORE LADIES" offrono una miriade di idee. Adrian ha disegnato una scialle da sera molto corto, riccamente orlato di volpe argentata.

Scena del Film

Un altro abito da sera è in raso color biscotto, con una cintura e una grande fibbia ingioiellata di smeraldi e pietre di strass. 

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Questo abito da sera è realizzato in taffetà con balze plissettate a raggi di sole in tessuto argentato. Adrian pensa che la plissettatura a raggi di sole e fisarmonica, rendono la figura più aggraziata. La linea dei fianchi è aderente e svasata. La cintura è in raso. 

"Courtesy of the site IMBD.com"

"Courtesy of the site IMBD.com"

In questo vestito per Crawford, Adrian inventa le spalline imbottite applicate alle giacche dei suoi tailleurs. Un completo monopetto di lana nera con ampi risvolti, allacciato con una cintura dello stesso tessuto e un grosso bottone. La gonna ha una piega invertita davanti e dietro. 

La trama avvincente e le interpretazioni memorabili dei protagonisti rendono questo film un classico del cinema hollywoodiano. I costumi, con il loro design sofisticato e dettagli intricati, non solo esaltano la bellezza dei personaggi, ma contribuiscono anche a creare un'atmosfera di lusso e raffinatezza che caratterizza l'epoca.


MARY OF SCOTLAND

Lobby card (1936)

Le cigarette cards, hanno avuto un ruolo significativo nella documentazione e nella diffusione della storia e della cultura popolare. Queste piccole carte collezionabili raffiguravano una vasta gamma di soggetti, tra cui celebrità, eventi storici e figure reali.

Card n.11 - FAMOUS SCOTS

STEPHEN MITCHELL & SON (1933)

(collezione personale)

Un esempio notevole è rappresentato dalle figurine di Maria Stuarda e della regina Elisabetta I. Queste carte non solo celebravano le figure storiche, ma servivano anche come strumenti educativi, offrendo informazioni e immagini dettagliate che aiutavano a diffondere la conoscenza storica tra il pubblico. Le figurine di Maria Stuarda e Elisabetta I, in particolare, catturavano l'immaginazione delle persone, raccontando la storia del loro conflitto e delle loro vite tumultuose attraverso immagini iconiche e descrizioni concise.
Le cigarette cards hanno quindi svolto un ruolo importante nel preservare e diffondere la storia, rendendo accessibili al grande pubblico figure e eventi storici significativi. Queste carte sono diventate oggetti da collezione preziosi, apprezzati non solo per il loro valore storico, ma anche per il loro fascino estetico.

Card n.27 KINGS & QUEENS OF ENGLAND

JOHN PLAYER & SONS (1935)

(collezione personale)

Card n.9 - CELEBRITIES OF BRITISH HISTORY

CARRERAS Ltd. (1935)

(collezione personale)

Card n.21 - FAMOUS MINORS

GODFREY PHILLIPS (1936)

(collezione personale)

Card n.10 - FAMOUS BEAUTIES

JOHN PLAYER & SONS (1937)

(collezione personale)

"Mary of Scotland" è un film del 1936 diretto da John Ford, con Katharine Hepburn nel ruolo di Maria Stuarda e Fredric March nel ruolo di Bothwell. Il film è un adattamento della pièce teatrale di Maxwell Anderson e racconta la vita tumultuosa di Maria Stuarda, regina di Scozia, e il suo conflitto con Elisabetta I d'Inghilterra interpretata da Florence Eldridge.

Walter Plunkett

Uno degli aspetti più affascinanti di "Mary of Scotland" sono i costumi, disegnati dal leggendario Walter Plunkett. Plunkett è noto per il suo lavoro meticoloso e dettagliato, che ha contribuito a creare un'atmosfera autentica e storicamente accurata nel film. Anche se i costumi riflettono un'estetica degli anni '30, sono comunque evocativi del periodo degli anni 1560, in cui è ambientata la storia.

"Courtesy of the site IMBD.com"

"Courtesy of the site IMBD.com"

I costumi di Katharine Hepburn nel ruolo di Maria Stuarda sono particolarmente notevoli. Plunkett ha creato abiti che esaltano la regalità e la dignità del personaggio, utilizzando tessuti ricchi e dettagli elaborati. Uno degli abiti più iconici è un vestito in velluto nero con ricami dorati, che sottolinea la maestosità e la forza di Maria.

"Courtesy of the site IMBD.com"

L'abito storico disegnato da Walter Plunkett per Florence Eldridge nel film "Mary of Scotland" è un capolavoro di eleganza e dettagli. Questo abito, che sembra appartenere a un periodo rinascimentale o barocco, è caratterizzato da un elaborato motivo a rombi sul davanti, con dettagli intricati e ornamenti che sembrano essere ricamati o applicati. Il tessuto principale dell'abito è di velluto scuro, con inserti più chiari e decorazioni dorate e argentate. Le maniche sono ampie e decorate con motivi simili a quelli del corpo dell'abito. L'abito è completato da un colletto alto e rigido, anch'esso decorato, e da una lunga cappa che scende fino a terra.

BRITISH COSTUME

BROOKE BOND TEA (1967)

(collezione personale)

L'abito formale del 1545 qui mostrato è davvero affascinante e presenta molte somiglianze con il costume disegnato da Walter Plunkett per Florence Eldridge in "Mary of Scotland". Entrambi gli abiti hanno un taglio della gonna molto simile, caratterizzato da una silhouette ampia e voluminosa. Questo stile era tipico del periodo rinascimentale e rifletteva l'eleganza e la maestosità richieste per abiti formali e regali.
Il motivo a rombi e i dettagli intricati presenti sull'abito del 1545 sono anche elementi che si ritrovano nel costume di Plunkett, sottolineando l'attenzione ai dettagli e l'accuratezza storica. Entrambi gli abiti utilizzano tessuti ricchi e decorazioni elaborate, come ricami e applicazioni, per esaltare la regalità e la dignità del personaggio.
Questi elementi comuni dimostrano come i costumisti di Hollywood, come Plunkett, si siano ispirati ai veri abiti storici per creare costumi autentici e visivamente affascinanti per i film ambientati in epoche passate.

I gioielli del film sono stati creati da Joseff of Hollywood. Eugene Joseff, il fondatore della compagnia, era noto per il suo talento nel creare gioielli e accessori per molti film di Hollywood, inclusi "Mary of Scotland". I gioielli di Joseff hanno aggiunto un ulteriore livello di lusso e autenticità ai costumi, contribuendo a creare l'atmosfera storica del film.
Il lavoro di Plunkett in "Mary of Scotland" è stato ampiamente apprezzato e ha contribuito a consolidare la sua reputazione come uno dei migliori costumisti di Hollywood. I costumi non solo esaltano la bellezza e il carattere dei personaggi, ma aiutano anche a creare un'atmosfera storica che immerge gli spettatori nella storia di Maria Stuarda.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag.58/59 del periodico MOVIE MIRROR Vol.9 (1936)

REGINA di CUORI

"Il dramma tragico di una delle regine più romantiche della storia è portato in vita da Katharine Hepburn nella versione cinematografica di RKO del dramma vincitore del Premio Pulitzer di Maxwell Anderson, 'Mary of Scotland' (sì, è lo stesso ruolo che Helen Hayes ha creato sul palco). Nella pagina opposta ci sono due immagini di Katie nel ruolo della sfortunata Mary Stuart, che voleva il trono d'Inghilterra e perse il suo regno scozzese, e un primo sguardo a Fredric March nel ruolo del Conte di Bothwell. Sopra, una scena tenera tra i due il cui amore ha portato la Scozia alla rivolta e alla rovina. A sinistra, uno di quei scherzi del destino, Florence Eldridge, la moglie di Freddie nella vita privata, nel ruolo ambito della Regina Elisabetta, l'antagonista più pericolosa di Mary! Sotto, la bella Mary, Regina di Scozia."

Il film "Mary of Scotland" del 1936 ha avuto un impatto significativo sulla moda dell'epoca, ispirando una serie di accessori e capi di abbigliamento che riflettevano lo stile e l'eleganza dei costumi storici.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

L'articolo di giornale intitolato "Forecasting the Fashion Influence of 'Mary of Scotland'" presenta una serie di accessori e capi di abbigliamento ispirati a Mary of Scotland, con descrizioni dettagliate di ciascun pezzo. Ecco una sintesi dei principali elementi descritti nell'articolo:

  1. Un cappello a doppia tesa in velluto blu con una corona a griglia aperta e piccoli sbuffi in seta faille blu chiaro che circondano il bordo della tesa.
  2. Un delizioso cappello in velluto scarlatto ricamato in oro con cardi dorati, il fiore simbolo di Mary. Questo cappello sarebbe perfetto per una serata elegante.
  3. Una borsa da cucito in velluto scarlatto con iniziali e cardo in oro, ideale come borsa da sera autunnale.
  4. Scarpe in raso scarlatto con una grande linguetta e fibbia dorata, con inserti in tessuto dorato sulla punta.
  5. Una copia del rosario di Mary, con un lavoro smaltato squisito in blu e rosso su filigrana dorata e un medaglione in porcellana dipinta.
  6. La regina Elisabetta indossa perle nei capelli che si abbinano ai suoi orecchini e una rosa rossa appuntata sulla sua ruche.
  7. Guanti in camoscio e tessuto scarlatto ricamati in oro, perfetti come guanti da sera in una lunghezza maggiore.
  8. Dettaglio di una manica in raso e velluto scarlatto, con uno sprone e una manica trapuntati, ricchi di suggerimenti.
  9. Katharine ha portato questo costume da indossare come cappotto da sera. È in velluto fucsia profondo sopra un abito Fortuny in raso blu pastello. Le maniche sono imbottite e fissate in alto, la parte inferiore è piegata. La gonna si allarga verso l'orlo.
  10. Mary Beaton indossa molti colletti risvoltati in pizzo, pizzo e lino o organza. Buona biancheria intima.

L'articolo è interessante perché mostra come la moda e gli accessori dell'epoca siano stati influenzati da figure storiche come Mary of Scotland, offrendo uno sguardo dettagliato su stili e tendenze specifici.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

La pagina include descrizioni dettagliate di ciascun elemento, evidenziando i materiali, il design e il contesto in cui vengono indossati. Le descrizioni forniscono informazioni sulla storia della moda e sul design dei costumi, rendendola interessante per chi studia moda, storia o teatro.

  1. "Un autentico cappello scozzese con una piuma d'aquila, che può essere inclinato a qualsiasi angolo, sarà indossato da Katharine Hepburn come Mary di Scozia."
  2. "Di soufflé rosa pallido e pizzo valenciennes. Questo farebbe un cappello incantevole per una sposa. È cucito con perle di semi, deliziosamente giovane."
  3. "Un tam di velluto blu inclinato su una retina di velluto. Piume beige si arricciano sul bordo. Il cappello storico è rigorosamente alla moda attuale."
  4. "Il costume da caccia di Mary è ispiratore per abiti autunnali, giacche sportive o cappotti. Il corpetto è di camoscio trapuntato pieghettato. La gonna è di lana blu scuro, e il plaid è blu scuro e verde. Guanti ricamati di blu navy. Cappello scozzese in blu scuro. Il disegno è di Walter Plunkett che ha disegnato tutti i costumi per il film RKO-Radio."
  5. "Ecco come Mary indossa il suo cappello. Notare la goccia di perla che completa il suo orecchino. La ruche è catturata con perle."
  6. "Ecco Mary che indossa un mantello di velluto appeso dalle spalle su catene dorate con medaglioni. Questa idea può essere ben presa in prestito nel 1936. I suoi guanti di camoscio scarlatto sono ricamati e frangiati in oro."

Il film "Mary of Scotland" del 1936 non solo ha affascinato il pubblico con la sua narrazione drammatica e le interpretazioni memorabili, ma ha anche avuto un impatto duraturo sulla moda. Grazie al talento di grandi costumisti come Walter Plunkett, gli abiti storici sono stati riportati in vita con una precisione e un'eleganza che hanno ispirato le tendenze dell'epoca. Le pagine di giornale dell'epoca mostrano come accessori e capi di abbigliamento ispirati ai costumi del film siano diventati popolari, dimostrando che la moda del passato può tornare in auge grazie all'influenza cinematografica. Questo fenomeno evidenzia il potere del cinema nel preservare e reinterpretare la storia della moda, rendendo accessibili e attuali stili e tendenze di epoche passate. Il film ha dimostrato che anche le tragedie storiche possono essere incredibilmente chic. Maria Stuarda potrebbe aver perso il suo regno, ma grazie a Walter Plunkett, ha guadagnato un'eternità di influenza sulla moda. E con i gioielli di Joseff of Hollywood, ogni scena era un'esplosione di lusso, rendendo il film non solo un dramma storico, ma anche una sfilata di moda.
In conclusione, "Mary of Scotland" è stato più di un semplice film; è stato un viaggio attraverso la storia e la moda, dove ogni abito e accessorio raccontava una storia di potere, passione e, sì, un po' di tragedia.



THE GORGEOUS HUSSY

Lobby Card (1936)

"The Gorgeous Hussy" (Troppo amata) è un film del 1936 diretto da Clarence Brown, basato sul romanzo omonimo di Samuel Hopkins Adams. Il film racconta la vita di Peggy O'Neal, una donna affascinante e influente nella Washington del XIX secolo, che diventa confidente del presidente Andrew Jackson e seduttrice di uomini potenti. Ambientato nel 1823 a Washington D.C., il film segue Peggy O'Neal, figlia di un locandiere, che conquista con il suo fascino numerosi uomini influenti, tra cui politici e militari. Peggy è segretamente innamorata del senatore della Virginia John Randolph, ma le sue attenzioni sono contese da altri uomini, tra cui "Beau" Timberlake, che alla fine sposa. La storia si sviluppa sullo sfondo della politica americana dell'epoca, con Peggy che diventa una figura centrale nella vita del presidente Andrew Jackson.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Card n.8 - STARS OF SCREEN & HISTORY 

STEPHEN MITCHELL & SON (1939)

(collezione personale)

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Card n.13 - FAMOUS LOVE SCENES

GODFREY PHILLIPS Ltd. (1939)

(collezione personale)

Il film vanta un cast stellare, tra cui Joan Crawford nel ruolo di Peggy O'Neal, Robert Taylor come Bow Timberlake, Lionel Barrymore nel ruolo di Andrew Jackson, Franchot Tone come John Eaton e James Stewart nel ruolo di 'Rowdy' Dow.
I costumi del film, disegnati dal celebre costumista Adrian, sono uno degli aspetti più affascinanti e memorabili della pellicola. Adrian, noto per il suo lavoro innovativo e sofisticato, ha creato abiti che riflettono perfettamente lo stile e l'eleganza del XIX secolo.

"Courtesy of the site IMBD.com"

Joan indossa un abito bianco con gonna a cerchio in taffetà e fiocchi di velluto nero, ispirato alla moda del 1840.

Card n.8 - CHARACTERS COME TO LIFE

GODFREY PHILLIPS LTD (1938)

(collezione personale)

I costumi indossati da Joan Crawford sono caratterizzati da tessuti ricchi come seta e velluto, con dettagli intricati come ricami e pizzi. Gli abiti sono progettati per esaltare la figura femminile, con corsetti stretti e gonne ampie che riflettono la moda dell'epoca. Gli abiti maschili, indossati da attori come Robert Taylor e Lionel Barrymore, sono altrettanto dettagliati e accurati. I costumi includono giacche eleganti, pantaloni aderenti e accessori come cappelli e cravatte, che completano il look sofisticato dei personaggi. Gli accessori giocano un ruolo fondamentale nel completare i costumi. Cappelli, guanti, gioielli e scarpe sono scelti con cura per riflettere l'epoca e aggiungere autenticità ai personaggi. Adrian ha saputo catturare l'essenza del periodo storico attraverso i suoi costumi, contribuendo a creare un'atmosfera autentica e visivamente affascinante.

Scena del Film

Card n.10 - FILM FAVOURITES 3rd Series

A. AND M. WIX LONDON (1939)

(collezione personale)

I costumi non solo esaltano la bellezza e la personalità dei personaggi, ma aiutano anche a raccontare la storia e a immergere gli spettatori nell'epoca rappresentata.
"The Gorgeous Hussy" è un esempio perfetto di come il cinema possa influenzare la moda e riportare in vita stili e tendenze del passato. Grazie al talento di Adrian, gli abiti storici sono stati reinterpretati con una precisione e un'eleganza che hanno ispirato le tendenze dell'epoca. Questo fenomeno evidenzia il potere del cinema nel preservare e reinterpretare la storia della moda, rendendo accessibili e attuali stili e tendenze di epoche passate. Il film non solo ha affascinato il pubblico con la sua narrazione drammatica e le interpretazioni memorabili, ma ha anche avuto un impatto duraturo sulla moda, dimostrando che la moda del passato può tornare in auge grazie all'influenza cinematografica.

"The Gorgeous Hussy" non è solo un film; è stato un corso accelerato di storia della moda. Grazie ad Adrian, le tendenze del XIX secolo sono tornate in voga come se fossero appena uscite dalle passerelle di Parigi. 
Il film ha dimostrato che la moda può essere un viaggio nel tempo, e che gli abiti non sono fatti solo per coprirsi, ma anche per raccontare storie, affascinare e per far girare la testa agli spettatori.
In conclusione, "The Gorgeous Hussy" è una lezione di stile, potere e intrighi, con abiti che farebbero desiderare a chiunque di vivere nell'era del corpetto e delle gonne ampie. Adrian ha dimostrato che la moda può essere sia un'arma che un'opera d'arte, e questo film ne è la prova vivente.



THE GREAT ZIEGFELD

Poster del Film

Il Grande Ziegfeld del 1936, diretto da Robert Z. Leonard è un film che ha fatto la storia del cinema non solo per la sua narrazione della vita del famoso impresario teatrale Florenz Ziegfeld Jr., ma anche per l'eccezionale lavoro nei costumi, che ha contribuito a rendere il film un capolavoro visivo della sua epoca.

William Powell interpreta Florenz Ziegfeld Jr. il famoso impresario teatrale. (Il Grande Ziegfeld)

Card n.28 - CHARACTERS COME TO LIFE

GODFREY PHILLIPS LTD (1938)

(collezione personale)

Il cast del film è altrettanto notevole, con William Powell nel ruolo di Florenz Ziegfeld Jr., Myrna Loy come Billie Burke, la seconda moglie di Ziegfeld e Luise Rainer che interpreta Anna Held, una delle prime star di Ziegfeld e sua prima moglie. Luise Rainer ha vinto l'Oscar come miglior attrice per questo ruolo. Altri membri del cast includono Frank Morgan nel ruolo di Billings, un rivale di Ziegfeld, Fanny Brice che interpreta se stessa, Virginia Bruce nel ruolo di Audrey Dane, Ray Bolger che interpreta se stesso, Reginald Owen nel ruolo di Sampston, Nat Pendleton come Sandow, l'uomo più forte del mondo, Ernest Cossart nel ruolo di Sidney e Joseph Cawthorn che interpreta il Dr. Ziegfeld, il padre di Florenz Ziegfeld Jr.

William Powell e Myrna Loy nel ruolo di Billie Burke, la seconda moglie di Ziegfeld.

Card n.11 - FROM SCREEN and STAGE

ARDATH TOBACCO CO Ltd. (1936)

(collezione personale)

"Courtesy of the site doctormacro.com"

William Powell e Luise Rainer che interpreta Anna Held, una delle prime star di Ziegfeld e sua prima moglie.

Card n.15 - FAMOUS LOVE SCENES

GODFREY PHILLIPS Ltd. (1939)

(collezione personale)

"Courtesy of the site doctormacro.com"

William Powell e Virginia Bruce nel ruolo di Audrey Dane, una delle attrici di Ziegfeld.

Alla base delle meraviglie visive del film c'è il lavoro del leggendario costumista Adrian, il cui vero nome era Gilbert Adrian. Adrian è noto per aver vestito alcune delle più grandi stelle del cinema, e con "Il Grande Ziegfeld" ha portato sullo schermo la stessa opulenza e la fantasia che caratterizzavano gli spettacoli originali delle Ziegfeld Follies. I costumi del film sono stati notati per la loro elaborazione e bellezza, con un'attenzione particolare ai dettagli che hanno dato vita a un'esperienza visiva senza precedenti per l'epoca.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Card n.23 - STARS OF SCREEN & HISTORY

STEPHEN MITCHELL & SON (1939)

(collezione personale)

Le Ziegfeld Girls, rappresentate nel film, sfoggiano costumi che erano veri e propri capolavori di ingegneria tessile. Uno dei costumi più memorabili è quello descritto in alcune fonti come fatto interamente di perline di vetro, pesando ben 102 libbre, un esempio straordinario di come l'estetica veniva posta al di sopra della comodità per ottenere l'effetto desiderato. Questo non solo riflette il lusso e l'eccesso delle produzioni di Ziegfeld ma anche la maestria di Adrian nel creare pezzi che erano a un tempo funzionali per la danza e scenografici.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

I costumi di "Il Grande Ziegfeld" non erano solo belli; erano anche un riflesso del glamour e della fantasia degli anni '30, un periodo in cui il cinema serviva da fuga dalla realtà della Grande Depressione. La pellicola si distingue per la sua capacità di trasportare gli spettatori in un mondo di sfarzo e bellezza, offrendo un contrasto netto con la vita quotidiana dell'epoca.
Il lavoro di Adrian in questo film ha stabilito nuovi standard per il design dei costumi nel cinema, influenzando le generazioni future di costumisti. Vinse tre Academy Awards, tra cui quello per il miglior film, e sebbene non ci fosse una categoria specifica per i costumi all'epoca, l'influenza del suo lavoro è indiscutibile. 

"Courtesy of the site doctormacro.com"

La cura nei dettagli e la capacità di creare costumi che non solo erano appropriati per il periodo storico rappresentato ma che anche avanzavano in termini di design e innovazione, hanno cementato il ruolo dei costumi come elemento chiave nella narrazione cinematografica.

"Courtesy of the site IMBD.com"

"Il Grande Ziegfeld" resta una testimonianza del potere dei costumi nel cinema, non solo come elementi di moda ma come veri e propri narratori visivi che potenziano la storia e il personaggio. Adrian, attraverso questo film, ha dimostrato che i costumi possono essere personaggi a sé stanti, contribuendo in modo significativo all'eredità del cinema classico.
Inoltre, i materiali utilizzati nei costumi di "Il Grande Ziegfeld" erano scelti con grande cura per la loro estetica e funzionalità. La seta e il raso conferivano eleganza e lusso, mentre le perline di vetro e i cristalli aggiungevano un incredibile effetto luminoso sotto le luci dei riflettori. Le piume di struzzo, utilizzate per creare volumi spettacolari, aggiungevano movimento e drammaticità agli abiti. Il lamé d'oro e d'argento rappresentava il lusso e l'opulenza, mentre il velluto offriva una ricchezza di texture e profondità di colore. Il chiffon di seta, leggero e trasparente, era perfetto per i momenti più eterei e poetici.

Ogni costume era il risultato di un'elaborata lavorazione artigianale, con cuciture a mano e applicazioni di decorazioni. I materiali venivano scelti non solo per la loro bellezza ma anche per come reagivano alla luce e al movimento, una combinazione che definiva lo stile del film. La lavorazione artigianale e la scelta dei tessuti hanno reso i costumi non solo dei semplici abiti ma delle vere e proprie opere d'arte, che hanno contribuito a rendere il film un capolavoro del cinema classico.



THE BRIDE WORE RED

Poster del Film (1937)

Nel mondo del cinema classico, pochi film hanno saputo combinare storia e costumi in modo così armonioso come "The Bride Wore Red" del 1937, diretto da Dorothy Arzner e interpretato da Joan Crawford, Franchot Tone e Robert Young. 

Card n.13 - FAMOUS LOVE SCENES

GODFREY PHILLIPS Ltd. (1939)

(collezione personale)

Questo film, ambientato in un'Europa tra le due guerre mondiali, racconta la storia di una donna che, per sfuggire alla sua condizione di povertà, si spaccia per una contessa. I costumi, in particolare, giocano un ruolo cruciale nel trasformare questa narrazione in un'esibizione visiva di eleganza e inganno.

"Courtesy of the site Wikipedia"

Dolly Tree, la costumista dietro questo capolavoro visivo, era una figura di spicco nell'industria cinematografica dell'epoca. Nata in Inghilterra, Dolly Tree iniziò la sua carriera come costumista teatrale prima di approdare a Hollywood, dove la sua abilità nel design dei costumi ha rapidamente guadagnato riconoscimento. Il suo lavoro su "The Bride Wore Red" rappresenta un apice nella sua carriera, dove ogni abito è stato scelto non solo per la sua bellezza estetica ma anche per il suo significato narrativo.
In "The Bride Wore Red", i costumi non sono semplici accessori di scena; sono parte integrante della storia. Joan Crawford, nel ruolo della protagonista, indossa abiti che riflettono la sua trasformazione da una donna comune a una figura di alto rango. Il più iconico di questi è l'abito da sposa rosso, un simbolo di rottura con le convenzioni e un'audace dichiarazione di identità. Dolly Tree utilizza i colori e i tessuti per comunicare status, emozioni e l'evoluzione dei personaggi, rendendo ogni costume un pezzo di storytelling.
Dolly Tree era nota per la sua capacità di mescolare l'eleganza con l'innovazione. Per "The Bride Wore Red", ha creato costumi che erano al contempo glamour e funzionali, riflettendo le tendenze di moda dell'epoca ma anche anticipando stili futuri. La sua attenzione ai dettagli, dalla scelta dei tessuti alla precisione delle cuciture, ha contribuito a rendere i costumi autentici e memorabili.
Il lavoro di Dolly Tree in "The Bride Wore Red" ha avuto un impatto significativo sulla moda al di fuori dello schermo. Le donne dell'epoca erano desiderose di emulare lo stile glamour e sofisticato di Joan Crawford, portando a un aumento nella popolarità di abiti eleganti e ben strutturati. Questo film ha dimostrato come il cinema potesse influenzare le tendenze di moda, trasformando gli abiti da elementi di supporto in protagonisti a sé stanti.
"The Bride Wore Red" rimane un esempio emblematico di come i costumi possano essere utilizzati per narrare una storia senza parole. Dolly Tree non ha solo vestito i personaggi; ha dato loro vita attraverso la moda, creando un dialogo visivo che arricchisce la trama e approfondisce la comprensione del pubblico dei personaggi e delle loro motivazioni.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Estratto dal periodico motion picture (ottobe1937)


"Courtesy of the site IMBD.com"

L'abito indossato da Joan Crawford nel film "The Bride Wore Red" è un lungo e aderente vestito di colore rosso brillante. Ha una scollatura a cuore realizzato in un tessuto scintillante. Joan Crawford indossa anche una mantella corta dello stesso colore dell'abito, con un bordo bianco e dettagli decorativi. La mantella è drappeggiata sulle spalle e aperta sul davanti. L'attrice tiene in mano una piccola borsa nera. Questo abito è un esempio perfetto dello stile glamour e sofisticato che caratterizzava i costumi di quel periodo, contribuendo a definire il personaggio di Joan Crawford nel film.


"Courtesy of the site IMBD.com"

Card n.2 - FILM FAVOURITES

 CARRERAS Ltd (1938)

(collezione personale)

In conclusione, l'opera di Dolly Tree in "The Bride Wore Red" rappresenta un momento di fusione tra moda e cinema, dove ogni abito racconta una parte della storia. La sua capacità di integrare design di alta moda con la narrazione ha reso questo film un capolavoro di costumistica, influenzando non solo il cinema dell'epoca ma anche il modo in cui la moda viene percepita e utilizzata nel storytelling visivo. Attraverso i costumi, Dolly Tree ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo del cinema, dimostrando che la moda non è solo questione di tendenze, ma anche di narrazione e identità.



MARIE ANTOINETTE

Poster del Film

"Maria Antonietta" è un film del 1938 diretto da W. S. Van Dyke II, con la partecipazione di Julien Duvivier come regista non accreditato. Il film è basato sulla biografia di Maria Antonietta scritta da Stefan Zweig e racconta la vita della regina di Francia, interpretata da Norma Shearer.

Card n.20 - FAMOUS BEAUTIES

JOHN PLAYER & SON (1937)

(collezione personale)

Il film è noto per la sua sontuosa produzione, con costumi e scenografie elaborate che ricreano l'opulenza della corte francese. Norma Shearer offre una performance memorabile nel ruolo della regina, mostrando sia la sua frivolezza che la sua forza di carattere. Tyrone Power interpreta il Conte Axel von Fersen, mentre John Barrymore è Luigi XV e Robert Morley è Luigi XVI.

Card n.18 - FAMOUS LOVE SCENES

GODFREY PHILLIPS Ltd. (1939)

(collezione personale)


Card n.16- STARS OF SCREEN & HISTORY

STEPHEN MITCHELL & SON (1939)

(collezione personale)

Nel film, Anita Louise interpreta il ruolo di Maria Teresa Luisa di Savoia-Carignano, Principessa di Lamballe. La Principessa di Lamballe era una delle dame di compagnia più vicine alla regina Maria Antonietta e una figura di rilievo nella corte francese. La performance di Anita Louise è stata apprezzata per la sua eleganza e delicatezza, contribuendo a rendere il film un classico del cinema storico.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

La ricerca dei costumi su Maria Antonietta fu senza precedenti. Adrian visitò la Francia e l'Austria acquistando pizzi e oggetti d'antiquariato da riportare a Hollywood, ed esaminò i dipinti della regina francese con un microscopio, in modo da poter prendere ispirazione per i ricami dei suoi abiti. A Parigi, Adrian passò mesi alla ricerca di spunti storici con cui ricostruire le mode dell'epoca. Visitò parrucchieri i cui antenati avevano tagliato le parrucche e arricciato le acconciature dei cortigiani raffinati dell'epoca. Rintracciò famiglie di parrucchieri svizzeri, perché si sarebbero dovuti realizzare cinquemila capi della corte francese. Trovò copioni dimenticati da tempo di tessuti dorati e broccati che avevano adornato le figure di molti gentiluomini francesi. Adrian trovò i gioielli di Maria Antonietta e da ogni piccolo frammento di autentica reliquia ne nacque un restauro completo, mentre gli ebanisti creavano arredi per un intero palazzo e Cedric Gibbons disegnava set per Hollywood. 

Norma Shearer indossava nel film trentaquattro costumi, ognuno dei quali pesa più di cinquantadue libbre, per non parlare delle diciotto parrucche. Ogni abito era drappeggiato su un cerchio d'acciaio che a sua volta era fissato a una base regolata in modo tale che il peso pendesse dalle spalle. Il cerchio aveva una sottoveste e una seconda sottoveste a balze sopra. Le parrucche di Norma avevano una struttura metallica di notevole peso per mantenerle in forma. Curiosità: quando la vera Maria Antonietta teneva una corte formale, indossava una pettinatura così alta che un paggio doveva seguirla con un sostegno di legno e tenerla ferma finché non si era sistemata sulla sedia di stato. Ci volevano ben cinque ore a una dama della corte francese per indossare il suo abito formale, pettinatura compresa. Grazie alla chiusura ad artiglio per i vestiti e  le parrucche, una dama della M.G.M. della corte francese poteva indossare il suo abito formale in soli cinque minuti.

I costumi del film sono stati creati da Adrian e Gile Steele, due dei più rinomati costumisti dell'epoca. La produzione del film ha richiesto un impegno notevole nella realizzazione dei costumi, con migliaia di abiti e parrucche che hanno coinvolto tutti i laboratori della MGM per mesi. Adrian, il capo costumista, è noto per la sua capacità di creare abiti che non solo rispecchiano l'epoca storica, ma che aggiungono anche un tocco di glamour hollywoodiano.

"Courtesy of the site doctormacro.com"

Card n.21- FILM FAVORITES

A. AND M. WIX. LONDON (1939)

(collezione personale)

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Card n.25 - MY FAVOURITE PART

GALLAHER Ltd. (1939)

(collezione personale)

I costumi di "Maria Antonietta" sono caratterizzati da dettagli elaborati, tessuti lussuosi e una grande attenzione alla fedeltà storica. Gli abiti indossati da Norma Shearer, che interpreta Maria Antonietta, sono particolarmente sontuosi e riflettono l'opulenza della corte francese del XVIII secolo.

"Courtesy of the Media History Digital Library"

Pag. 24/25 del periodico HOLLYWOOD (1938)

Magnificenza!
Non c'era quasi un filo di cotone o una fame nel paese. Non c'era guerra, né mancanza tra le persone che, come Maria Antonietta, erano figure di spicco nell'era più spettacolare di stravaganza che il mondo abbia mai conosciuto. Era un'epoca di eleganza, bellezza, ricchezza e lusso. Era un'epoca in cui le donne più belle del mondo indossavano gli abiti più magnifici che siano mai stati rivelati dai tempi dei Faraoni.
Adrian della M-G-M ha disegnato gli spettacolari abiti che Norma Shearer ha indossato nel ruolo di Maria Antonietta, il più costoso abito da film mai prodotto da Hollywood. Esperte ricamatrici di tutto il mondo hanno realizzato gli squisiti abiti di seta, raso, broccato, velluto e gioielli per questa sontuosa produzione. La ricerca di Adrian sugli autentici costumi dell'epoca è stata esaustiva. Ha disegnato trentacinque abiti per Miss Shearer, ognuno più bello del precedente. Il più bello di tutti gli abiti, per il quale Adrian ha vinto il premio di moda dell'anno, è stato l'abito bianco con il mantello di velluto nero che Miss Shearer indossa nella sequenza di fine autunno.

"Courtesy of the site IMBD.com"

La produzione non ha ottenuto il permesso di girare a Versailles, quindi tutte le scenografie, inclusi i costumi, sono state ricostruite negli studi della MGM. Questo ha permesso ai costumisti di avere un controllo totale sulla rappresentazione visiva del film, creando un'esperienza cinematografica visivamente spettacolare.
La pellicola è stata un grande successo degli anni '30, nonostante il suo elevato costo di produzione, che superò i due milioni di dollari. È stata anche una delle ultime produzioni di Irving Thalberg, che morì durante la lavorazione del film.
In sintesi, "Maria Antonietta" è un film che combina una narrazione storica dettagliata con una produzione visivamente spettacolare, rendendolo un classico del cinema biografico.

"Courtesy of the Media History Digital Library"